giuseppe conte - alessandra todde - elly schlein giorgia meloni

LA CANDIDATA DI CONTE E SCHLEIN, ALESSANDRA TODDE, VINCE LE REGIONALI IN SARDEGNA CON IL 45,3% DEI VOTI (330.619), AL FOTOFINISH, DOPO UNA GIORNATA DI CONTINUI RIBALTONI E SCRUTINIO LENTISSIMO – IL “TRUX” DELLA MELONI, PAOLO TRUZZU, SI FERMA AL 45,1% (327.695) – I FDI SVELENANO SUL VOTO DISGIUNTO DELLA LEGA, CHE TRACOLLA AL 3,8% E VIENE DOPPIATA DA FORZA ITALIA – È IL RISULTATO DELL’ARROGANZA DELLA SORA GIORGIA, CONVINTA DI POTER STRAVINCERE UMILIANDO GLI ALLEATI E METTENDOCI LA FACCIA. SE NON CAMBIA METODO E RINUNCIA ALLO "S-FASCIO TUTTO IO", PER LA SORA GIORGIA SI METTE MALISSIMO  – PER LA PRIMA VOLTA VINCE IL CAMPO LARGO DI CONTE E ELLY, NONOSTANTE LA SPACCATURA DI RENATO SORU (CHE FA FLOP)

 

 

1. TODDE ELETTA PRESIDENTE, LA SARDEGNA PUNISCE MELONI. SCHLEIN: “CAMBIA IL VENTO”

Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per www.repubblica.it

 

giuseppe conte alessandra todde elly schlein

“Cambia il vento”, annuncia Elly Schlein. E’ l’una di notte, mancano una manciata di sezioni, ma la segretaria pd e Giuseppe Conte si presentano nel comitato elettorale della candidata del centrosinistra in via Dante per dire che Alessandra Todde ha vinto. Meno di mezzo punto, tremila voti di differenza.

 

“Si profila una vittoria”, aveva annunciato Todde poco prima. “Sarò la prima presidente donna della Regione, una pagina storica per la Sardegna. Sono felice e orgogliosa”. Fuori trecento militanti pd e cinquestelle, in attesa da ore al freddo, inneggiano all’affermazione. Poi entrano in scena anche Conte e Schlein. Foto di gruppo.

 

elezioni regionali in sardegna - vignetta by vukic

“E’ una giornata indimenticabile”, gongola Conte. “I sardi hanno aperto la porta all’alternativa”. Schlein annuisce convinta. Lei e Todde si conoscono da tempo, si stimano. “E’ il modo migliore per festeggiare l’anniversario della mia vittoria alle primarie”, spiega Schlein. “Ci abbiamo creduto come coalizione”. Poi escono fuori. Bagno di folla. Selfie. “Alessandra, Alessandra”, gridano i militanti. Un signore stringe Todde in un abbraccio. Lei si commuove. Ovazione.

 

giorgia meloni comizio per paolo truzzu sardegna 5

Elezioni thriller. Todde 45,3, Truzzu 45,1. Questo il dato delle due di notte, quando mancano ancora trenta sezioni da scrutinare. Giorgia Meloni quindi ha perso. Era così sicura di vincere dall’avere imposto un suo sodale, Paolo Truzzu - dai più ritenuto inadeguato e impopolarissimo - a candidato governatore. Un eccesso di sicurezza dopo un anno e mezzo di sondaggi esaltanti, di elogi sulla sua presunta bravura, che potrebbe all’improvviso porre fine alla luna di miele e all’aura d’invincibilità. Qualcosa cambierà.

 

giuseppe conte alessandra todde elly schlein 2

Ci sono tante prime volte in questa storia. E’ il debutto di una governatrice cinquestelle: Todde, nuorese di 55 anni, manager, viceministra allo Sviluppo economico nel governo Draghi, vicinissima a Giuseppe Conte. La prima volta di una donna in Sardegna. Non era nemmeno mai successo che il Pd sostenesse una presidente grillina. Il rovescio isolano apre una resa dei conti tra Fratelli d’Italia e Lega e ridà fiducia al centrosinistra. La destra non è affatto imbattibile, se si marcia uniti e si scelgono politici di qualità.

 

PAOLO TRUZZU MOSTRA IL SUO TATUAGGIO TRUX

Giornata estenuante. Alle 23,30, un tweet di Youtrend dà per fatta la vittoria di Todde, dopo uno spoglio di una lentezza scandalosa, non degna di una democrazia moderna. Ci sono voluti quasi ventiquattro ore in una regione con 757mila votanti. Un ritardo che ha autorizzato molti sospetti, per il mancato caricamento dei dati delle città, Cagliari e Sassari in testa, nelle quali Todde era nettamente in vantaggio. Tanto che Conte e Schlein hanno sentito il bisogno di volare a Cagliari, sullo stesso aereo, anche per vigilare simbolicamente sullo spoglio. Dopodiché nessuno li ha visti fino a notte fonda, perché sono rimasti rintanati in un albergo.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

[…] Per Meloni è un danno d’immagine. Aveva scommesso tutta se stessa sulla Sardegna, imponendosi sul candidato di Salvini, Christian Solinas. Il bilancio di cinque anni di destra è disastroso. Fratelli d’Italia è andata male, al quattordici per cento. Consensi dimezzati rispetto alle politiche.

