SALUTAME ‘A BERSANI: IL PIANO B DEL PD PER LANCIARE RENZI

Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

«Governo a bassa intensità politica». Con un programma limitato. Cresce la fronda all'interno del Pd e prepara il piano B, se Bersani dovesse fallire. Ha già un nome: «Governo a bassa intensità politica». E un programma preciso e delimitato: riforma elettorale, riforma del finanziamento pubblico dei partiti, riduzione dell'Imu per determinate fasce di cittadini e (ovviamente) approvazione della legge di stabilità.

Questo governo dovrebbe prendere il via nel caso in cui il tentativo di Pier Luigi Bersani dovesse fallire. Scenario, questo, niente affatto improbabile, viste le difficoltà che sta incontrando il segretario del Partito democratico.

L'unica carta che potrebbe consentire al leader del Pd di mettere in piedi un suo esecutivo è quella di un accordo segreto stipulato con un gruppo di grillini che fanno capo all'associazione «agenda rossa» di Salvatore Borsellino (che peraltro hanno già votato per Pietro Grasso in dissenso dal Movimento 5 Stelle) e con quelli che sono vicini a Libertà e giustizia di Gustavo Zagrebelsky. Ma se il segretario del Pd non ha questa carta in mano il suo tentativo pare proprio destinato a fallire, anche se ieri girava voce che giovedì Bersani potrebbe chiedere a Giorgio Napolitano un supplemento di indagine.

Nel Partito democratico, comunque, non si parla d'altro che di questo governo che dovrebbe vedere la luce in aprile. E dovrebbe durare otto-nove mesi, non di più. Giusto il tempo che serve per mandare in porto i punti programmatici. Lo voterebbero Pd, Pdl, Scelta civica e chiunque altro sia interessato a questo ennesimo tentativo di far uscire dalle secche la politica italiana. Certo, adesso pubblicamente tutti a largo del Nazareno (e anche a Palazzo Vecchio) sostengono Bersani e il suo sforzo. Com'è giusto che sia, visto che il segretario sta cercando di dare vita a un governo a guida Pd. Ma poi molti pensano che non sia opportuno tornare alle elezioni in fretta e furia.

Del resto, è il ragionamento che viene fatto nei conversari privati di questi giorni, sarebbe difficile per tutti dire di no a un governo del genere di fronte a quel programma. Un programma che, peraltro, contiene delle proposte su cui il Pd si è sempre detto d'accordo.

Anzi, che sono le stesse del Partito democratico. È chiaro che ci sarà una discussione interna molto aspra, che ci si dividerà e si litigherà, ma alla fine bisognerà pur dare una risposta. Ed è difficile che possa essere negativa. Com'è difficile per il Pd spiegare che non vuole riformare la legge elettorale, il finanziamento pubblico dei partiti e non vuole ridurre l'Imu dai mille euro in giù perché anche il Pdl sarebbe disposto a votare quel programma.

Del resto si sa già che personaggi influenti come Walter Veltroni sono favorevoli a un cosiddetto governo del Presidente. E Matteo Renzi ha sempre detto: «Se il capo dello Stato ci proponesse un governo istituzionale che faccia poche cose utili come potrebbe il Pd dirgli di no?». Anche gli ex Ppi come Enrico Letta, Dario Franceschini e Beppe Fioroni non sono favorevoli a un ritorno alle urne. Insomma, in realtà, dentro il Pd c'è un fronte ampio e trasversale a favore di un'ipotesi del genere.

Una road map così concepita consentirebbe a Renzi di candidarsi alle primarie nel tardo autunno e di riuscire a non bruciarsi perché i tempi delle elezioni si allungano troppo. Il sindaco di Firenze dovrebbe comunque avere un competitore perché non è sua intenzione, come ha ripetuto più volte, «farsi cooptare» dai maggiorenti del Pd: «Non ci penso proprio». E il competitore non potrebbe essere più Bersani dal momento che, un minuto dopo il fallimento del suo tentativo, dentro il partito si aprirebbe il processo al segretario che nessuno ha mai innescato perché c'era l'incarico in ballo.

Mentre dietro le sue spalle si svolgono tutti questi movimenti (di cui comunque Bersani è consapevole) il leader del Pd prosegue il suo sforzo con grande determinazione. Quale sia il discorso che il segretario ha fatto alle delegazioni incontrate finora lo ha sintetizzato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in una lettera ai vertici locali dell'associazione: «Il percorso di formazione del governo, ipotizzato dall'onorevole Bersani, vede il coinvolgimento dei tre principali partiti a partire dalle riforme istituzionali, su cui è possibile trovare una convergenza che consenta l'avvio dell'attività di governo. L'onorevole Bersani ha parlato espressamente di "porta di ingresso" per l'attività del governo. Trovata una convergenza sui temi istituzionali, si dovrebbe passare ai temi dell'agenda, ovvero quelli che toccano più da vicino l'economia". Ma l'«agenda Bersani» rischia di rimanere vuota.

 

RENZI E BERSANI PDrenzi e bersani BERSANI RENZI ballottaggio BIG BERSANI-RENZIRENZI BERSANI Gustavo Zagrebelsky foto La Pressegiorgio napolitano WALTER VELTRONI BERSANI LETTA DALEMA FRANCESCHINI

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…