flavio cattaneo

“CATTA” CI COVA – IL NOME DI FLAVIO CATTANEO COME AD DI ENEL È SPUNTATO MARTEDÌ SERA DURANTE IL TAVOLO DI MAGGIORANZA. LA NOMINA È VELENO PER DESCALZI: L’AMBIZIOSO “KIT-CAT” È ABITUATO A SPARIGLIARE LE CARTE, E IL TANDEM CON L’INGOMBRANTE SCARONI RISCHIA DI METTERE IN OMBRA IL “CLAUDIO A SEI ZAMPE” – GLI INIZI ALLA FIERA DI MILANO, LA MAXI PLUSVALENZA DI TERNA, LA SCOMMESSA VINTA (PER LUI) DI ITALO, CHE GLI HA FRUTTATO 135 MILIONI: IL RITRATTO

flavio cattaneo foto di bacco

1. RAI, TRENI, ENERGIA L’ETERNO RITORNO DEL MANAGER OVUNQUE

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

Un ritorno in grande stile quello di Flavio Cattaneo, manager di successo e poi imprenditore, alla guida di un colosso come Enel coi galloni di ad al posto di Francesco Starace.

 

È un ritorno all’energia il suo, un settore che conosce alla perfezione avendo guidato per tre mandati consecutivi Terna (dal 2005 al 2014), la società che gestisce la rete elettrica nazionale. […] A chi nelle ultime ore chi gli ha chiesto il perché, giunto sulla soglia dei 60 anni, ricco e già affermato, sposato con una bella moglie come l’attrice Sabrina Ferilli, avesse deciso di mettersi di nuovo in gioco la sua risposta è stata la più semplice, quella tipica del civil servant: per fare qualcosa di utile per il Paese.

SABRINA FERILLI E FLAVIO CATTANEO

 

[…] All’Enel arriva su indicazione di Matteo Salvini, ma sono noti anche i suoi buoni rapporti con una parte di Fdi a partire dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Alla nuova Enel sarà utile la sua conoscenza nel campo dell’energy, l’esperienza in campo internazionale a partire dal mercato sudamericano dove Enel ha una forte presenza, ma anche la capacità di mediazione che in tanti gli riconoscono dimostrata nei vari contesti professionali in cui ha operato, sia nel pubblico che nel privato.

 

PAOLO SCARONI - SILVIO BERLUSCONI - ALEXEY MILLER - VLADIMIR PUTIN

2. È SEMPRE LA STAGIONE DI CATTANEO IL MANAGER CHE CONQUISTA I PARTITI

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

Come nelle migliori tradizioni delle nomine pubbliche i nomi veri vengono fuori all’ultimo minuto. E così è stato anche stavolta per […] l’Enel. Martedì sera, alla fine del Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il Def, […] il nodo è venuto presto al pettine, e riguardava il candidato di Meloni per l’azienda elettrica, Stefano Donnarumma, sul quale il ministro del Tesoro Giorgetti aveva dato parere negativo.

 

STEFANO DONNARUMMA

È in quel momento che Salvini ha tirato fuori il nome di Flavio Cattaneo, manager di provata esperienza e con dimestichezza di società quotate in Borsa, essendo stato a Aem, Fiera Milano, Rai, Terna, Italo, Telecom Italia. A quel punto Meloni ha colto la palla al balzo, facendo un passo indietro e accontentando in un sol colpo i due alleati in una delle cinque società su cui aveva lanciato l’Opa. Caduto il veto su Scaroni presidente Enel, trovato un tecnico che piace a Salvini e a Forza Italia, tutto il resto sarebbe spettato a lei. E così è stato.

 

flavio cattaneo salvini

Ora si tratterà di vedere quale sintonia potranno avere un manager abituato a tirar dritto per la sua strada come Cattaneo e un presidente che è stato numero uno di Enel ed Eni nell’era Berlusconi, vicino ai poteri forti romani e accreditato di stretti collegamenti con la Russia. Entrambi sono vicini al centro destra ma entrambi non amano essere etichettati politicamente.

 

[…] Cattaneo è un liberale di fede interista che ha mosso i primi passi nell’edilizia conoscendo Paolo Berlusconi e Ignazio La Russa di cui diventa amico stretto. È nel team di Giorgio Zuccoli all’Aem negli anni in cui il sindaco di Milano Gabriele Albertini decise di far entrare la società elettrica nella joint venture con la e-Biscom di Scaglia e Micheli.

 

flavio cattaneo misura la temperatura foto di bacco

La Fiera di Milano è il passaggio successivo di Cattaneo che si porta con sé lo sbarco in Borsa e quindi la chiamata alla direzione generale della Rai per volere del ministro Tremonti dell’allora governo Berlusconi. È lì che Cattaneo comincia a toccare con mano il mondo reale dei partiti. Ed è in quegli anni che conosce la sua futura moglie, l’attrice Sabrina Ferilli, lui liberale e lei con il cuore che batte a sinistra.

 

La Rai, però, è un trampolino di lancio per le aziende pubbliche e Cattaneo viene nominato sempre da Berlusconi a Terna, la società in cui viene scorporata la rete elettrica italiana. Utili assicurati senza grandi sforzi, dicono in molti, ma Cattaneo compra attività in Brasile, vince gare, quota la società carioca in Borsa e poi la rivende con una plusvalenza di 2,8 miliardi facendo scoprire Terna ai grandi fondi esteri. E si guadagna la fiducia del mercato che gli permetterà di restare alla guida della società per ben nove anni — Prodi lo conferma per il secondo mandato e ancora Berlusconi per il terzo — con performance ragguardevoli.

 

luca cordero di montezemolo carlo calenda flavio cattaneo

La liquidazione di Terna gli permette di compiere il passo successivo, da manager a imprenditore. Investe 3,5 milioni in Italo insieme a Luca di Montezemolo e Diego Della Valle, per sfidare il Frecciarossa di Mauro Moretti e, dopo non pochi sforzi, la battaglia per la concorrenza è vinta. Ma nel bel mezzo della partita viene chiamato da Vincent Bolloré in Telecom, un’avventura che dura solo un anno per divergenze di gestione con il finanziere francese.

 

GIUSEPPE RECCHI - ARNAUD DE PUYFONTAINE - FLAVIO CATTANEO

Ma la fortuna gli sorride ancora perché tornato in Italo, mentre prepara la società per la Borsa, trova il compratore che farà fare il colpaccio a tutta la compagine di soci. Il fondo Gip paga 3 miliardi lordi per comprarsi Italo e a Cattaneo vanno 135 milioni netti, dopo le tasse. Non contento si inventa Itabus, i collegamenti via bus con cittadine che vengono servite male dalle ferrovie e anche questa attività potrebbe confluire presto in Italo lasciando a Cattaneo mani libere per la nuova sfida dell’Enel, dove dovrà ridimensionare un debito monstre di 105 miliardi lordi, vendendo partecipate estere.

sabrina ferilli flavio Cattaneoflavio cattaneo foto di bacco (2)flavio cattaneo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...