VINCERE È FACILE, PERDERE È FACILISSIMO - LA CLINTON HA NETTAMENTE DOMINATO IL DIBATTITO COL SIMPATICO FRICCHETTONE SANDERS, CHE HA SCELTO DI NON ATTACCARLA. MA I SILURI ARRIVERANNO DAI REPUBBLICANI, E NEI SONDAGGI HILLARY TRABALLA SIA CONTRO TRUMP CHE CONTRO CARSON
Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”
bernie sanders hillary clinton
Vittoria per manifesta inferiorità degli avversari. Il primo dibattito televisivo tra i candidati democratici, ospitato dalla Cnn a Las Vegas, è stata una mano di poker truccata. Hillary ha sbancato anche perché aveva al tavolo un avversario-compare, Bernie Sanders, e tre comprimari senza speranza.
Ma la sua affermazione personale potrebbe essere una vittoria di Pirro per il partito democratico. Il confronto di ieri notte si è risolto in una sorta di allenamento tra mura amiche, ma la partita decisiva - quella delle Presidenziali, nella quale si troverà di fronte il candidato repubblicano - si giocherà contro un avversario vero, e ai botteghini dei sondaggi la Clinton sta perdendo alla grande.
Lo scandalo delle 30mila lettere, "cancellate" dall' ex segretario di Stato perché lei stessa aveva deciso che fossero "private" anche se scambiate mentre era ministro degli Esteri, è stato la causa prima della caduta verticale dei rating e della sua credibilità a livello nazionale, in aggiunta agli intrallazzi della Global Clinton Foundation.
bernie sanders sulla facciata del wynn casino di las vegas
Al punto che un sondaggio di tre mesi fa della Univeristà Quinnipiac aveva rilevato come, a sentire il nome Hillary, le prime tre parole balzate in mente agli interpellati fossero «bugiarda», «disonesta» e «inaffidabile». In ogni caso, la media dei sondaggi tra i Dem la dà prima con il 45%, contro il 25% di Sanders e il 19% di Biden.
E però, secondo Fox News, perde in tutti i faccia a faccia con i repubblicani: Ben Carson-Clinton 50 a 39; Trump-Clinton 45 a 40; Jeb Bush-Clinton 44 a 40; Carly Fiorina-Clinton 42 a 39. Biden, invece, batterebbe tutti i nomi del Gop, ma la performance di Hillary gli ha reso la rincorsa impossibile o quasi. Lei vince, insomma, e il partito perde.
E veniamo al dibattito. Dove "titolari" - Hillary e Bernie - e "riserve" - Lincoln Chafee, Martin O' Malley e Jim Webb - hanno fatto a gara a chi recitava meglio il verbo del welfare: scuole per tutti dall' asilo all' università gratis (Sanders); tassi ridotti sui prestiti degli studenti attuali che hanno pagato le rette indebitandosi (Clinton); sanità pubblica universale alla europea (Sanders); ferie lunghe e permessi di maternità obbligatori per legge, non concordati o offerti dalle aziende come avviene oggi (Clinton e Sanders).
hillary clinton jimmy fallon donald trump
In un concetto: tante promesse generose e precise, e la determinazione vaga di far pagare più tasse ai ricchi. L' immagine offerta dai concorrenti è stata di un' America malata, più ingiusta e diseguale tra neri e bianchi e tra uomini e donne, ma che il Grande Governo saprà curare se guidato ancora dai Dem. Obama governa da sette anni, ma i contendenti hanno discusso come se ci fosse ancora il "nemico" Bush da cacciare via. Di rito, per tutti, la preghiera sul Global Warming da combattere e le guerre da non fare.
Sul patto commerciale degli Usa con i Paesi del Pacifico, Hillary è caduta in un flip flop alla John Kerry, quando disse «sono contro la guerra in Iraq dopo averla approvata». Lei, che al Dipartimento di Stato aveva analizzato e promosso la Keystone XL Pipeline per portare il petrolio dal Canada al Texas, ha detto, per piacere ai verdi, «ora ho concluso che sono contraria».
Il Gop userà in futuro queste gaffe, ma quando Sanders ha evitato di affondare, esclamato «il popolo americano ne ha piene le tasche delle tue dannate email», e Hillary gli ha stretto la mano ringraziandolo, la partita è finita. Il pubblico in sala, fino a quel momento diviso tra sandersiani e clintoniani, è balzato in piedi per un applauso liberatorio. In quel momento anche il fantasma di Biden è svanito: il vicepresidente sperava che Hillary uscisse ammaccata dal confronto per entrare in pista come salvatore della patria Dem.
PROTESTE CONTRO L'OLEODOTTO KEYSTONE
Ma il senatore socialista del Vermont ha scelto di non giocare la carta del server personale dell' ex segretaria di Stato e delle email classificate attaccate dagli hacker cinesi e russi a potenziale danno della sicurezza nazionale, e così la Clinton si è consolidata malgrado sia ancora sotto indagine da parte di Fbi, Ispettore generale dei Servizi Segreti e Ispettore del Dipartimento di Stato.