 

La Lega è al quattro per cento. I sardisti hanno fatto ricorso al voto disgiunto, non votando per Truzzu. Una battuta d’arresto che potrebbe pesare. Il grande vincitore però è Giuseppe Conte, che si allea col Pd solo se c’è un suo candidato presidente. La sua strategia – guidare il centrosinistra – prosegue. Schlein al momento deve abbozzare. Ma il Pd ha preso il doppio dei voti rispetto al M5s e il vero cimento saranno le Europee.

alessandra todde elly schlein

 

Il centrosinistra ha capito che Pd e M5s devono stare insieme se vogliono avere una chance. “[…]

 

2. AL PRANZO CON I SUOI VICE MELONI AVVISA SALVINI: NON FACCIAMOCI DISPETTI

Estratto dell’articolo di Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

[…]  se Truzzu perde i cocci sono di Meloni. Perché il candidato governatore è il suo. Perché è il suo partito che ha gestito la trattativa nella coalizione, imponendo il nome del sindaco di Cagliari dopo un braccio di ferro che ha lasciato solchi profondi nell’alleanza. Perché FdI è la prima forza nazionale ma nell’isola è quasi raggiunta dal Pd. Ecco spiegata l’ansia della premier nei giorni di vigilia.

 

giorgia meloni matteo salvini meme by edoardo baraldi

Il problema non è perdere l’imbattilità, che pure conta in politica. Il tema è che se il centrodestra viene sconfitto dal blocco di sinistra Pd-M5S-Avs guidato dai grillini, nonostante l’azione di disturbo del Terzo polo, vuol dire che il percorso fino alle Europee rischia di essere molto insidioso per la maggioranza, dato che prima del 9 giugno ci sarà una mini-tornata amministrativa. Tutto questo mina le certezze di Meloni e la porta a riflettere su un radicale cambio di approccio. E di metodo.

 

CHRISTIAN SOLINAS - MATTEO SALVINI

Intanto il voto sardo conferma la distanza esistente tra l’immagine della premier e la forza del suo partito: perché è chiaro che i voti sono di Meloni, non di FdI. Lo ammettono a mezza voce esponenti di destra quando sottolineano certe «criticità esistenti nella nostra classe dirigente». E se la presidente del Consiglio immagina di trasferire il proprio appeal sui suoi rappresentanti nel territorio, il risultato sardo — al di là dell’esito finale — sta evidenziando le difficoltà dell'esperimento.

 

giuseppe conte alessandra todde elly schlein 1

È un promemoria per i progetti futuri di Meloni, rispetto per esempio alla «necessità del partito di aprirsi a risorse esterne», come sussurra da tempo un esponente di governo. È un cambio di scenario che è atteso dopo le Europee, magari insieme a un riassetto della compagine governativa, per avviare la seconda fase della legislatura. Ed è anche un post-it in vista degli accordi che l’alleanza dovrà fare per la selezione dei futuri candidati. Non è un caso se oggi, dopo un rinvio di settimane, il centrodestra tornerà a riunirsi per la scelta dei propri rappresentanti nei prossimi test amministrativi.

 

Tajani scommette che in Basilicata sarà ricandidato il forzista Bardi. Ma resta la questione del metodo, che il centrista Cesa riassume così: «Era tradizione della Dc coinvolgere tutti e non chiudere a nessuno».

 

[…]  Meloni, «[…] non può far tutto da sola», sottolinea uno dei maggiorenti del centrodestra: «C’è la gestione del governo e se il suo partito non la assiste adeguatamente, tutto diventa difficile».

matteo salvini e giorgia meloni

 

Figurarsi se a complicare le cose si mette un alleato. Dall’analisi del voto sardo si capirà che non c’è stato un complotto di Salvini contro Truzzo, semplicemente perché la Lega non avrebbe avuto la forza per far scattare la trappola del «voto disgiunto». Il risultato del Carroccio è infatti la conferma di quanto sia in crisi il disegno di «partito nazionale» coltivato dal vice premier con il picco alle passate Europee.

 

Oggi, doppiata nell’isola da Forza Italia e superata da Noi con l’Italia, alla Lega pare restare in prospettiva solo il nord. Ecco allora che la «nostalgia per la Lega Nord» evocata giorni fa dal governatore veneto Zaia, diventa una parola d’ordine nel partito, la crescente richiesta di un cambio di linea per un ritorno alle origini.

 

alessandra todde

E c’è un motivo se ieri anche il presidente della Lombardia Fontana ha detto di avere «nostalgia per il nome Lega Nord», per «il grande messaggio che abbiamo a suo tempo lanciato» e che adesso si rinnova nella «principale riforma di cui chiediamo l’approvazione: l’autonomia». La svolta a destra non ha premiato Salvini. «Superare a destra — ironizza il forzista Mulè — è pure vietato dal codice della strada, perché si va a sbattere». Al leader leghista resta la conflittualità interna alla coalizione, che è il vero problema di Meloni. Più della botta in Sardegna. Perché di una botta si tratta, anche se la sconfitta può essere declinata in molti modi: nel centrodestra c’è chi la definisce «salutare».

GIORGIA MELONI E IL TERZO MANDATO - VIGNETTA BY ELLEKAPPAGIORGIA MELONI - PAOLO TRUZZU paolo truzzu 4PAOLO TRUZZU - GIORGIA MELONI SALVINI MELONIA TRATTORE FATALE - MEME BY EMILIANO CARLI MELONI SALVINIgiuseppe conte alessandra todde elly schlein lucia chessa alessandra todde renato soru paolo truzzu GIUSEPPE CONTE ALESSANDRA TODDE alessandra todde elezioni regionali sardegnaalessandra todde elezioni regionali sardegna

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...