elly schlein giuseppe conte

DA CONTE AL CENTRO CHE NON ESISTE, TUTTE LE SPINE PER SINISTR-ELLY SCHLEIN - DOMANI L’ASSEMBLEA DEL PD CON LA SEGRETARIA MULTIGENDER CHE RIVENDICHERA’ DI AVER FATTO CRESCERE IL PARTITO, MA RESTA IL NODO ALLEANZE – CONTE NON VORREBBE SEGUIRE LA LINEA DEL DIRETTORE DEL "FATTO" MARCO TRAVAGLIO, QUELLA DEL “CONTRATTO” CON L’ALLEATO MIGLIOR OFFERENTE, MA NON SI VUOLE SEDERE AL TAVOLO COL PD COME JUNIOR PARTNER -  PER IL CENTRO LA GIRANDOLA DEI NOMI È CONTROPRODUCENTE, E RISCHIA DI AZZOPPARE IL PROGETTO…

Daniela Preziosi per https://www.editorialedomani.it/ - Estratti

GIUSEPPE CONTE E ELLY SCHLEIN

 

«È un mero adempimento da statuto. Un’assemblea senza titolo». Non c’è un dirigente del Pd che sappia spiegare bene qual è l’ordine del giorno dell’assemblea nazionale di domani, convocata alle 10 all’auditorium Antonianum di Roma, a due passi dalla stazione Termini, posto comodo per la delegazione dem che nel pomeriggio parteciperà alla manifestazione contro il ddl Sicurezza (che parte alle due del pomeriggio da piazzale del Verano).

 

Ma, al netto dello statuto, è facile previsione che buona parte della relazione di Elly Schlein sarà il bilancio del “suo” 2024. Le europee sono andate bene, il Pd è salito oltre il 24 per cento; le regionali anche, almeno secondo l’analisi della segretaria, che è: «Partivamo dal centrodestra che guidava sei regioni di quelle al voto e noi una, ora siamo 4-3».

 

In realtà, per questo calcolo, la differenza l’ha fatta la vittoria in Umbria. Ma resta che la polarizzazione Meloni-Schlein ormai è un fatto; la marcia di avvicinamento a FdI sembra ingranata. «Schlein ha scavallato», spiega un dirigente di lungo corso vicino alla segretaria.

 

ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE

«Scavallato» significa che si è guadagnata sul campo i galloni. Dentro il partito, dove anche chi ha obiezioni di metodo sulla sua guida, o di merito su qualche dossier, ormai circoscrive o ingoia il rospo: nessuno può negare che il consenso è dovuto alla linea spostata a sinistra, e al ritorno del Pd fuori dalle fabbriche e nelle piazze, insomma a quel «movimentismo» che fino a ieri le veniva attribuito come un difetto.

 

 

(...)

 

La sinistra interna – l’area di Orlando, Provenzano e Sarracino – ha chiesto una conferenza organizzativa proprio per ragionare su un partito «all’altezza della promessa». La segretaria ha detto sì, ma la cosa è passata in cavalleria. L’anno che sta per iniziare, senza grandi appuntamenti elettorali, servirà a Schlein per «consolidare il Pd». Però il partito è una grande macchina elettorale e c’è chi avverte che, «quando il Pd non ha niente da fare, si fa male».

 

 

Ma lo «scavallamento» più forte è sul piano della futura alleanza. A Schlein, da segretaria del partito di gran lunga più votato del suo campo, spetta il compito di guidare la carovana verso una coalizione. Ma la carovana traballa. La sua strategia, ammesso che si possa definire così, è chiara più per il non detto che per il detto.

 

giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti

Il detto è che il metodo resterà quello dell’inizio: del «testardamente unitario» e delle zero polemiche con il M5s. Il non detto è che nel frattempo è successo che Conte ha vinto la partita interna contro Grillo e da ora in avanti marcherà la sua autonomia. Forse anche da Atreju, la festa di FdI di cui proprio domani è ospite. La scelta di campo «progressista» l’ha fatta – con qualche stupefacente volo linguistico-teorico, come quando nega di essere di sinistra – ma dinanzi al suo elettorato in caduta libera non può apparire un gregario del Pd. Quindi alza i decibel.

 

A qualche saggio democratico che avanzava preoccupazioni, ha assicurato che non passerà mai il limite del rispetto. Ma la rivendicazione identitaria sarà il segno del 2025 e forse anche del 2026, e – al netto delle alleanze locali, solo dove Conte lo riterrà non controproducente per il M5s – la possibilità di accordo programmatico nel 2027 c’è, ma date le distanze non sarà una passeggiata di salute.

conte travaglio

 

Schlein lo sa, quindi bandisce, dove può, inutili richiami all’ordine verso l’ex premier. A cui, non si può dire apertamente, va accordato bon gré mal gré un elemento di libertà. Per evitare il peggio. Conte non vorrebbe seguire la linea del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, quella del «contratto» con l’alleato miglior offerente, ma deve marcare un posizionamento: per recuperare (anche alla coalizione) un elettorato diverso da quello del Pd.

 

«Conte non è genere da convocare a un tavolo come un alleato minore», è il messaggio inviato tramite ambasciatori. Anzi più facesse il “cespuglio”, più sarebbe possibile una rottura in zona Cesarini, cioè alla vigilia delle politiche.

 

 

All’alleanza manca ancora un aggregato del centro. Qui Schlein ormai pare convinta: l’unico schema razionale è quello indicato tempo addietro da Goffredo Bettini, con cui non a caso ha riallacciato un rapporto di confronto più caldo. All’alleanza servono tre «gambe»: «Il Pd, il M5s e un polo liberale, libertario, moderato ma modernizzatore» (queste le parole di Bettini).

 

ernesto maria ruffini

Per quel terzo polo (con le minuscole) la constatazione condivisa è che ormai va superato il binomio conflittuale Calenda-Renzi, e va lasciato crescere un processo più ampio e espansivo, con altri protagonisti. Ma la girandola dei nomi è controproducente, e rischia di azzoppare i migliori, come per esempio il direttore dell’Agenzia delle entrate («in uscita», viene assicurato) Ernesto Maria Ruffini

 

(...)

 

ernesto maria ruffini

Serve un processo reale, che parta «dal basso», meglio se valorizzando le liste civiche che, lo si vede nel voto locale, raccolgono un elettorato che vive la politica come un servizio al bene comune più che un’adesione a un partito. L’aggregazione del centro non è un affare diretto del Pd, ma non è un mistero che i centristi del Pd lo auspicano e insieme lo temono. Insomma, il 2024 è andato bene, per la segretaria, ma da ora inizia la vera lunga marcia per il 2027.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…