C’È UN BEL CLIMA A PALAZZO CHIGI – LO SPIONAGGIO SU GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, È INIZIATO GIÀ POCHI MESI DOPO IL GIURAMENTO DEL GOVERNO: IL FUNZIONARIO È FINITO SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO DEI SERVIZI GIÀ IL 23 GENNAIO 2023. POSSIBILE CHE ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALLA SICUREZZA, NON SAPESSE NIENTE? E GIORGIA MELONI? – “DOMANI”: “ECCO COSA CERCAVA L’AISI SUL BRACCIO DESTRO DELLA PREMIER. NEL DOCUMENTO TRASMESSO ALLA PROCURA VIENE SPIEGATO CHE…” – L’INCAZZATURA PER IL COMPORTAMENTO DI FRANCESCO LO VOI E LA NOTA DEL GOVERNO…
DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA?
RIUNIONI, AFFARI E PARENTELE: ECCO COSA CERCAVA L’AISI SUL BRACCIO DESTRO DI MELONI
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone e Nello Trocchia per “Domani”
«Atti caratterizzati da elevata sensibilità». È una delle formule usate dall’Aisi […] per rispondere alla lettera del capo della procura di Roma, Francesco Lo Voi, finalizzata a conoscere «le ragioni dalle quali evincere la legittimità degli accertamenti» compiuti sul capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi.
Un caso che potrebbe presto finire al Copasir: l’ufficio stampa di palazzo Chigi ha risposto a Domani che l’autorità delegata, il sottosegretario Alfredo Mantovano, è disponibile a riferire in parlamento al comitato presieduto da Lorenzo Guerini.
Di certo le verifiche su Caputi confermano le divisioni interne a palazzo Chigi. Mantovano avrebbe dovuto sapere che a pochi mesi dal giuramento del governo Caputi era già sotto la lente di ingrandimento dei servizi con un primo controllo il 23 gennaio 2023. E, quando si scrive Mantovano, si legge Giorgia Meloni: i due sono considerati un tutt’uno dal punto di vista politico.
alfredo mantovano giorgia meloni
[…] Palazzo Chigi nega qualsiasi scontro interno. «Il Presidente del Consiglio e il Sottosegretario con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano, non hanno mai chiesto di spiare nessuno, tantomeno il capo di gabinetto del presidente, Gaetano Caputi», scrive l’ufficio stampa di Chigi interpellato da Domani.
Nella nota di risposta la presidenza del Consiglio rende noto che «il governo è stato informato della richiesta della Procura di Roma di ottenere informazioni da parte dell’Aisi e della relazione, a firma del direttore Valensise, che è stata inviata in risposta. Tuttavia, per il rispetto dovuto alle indagini in corso, non è stato possibile comunicare nulla al riguardo».
Poi immancabile arriva l’attacco, con menzogne sparse, al nostro giornale. «Emerge inoltre che quattro giornalisti del quotidiano Domani (Emiliano Fittipaldi, e i giornalisti Vittorio Malagutti, Federico Marconi e Giovanni Tizian, ndr) sono stati citati a giudizio dalla Procura di Roma per concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Viene da chiedersi perché questa notizia non sia stata riportata dal Domani».
Nella risposta ci sono due falsità. La prima è un errore grave: non è ancora arrivata nessuna citazione in giudizio, la procura ha solo chiuso l’indagine. La seconda è che Domani aveva riferito ampiamente dell’indagine sui giornalisti: ne dava conto una nostra prima pagina qualche settimana fa ed è stata ribadita nell’articolo pubblicato ieri.
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[…] Nel documento che l’intelligence ha trasmesso alla procura viene spiegato che «nello svolgimento di un’attività di ricerca era emerso l’intendimento di alcuni target, impegnati nella progettazione di un rigassificatore nel sud Italia, di avvicinare Gaetano Caputi».
I rigassificatori progettati nel Mezzogiorno in quel periodo erano due, uno a Porto Empedocle e l’altro a Gioia Tauro. Una delle persone messe sotto la lente dei servizi avrebbe quindi provato ad avvicinare il capo di gabinetto di palazzo Chigi per portare a conoscenza l’iniziativa industriale agli alti livelli istituzionali. E alla domanda sulla legittimità viene appunto opposta la replica di «elevata sensibilità».
