draghi conte armi

NON SIAMO DISPONIBILI A INVIARE ARMI SEMPRE PIÙ LETALI E PESANTI IN UCRAINA” – CONTE FA IL GUASTATORE: “NON VOGLIAMO ABBRACCIARE UNA SPIRALE DI PROGRESSIVA ESCALATION MILITARE. L’INCONTRO CON ORSINI? NON LO CONOSCO NE’ HO SCAMBIATO VALUTAZIONI CON LUI – LUI UNA RISORSA PER IL M5S? MAI CONSIDERATA QUESTA POSSIBILITA’ E MI MERAVIGLIA CHE IL SISTEMA MEDIATICO STIA INSISTENDO NEL COSTRUIRE QUESTO ARTIFICIOSO ACCOSTAMENTO: SI VOGLIONO CREARE PRESUPPOSTI PER ETICHETTARLO POLITICAMENTE ED ESCLUDERLO DALLE TV? – L’ELOGIO DI GRILLO ALLA CINA? SONO ASSORBITO DALLA POLITICA ESTERA ITALIANA…”

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI

Presidente Conte, lei oggi è stato a Casal di Principe per ricordare il prete anticamorra don Peppe Diana. Intanto continua a ribadire il suo no all'invio di armi sempre più letali. Ma non è una polemica capziosa? Le armi che già abbiamo inviato non sono letali?

«Siamo favorevoli a sostenere l'Ucraina ai fini di una legittima difesa nel perimetro dell'articolo 51 dell'Onu, ma non siamo disponibili a inviare armi sempre più letali, sempre più pesanti, abbracciando una spirale di progressiva escalation militare che può solo portare a maggiori sofferenze per la popolazione e distruzioni. Per intenderci, non siamo favorevoli all'invio di carri armati. In questo momento così delicato noi dobbiamo fare di tutto per evitare che si arrivi a un conflitto mondiale».

 

ALESSANDRO ORSINI 3

Ha chiesto l'intervento di Draghi in Aula, fino a che punto è pronto il Movimento a fare muro? I decreti sulle armi sono stati decisi con l'ok del Parlamento, Cinque Stelle compresi.

«Il Movimento 5 Stelle non mira a erigere muri ma vuole contribuire, come partito di maggioranza relativa, a determinare l'indirizzo politico che il governo dovrà far valere in tutte le sedi internazionali, ossia porre fine al conflitto lavorando incessantemente per una soluzione politica. E riteniamo che dopo oltre 60 giorni di guerra, gli italiani debbano sapere dal premier qual è l'obiettivo che l'Italia si impegnerà a perseguire in tutti i tavoli internazionali».

GUERRA IN UCRAINA - LE ARMI FORNITE AGLI UCRAINI

 

Enrico Letta l'ha indirettamente punzecchiata: ha detto che si fida del premier e che tutti devono sostenere il governo e non cercare di prendere uno o due voti in più.

«Non avvertiamo, come Movimento, la necessità di ribadire ogni giorno che abbiamo fiducia nel premier. Abbiamo votato la fiducia quando l'esperienza di governo è iniziata e l'abbiamo responsabilmente confermata in tutti i passaggi parlamentari. In uno scenario così complesso, di fronte a un evento bellico imprevisto, a difficoltà economiche che si sommano ai danni della pandemia, sentiamo il dovere di fornire il nostro contributo all'indirizzo politico e di avere un confronto davanti ai cittadini. È questa la differenza tra la democrazia parlamentare e i regimi autarchici: da noi il governo si confronta costantemente con il Parlamento».

gli usa inviano armi in ucraina

 

C'è chi vede dei punti di incontro in questa fase del Movimento con Matteo Salvini.

«La linea del Movimento corrisponde a una convinzione profonda che nasce da ideali identitari adesso richiamati nella Carta dei principi e dei valori. Quanto alle altre forze politiche non saprei dirle».

 

giuseppe conte mario draghi

Lei è tornato a chiedere uno scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese. Ma non rischia di essere solo una toppa?

«Con l'Istat che certifica l'aumento dei prezzi per i beni alimentari del 6% ad aprile e con il Censis che quantifica la perdita di valore reale delle retribuzioni dell'8,3% in dieci anni, diventa necessario intervenire in modo efficace e tempestivo con uno scostamento di bilancio. Ritengo non sia più rinviabile questo intervento.

Se verrà ritardato famiglie e imprese pagheranno un prezzo ancora più alto per le difficoltà che stanno affrontando. Le famiglie e gli imprenditori con cui quotidianamente mi confronto mi suggeriscono che siamo già fuori tempo».

ALESSANDRO ORSINI - DA OGGI

 

Cosa intende?

«Da mesi il Movimento 5 Stelle dice che è necessario sul piano interno uno scostamento di bilancio e che a livello europeo serve un Energy Recovery Fund. Si continuano a rimandare soluzioni coraggiose e a questo punto doverose, ma il costo di ogni giorno di ritardo è sulle spalle di famiglie, lavoratori e imprese. Non so altri, ma io non ci dormo la notte».

 

Si parla tanto di un suo incontro con il professor Orsini. Voi avete smentito.

Ma al netto delle smentite, lei come valuta le posizioni del professore?

«Ho già chiarito che non conosco Orsini e che non ho avuto modo di scambiare valutazioni di sorta con lui».

 

Ma Orsini potrebbe essere una risorsa per il M5S?

«Non ho mai considerato questa possibilità e mi meraviglia che il sistema mediatico stia insistendo nel costruire questo artificioso accostamento».

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Guardi, è difficile negare che le assonanze tra voi siano molteplici.

«Mi faccia capire: quando suggerite questa presunta assonanza a cosa mirate? A creare presupposti per etichettarlo politicamente ed escluderlo dalle tv? ».

 

Grillo con un post ha strizzato l'occhio alla politica estera della Cina. Lei cosa pensa della politica estera di Pechino?

«Di questi tempi sono assorbito interamente dalla politica estera italiana. Quanto alla Cina i segnali che ci arrivano li interpreterei come un atteggiamento di vigile osservazione o, se preferisce, di interessato astensionismo».

LA SITUAZIONE IN UCRAINA E LE ARMI OCCIDENTALI

 

Ora il garante è anche comunicatore M5S. Ci sono state polemiche per il suo contratto da 300mila euro. È giusto che il Movimento lo paghi?

«A Grillo abbiamo richiesto un coinvolgimento diretto nel supporto ideativo per proposte divulgative e prodotti audiovisivi per ciò che riguarda la transizione ecologica e digitale».

 

Teme questo doppio ruolo di Grillo?

«Grillo ci darà sicuramente un contributo positivo soprattutto nella scuola di formazione che partirà a breve».

 

Parlando proprio di questa novità, ormai siete pronti a lanciare la vostra scuola di formazione: come sarà?

«Sarà aperta ai giovani, a tutti gli iscritti, ai portavoce e ai cittadini che vogliono migliorare competenze, conoscenze e contribuire al bene collettivo».

 

Alle Amministrative sarete presenti con pochissime liste autonome: così il Movimento non rischia di scomparire?

«Siamo nel pieno di un percorso di ricostruzione della nostra presenza sui territori. Dateci tempo e vedrete che ne usciremo rafforzati e ben presenti da Nord a Sud».

gli usa inviano armi in ucraina MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…