E' IL METODO RENZELLI, BELLEZZA! – IL ROTTAM’ATTORE FA FINTA DI SCEGLIERE I MANAGER PUBBLICI PER MERITO E FA SPENDERE AL TESORO 60MILA EURO PER LA CONSULENZA DI DUE SOCIETÀ DI HEAD HUNTER. E POI METTE NEI CDA I SUOI AMICHETTI

Paolo Bracalini per ‘Il Giornale'

Un assegno da 50mila euro più Iva staccato dal governo la consulenza di due società di head hunting (cacciatori di teste), la Spencer & Stuart e la Korn Ferry, incaricate di selezionare i curricula per individuare i nuovi top manager pubblici fuori da logiche di lottizzazione politica, perché con Renzi premier «si cambia verso». Per poi ritrovarsi, però, su quelle poltrone un sacco di amici di Renzi, oltreché manager con un passato politico (l'ex europarlamentare Luisa Todini e l'ex deputato Udc Roberto Rao in Poste, l'ex viceministro Marta Dassù nel cda Finmeccanica). l più vicino di tutti è Alberto Bianchi, nominato nel cda dell'Enel.

Bianchi è l'avvocato di Matteo Renzi, nonché il presidente della Fondazione Open (dove siedono anche Carrai, la ministra Maria Elena Boschi e il sottosegretario Luca Lotti) che per Renzi raccoglie i fondi da donatori privati. Tra quelli che hanno versato soldi a Renzi, per le sue campagne alle primarie del Pd, c'è anche Fabrizio Landi, ex amministratore delegato di Esaote, azienda leader del biomedicale con sede a Firenze.

Landi nel 2012 ha regalato 10mila euro a Renzi, che l'altro giorno si è ricordato di lui, facendolo nominare nel cda di Finmeccanica. Altro renziano doc è Marco Seracini, uno dei soci fondatori e presidente di un'altra associazione di fund raising (raccolta fondi) per Renzi, NoiLink (anche qui in compagnia di Carrai, e anche della deputata Simona Bonafè). Link ha cessato le sue attività nel 2011, con un ottimo lavoro alle spalle: 750mila euro raccolti per Renzi.

Una performance eccellente di cui non dev'essersi scordato il premier, visto che Seracini, ex presidente di NoiLink, è stato nominato nel collegio dei sindaci di Eni. Seracini è anche - scrive il Corriere fiorentino - «commercialista di fiducia di Renzi, presidente di Montedomini e fratello di Maurizio Seracini, l'ingegnere che sta compiendo le ricerche per la battaglia di Anghiari».

Sempre in Eni, ma stavolta nel Cda, c'è un'altra conoscenza renziana, Diva Moriani, vicepresidente del gruppo fiorentino del rame Kme. La Moriani è anche amministratore della Fondazione Dinamo, presieduta da Vincenzo Manes, imprenditore che guida l'Intek group (dove anche siede la Moriani) e generoso finanziatore di Renzi (62mila euro di donazioni), che lo ha fatto nominare nel 2010 in Aeroporti di Firenze. Anche in Poste arrivano amici del premier.

La prima è Elisabetta Fabri (con una sola «b», da non confondere con la Elisabetta Fabbri ex commissario per i Nuovi Uffizi), amministratore delegato e presidente di Starhotels, catena internazionale di alberghi nata a Firenze, anche lei una conoscenza di Renzi. Insieme presentarono nel 2011 la Madonna del Velo, opera cinquecentesca «adottata» dalla catena di hotel della Fabri nell'ambito dell'iniziativa Adotta un'opera d'arte lanciata dal Comune del sindaco Renzi.

La Fabri, manager del settore alberghiero, va alle Poste. Da tutt'altra esperienza, cioè dalla tv, viene anche l'altro «renziano» infilato nel cda di Poste, Antonio Campo dall'Orto. Era il favorito per la direzione generale della Rai se Gubitosi avesse cambiato poltrona, invece viene nominato consigliere d'amministrazione delle Poste, mentre resta managing director dei canali Mtv in Europa. Non ultimo tra i meriti, l'aver frequentato il palco della Leopolda renziana, dove nel 2012 intervenne sul palco con un intervento dal titolo Viva l'Italia viva. Il meglio deve ancora venire.

Altro «leopoldiano», ma più tiepido, è Luigi Zingales, economista della Chicago School of Business, venuto apposta nel 2011 al Big bang di Firenze per sostenere il progetto di Renzi: «È intelligente, sostanziale, divertente. Non mi viene in mente un altro politico italiano così» disse poi.

Non ultimo dei favori fatti da Zingales a Renzi è aver ammazzato sul nascere Fare per fermare il declino, possibile competitor di elettori renziani, smentendo il master mai fatto da Oscar Giannino a Chicago. Che sia così o meno, Zingales è stato nominato nel cda di Eni. E la Todini, nuovo presidente di Poste? Nel 2011 uscì un retroscena che voleva i costruttori Salini (la Todini siede nel cda) tra i finanziatori del promettente sindaco di Firenze. Circostanza poi smentita. Mentre altra leopoldiana-renziana è Catia Bastioli, prossima alla guida di Terna. Tutti amici o sponsor o simpatizzanti. Servivano 60mila euro in consulenze per trovare il loro curriculum?

 

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