intercettazioni

DOPPIO CONTROLLO INCROCIATO SULLE INTERCETTAZIONI: I PM VIGILANO SUI CARABINIERI E I CARABINIERI SUI PM. E UN GIUDICE SU TUTT’E DUE – LA RIFORMA DEL GOVERNO CARICA DI DISCREZIONALITA’ GLI INQUIRENTI. RISULTATO: AUMENTATO IL RUOLO POLITICO DELLA MAGISTRATURA. SU CHI SPUTTANARE O MENO… 

 

Stefano Zurlo per il “Giornale”

 

ANDREA ORLANDO

Dopo un quarto di secolo di furibonde polemiche e roboanti annunci di riforma, la montagna ha partorito il topolino: è pronto finalmente il decreto legislativo che regolerà la materia incandescente delle intercettazioni e limiterà, spiega la coppia Gentiloni-Orlando, gli abusi. Ma i toni enfatici sembrano fuori luogo. Tanto per cominciare, l' iter interminabile del testo governativo non è ancora finito: il decreto verrà esaminato dalle Commissioni giustizia di Camera e Senato che esprimeranno il loro parere e, dunque, i ritocchi e i ripensamenti sono sempre possibili.

 

Ma in ogni caso l' estenuante mediazione fra le diverse proposte e il tentativo di bilanciare le contrastanti esigenze hanno finito con l' annacquare i concetti. L' obiettivo è quello di fissare paletti di civiltà e impedire la pubblicazione di pagine che con l' inchiesta non c' entrano.

 

INTERCETTAZIONI

La bussola diventa quella della rilevanza penale: se un dialogo è irrilevante anche se gustosissimo e appetibile dai media deve rimanere blindato. Anzi, non potrà nemmeno essere trascritto. Per rafforzare la svolta, la nuova legge prevede che gli stessi pm e i giudici non possano più mettere in pagina, nei loro provvedimenti, intercettazioni a pacchi, come è sempre avvenuto fra lo scandalo dei giuristi e l' euforia della claque giacobina. D' ora in poi si dovranno selezionare i brani «essenziali». Quelli e solo quelli potranno essere dati in pasto ai lettori.

 

Il passo in avanti c' è, ma più sulla carta che nella sostanza: conoscendo il bizantinismo delle leggi italiane è lecito essere pessimisti. Il meccanismo messo in piedi si presenta suggestivo nella formulazione ma farraginoso nella declinazione, perché lascia troppo spazio alla discrezionalità degli operatori. Spiega il ministro Andrea Orlando: «Vi è un primo vaglio della polizia giudiziaria, sotto il controllo del magistrato che conduce le indagini, per togliere ciò che non è penalmente rilevante».

 

INTERCETTAZIONI

Perfetto, ma dove passa la linea di confine? Ancora di più nella fase concitata e mai lineare delle indagini in cui non ci sono certezze. «Il secondo passaggio - aggiunge Orlando addentrandosi dentro un vero labirinto - è il vaglio del magistrato e, se necessario, è previsto anche il contraddittorio con la difesa per verificare cosa è rilevante o no. L' ultima parola spetta poi al giudice terzo».

 

Tre, se non quattro laboriosi passaggi per non fare torto a nessuno e salvaguardare il sacrosanto diritto all' informazione. Funzionerà? «Il provvedimento che abbiamo approvato - insiste Orlando - non restringe la possibilità dei magistrati di utilizzare le intercettazioni, non interviene sulla libertà di stampa e sul diritto di cronaca, interviene solo su come vengono selezionate le intercettazioni». Basterà per frenare il flusso incontrollato che va avanti da Mani pulite? «Temo di no - risponde Nicola Madia, avvocato e assegnista di diritto penale all' università di Tor Vergata - la norma è contorta e genererà innumerevoli contenziosi. Molti Paesi europei hanno scelto una via più drastica e netta, quella che blocca la divulgazione, almeno fino a un certo punto del procedimento».

magistrati

 

Il premier Paolo Gentiloni la pensa diversamente: «Abbiamo trovato una soluzione giusta ed equilibrata». Presso l' ufficio del pm viene istituito un archivio riservato delle intercettazioni la cui «direzione» e «sorveglianza» sono affidate al procuratore della Repubblica. Ulteriore sbarramento, l' accesso alla stanza segreta sarà consentito solo a giudici, difensori e ausiliari autorizzati, con registrazione della data e dell' ora di ingresso. L' intento è lodevole, ma è facile scommettere: il succulento mangime avvelenerà ancora l' opinione pubblica.

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