renzi d alema dalema

“NON TORNO NEL PD, NON SONO UN MILITANTE” - D’ALEMA RISPONDE AL TEOREMA RENZI CHE IMMAGINAVA IL RIENTRO DELLA “DITTA” NEL PARTITO DEMOCRATICO DOPO LA SUA SCISSIONE - IL "CONTE 2" E’ NATO CON LA MAGGIORANZA PD-M5S-LEU E SE ADESSO GLI EX TORNASSERO A CASA DIVENTEREBBE PD-M5S-ITALIA VIVA, CONSEGNANDO SUBITO A MATTEUCCIO UN POTERE DI CONDIZIONAMENTO…

Alessandro Di Matteo e Francesco Rigatelli per “la Stampa”

 

d alema boschi renzi dalema

Niente "turn-over" nel Pd, almeno per ora. La "profezia" di Matteo Renzi («Io esco, nei prossimi mesi rientrano D'Alema, Bersani, Speranza») al momento non si avvera e a chiarirlo sono proprio i diretti interessati. Gli ex Pd di "Articolo 1" chiedono un cambio di linea politica, ma probabilmente ci sono anche ragioni più tattiche a consigliare prudenza: non accrescere il peso specifico dei gruppi renziani negli equilibri della maggioranza di governo.

 

Nicola Zingaretti, del resto, non ha fretta, per ora cerca di serrare le file del partito e comincia proprio con i sindaci Pd, tra i quali molti sono di fede renziana ma che non hanno seguito il leader e ora chiedono spazio nel partito: «Ottima riunione con tanti sindaci italiani, ora saranno protagonisti della nuova stagione che vogliamo aprire, portiamo il Pd nel futuro».

 

D'Alema dice la sua a Milano, ad un forum della società di consulenza Ernst & Young al teatro Manzoni: «Non torno da nessuna parte, non sono un militante».

DALEMA RENZI

L' ex premier è netto e rivendica il suo curriculum "riformista", di fatto rispondendo ai ragionamenti fatti da Renzi: «Leggo ricostruzioni fantasiose sul mio conto, come se io non fossi stato un riformista. Potrei anche cantare Bandiera rossa, che è una bella canzone, ma insieme ad altri ho portato l' Italia nell' euro, il mio governo aveva come ministro dell' Economia Ciampi, con l' amministrazione Clinton abbiamo fatto la guerra nei Balcani e con Bush preso il comando di un' operazione di pace in Libano».

 

roberto speranza

Parole simili le pronuncia Roberto Speranza: «Noi non siamo usciti dal Pd per Renzi e non saranno le scelte di Renzi a farci rientrare». Ma, appunto, ci sono anche gli equilibri del governo da tenere presenti: il "Conte 2" nasce con la maggioranza Pd-M5s-Leu e se adesso gli ex Pd tornassero a casa diventerebbe Pd-M5s-Italia viva. Meglio mantenere la distinzione, per ora, anche per bilanciare il condizionamento renziano.

 

DALEMA RENZI

Del resto, se è vero che anche i sindaci renziani sono rimasti nel Pd, da Dario Nardella a Giorgio Gori, resta il fatto che i primi cittadini chiedono ora di contare di più e tirano Zingaretti esattamente nella direzione opposta a quella di D' Alema e Bersani. Dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro che ieri ha partecipato all' incontro con Zingaretti: «Abbiamo sottolineato che i sindaci hanno svolto un ruolo importante nel fermare la scissione.

Servono meno correnti e bisogna valorizzare i sindaci, che il populismo lo hanno già battuto sul territorio».

 

DARIO NARDELLA 1

Soprattutto, avverte, non si può lasciare il terreno riformista al solo Renzi: «Non si può tornare allo schema Pds-Margherita, dobbiamo rilanciare una vocazione maggioritaria, un rilancio vero. Serve un Pd innovativo, i sindaci possono dare una mano. Abbiamo trovato Zingaretti molto attento e disponibile».

 

"Italia viva" intanto si organizza in parlamento: 14 senatori, compresa la ex Fi Donatella Conzatti, e 23 deputati. Di fatto, solo una minoranza dei parlamentari fedeli all' ex premier. Renzi per ora usa toni soft: «Non mi tireranno fuori mezza parola contro Nicola che e' un amico. Non esco dal Pd con rancore, odio e antipatia». Ma nel Pd c' è chi teme una scissione col contagocce, studiata a tavolino.

renzi zingaretti

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