Ma ci sono altre due interrogazioni ai database compiute nel settembre 2023, a distanza di pochi giorni, una il 4 e l’altra il 25, da parte di due agenti segreti. In una circostanza la richiesta è arrivata dai vertici dell’Aisi, il vice Giuseppe Del Deo (ora vicedirettore al Dis) che aveva assecondato l’esigenza di delucidazioni da parte del numero uno dei servizi segreti interni, Mario Parente (sostituito, a fine mandato, nell’aprile 2024 da Bruno Valensise).
Durante l’indagine, partita dopo l’esposto di Caputi per cercare le fonti dei giornalisti, tra i vari account che hanno fatto ricerche sul capo di gabinetto di Meloni ne sono spuntati tre, della banca dati Puntofisco (un sistema dell’Agenzia delle entrate), intestati al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), all’epoca guidato da Elisabetta Belloni (sostituita di recente da Vittorio Rizzi).
Lo Voi ha scritto il 24 giugno 2024 al Dis che ha risposto il 26 luglio integrando una nota dell’Aisi (che aveva in uso le utenze). I servizi segreti replicano alla procura svelando i nomi e cognomi degli agenti e il numero di accessi, il primo è del 23 gennaio 2023.
[…]
Dopo la verifica di gennaio, ne risultano altre due sul capo di gabinetto della premier. A settembre del 2023. Se ne interessa in prima persona l’allora vicedirettore dell’Aisi, Giuseppe Del Deo, molto stimato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e anche dalla premier. Era infatti tra i candidati ad approdare al comando dell’agenzia dopo Parente.
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Alla fine, l’ha spuntata Valensise, sponsorizzato dal sottosegretario alla presidenza, Mantovano. Ma torniamo a Caputi. L’agente che ha compiuto la verifica, si legge nella risposta dell’Aisi alla procura di Roma, «ha riferito che il vice direttore Giuseppe Del Deo, su richiesta del direttore pro-tempore dell’Agenzia (Parente, ndr) gli aveva chiesto di verificare un rumor» secondo cui la moglie di Gaetano Caputi, Gabriella Mazzei, sarebbe stata la cugina della consorte di un soggetto nel mirino dei servizi segreti.
L’agente, autore dell’accesso, ha, inoltre, dichiarato di «aver rilevato come il [...] utilizzasse la sua presunta amicizia con Caputi per rafforzare il proprio ruolo all'interno del circuito relazionale di riferimento e di aver segnalato, con nota del [...] come anche players di rilievo del mondo bancario sollecitassero il [...] ad intervenire sul Capo di Gabinetto della Premier Meloni affinché si occupasse di questioni di loro interesse».
Una voce che l’intelligence ha voluto approfondire attentamente perché « l’indiscrezione […] avrebbe potuto rappresentare un vulnus rilevante per il dott. Caputi, stante il quadro informativo in merito agli innumerevoli tentativi di ingerenza sui vertici istituzionali orditi» dal «target», cioè la persona seguita con attenzione dall’Aisi.
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La persona «target» avrebbe cercato più volte di avvicinare i vertici istituzionali e si sarebbe vantato di conoscere bene il capo di gabinetto di Meloni. Inoltre avrebbe utilizzato «la presunta amicizia con Caputi per rafforzare il proprio ruolo del circuito relazionale di riferimento».
Così, durante la fase di accertamento, sono state usate due diverse banche dati, Infocamere e Puntofisco, oltre che dell’anagrafe per appurare la parentela tra la consorte del capo di gabinetto e la moglie del «target» dei servizi. Alla fine delle varie ricerche non è stato individuato alcun legame parentale né alcuna «interessenza societaria».
GAETANO CAPUTI FA INDAGARE I GIORNALISTI DI DOMANI
C’è, infine, una terza interrogazione su Caputi. Il 25 settembre un altro 007 ha verificato le identità dei partecipanti all’incontro con il capo di gabinetto «sul piano strategico nazionale sull’idrogeno». In questo caso la spiegazione dell’Aisi è stringata e non spiega nulla: «La motivazione resa dal dipendente trova riferimenti in atti». Il monitoraggio dell’incontro, tuttavia, conferma che non ci sono solo le verifiche su società e parentele della moglie: i servizi hanno indagato anche, in almeno un caso, su riunioni riservate del braccio destro della presidente del Consiglio.
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