renzi pd

CHI LO DICE AL DUCETTO CHE, SECONDO I SONDAGGI, PRENDERA' GLI STESSI VOTI DI BERSANI, QUELLO DELLA 'NON-SCONFITTA'? IL PD DI MATTEO E' PIANTATO AL 26% - L’8% E' A SINISTRA DEL NAZARENO, MA NESSUNO VUOLE ALLEARSI CON RENZI – IL CENTRODESTRA UNITO, INVECE, ARRIVA AL 34% - PRIMO PARTITO RESTA M5S CON IL 27,6%  

 

Ilvo Diamanti per la Repubblica

 

selfie di renzi con i ragazzi alla festa per i dieci anni del pd

Si è aperta una lunga stagione elettorale. Si concluderà con le prossime elezioni politiche. Probabilmente, in marzo. Intanto, altre scadenze si susseguono, a ritmo serrato. La prima, domenica prossima: il referendum sull' autonomia di Lombardia e Veneto. Quindi: il rinnovo del Presidente e dell' Assemblea regionale in Sicilia. A inizio novembre. Mentre altre elezioni, che si svolgono in altri Paesi, suscitano tensione anche da noi. Il risultato di ieri, in Austria, allunga l' ombra della destra populista. Anche su di noi. Mentre il voto in Catalogna, a favore dell' indipendenza, espresso una settimana fa, continua a produrre dibattito e conflitti. Non solo in Spagna. Nel frattempo, la Camera ha votato sul nuovo sistema elettorale. Il (cosiddetto) "Rosatellum" (bis). Approvato, tra polemiche accese, nei giorni scorsi.

 

RENZI PD

Questo sondaggio dell' Atlante politico di Demos è stato condotto proprio mentre si svolgeva il dibattito parlamentare. La cronologia è importante per chiarire che il clima d' opinione rilevato dai dati potrebbe risentire di questi eventi. Destinati, comunque, a produrre altri effetti, più avanti. Ce ne occuperemo, certamente, nelle successive rilevazioni. In questa occasione, però, non emergono grandi scostamenti, rispetto agli ultimi mesi. E alle settimane recenti. Le stime elettorali segnalano, invece, grande stabilità. Come la fiducia nel governo, intorno al 41%.

 

Il M5S e il Pd continuano a contendersi il primato, anche se entrambi perdono qualcosa. Il M5S si conferma primo partito, con il 27,6%, seguito, a poco più di un punto percentuale, dal Pd. Mentre Lega Nord e Forza Italia seguono, distanziati. Con circa il 14-15% dei voti ciascuno. Entrambi i due principali partiti della destra, però, mostrano una crescita, per quanto limitata (un punto). Infine, le altre formazioni (minori, per peso elettorale), a Sinistra e a Destra, risultano stabili. Oppure mostrano variazioni molto lievi.

 

RENZI BERSANI

Tuttavia, i partiti a sinistra del Pd, insieme, sfiorano l' 8%. Ma, viste le tensioni politiche di questo periodo, è difficile immaginare che i loro voti siano sommabili a quelli del Pd. (Salvo, forse, nel caso del Campo Progressista di Pisapia). Mentre i partiti della Destra risultano ben più compatibili. Insieme, FI, Lega e Fd' I sfiorano il 34%. Lo scorso marzo non raggiungevano il 30%. Il Centrodestra appare, dunque, l' area politica maggiormente in crescita. Emerge, così, una rappresentazione "tripolare" del sistema politico italiano e si delinea uno scenario molto incerto. Che difficilmente verrà chiarito dalle prossime elezioni. Tanto più (o tanto meno) dopo l' approvazione della nuova legge elettorale, di impianto prevalentemente proporzionale.

 

PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA

È, dunque, lecito attendersi un periodo di grande instabilità e imprevedibilità. Anche dopo le elezioni. Tanto più perché le prossime, imminenti, scadenze elettorali sono destinate a produrre tensioni territoriali molto marcate. In particolare, il referendum sull' autonomia regionale, che si svolgerà fra una settimana in Lombardia e in Veneto. Dove non sappiamo se otterrà il quorum necessario. Cioè, se andrà a votare la maggioranza degli aventi diritto. (In Lombardia non è richiesto). I sondaggi possono approssimare l' esito del voto, molto difficilmente il grado di partecipazione. (Perché i cittadini intervistati si dimostrano reticenti. E, spesso, preferiscono sottrarsi all' intervista, preventivamente).

 

BERLUSCONI E SALVINI

Tuttavia, il sondaggio di Demos mostra come il grado di informazione, al proposito, sia molto esteso ed elevato. Quasi 7 elettori su 10, in Lombardia, e quasi 8 in Veneto, infatti, dicono di essere a conoscenza della scadenza elettorale e della questione sulla quale saranno chiamati a votare. Tuttavia, dicono di esserne informati anche (più di) 4 italiani su 10. Pressoché tutti, inoltre, conoscono la ragione della consultazione. Sanno, cioè, che si voterà per rivendicare non la secessione, ma maggiore autonomia.

 

Dunque, per attribuire più poteri alla regione. È questa, d' altronde, la prospettiva auspicata da una larga maggioranza di lombardi e soprattutto veneti. Tra i quali, peraltro, emerge una componente significativa di "secessionisti": 15%. Un dato che marca la specificità veneta, anche rispetto alla Lombardia. Perché in Veneto la distanza dallo Stato nazionale appare - come in passato - più forte e radicata. (Il fenomeno leghista, d' altronde, venne anticipato dai risultati ottenuti dalla Liga Veneta, nei primi anni Ottanta. Per la precisione: alle elezioni politiche del 1983).

 

MARONI ZAIA REFERENDUM

Le conseguenze dell' autonomia attesa e desiderata, peraltro, vengono considerate vantaggiose, anzitutto, per i cittadini di queste regioni. Molto meno per l' Italia. Tuttavia, c' è un' ampia maggioranza di persone che sottolinea le implicazioni "politiche" del referendum. Finalizzato, senza troppi sottintesi, a rafforzare il consenso dei governatori e del partito di governo, in queste regioni. In altri termini: la Lega.

 

Così non sorprende il favore verso le ragioni dell' indipendenza catalana espresso da un' ampia componente di lombardi e di veneti. Un orientamento particolarmente forte fra gli elettori della Lega, com' era prevedibile. Ma soprattutto dalla base del M5S. Anche, riteniamo, per adesione al referendum, in quanto metodo di democrazia diretta. Peraltro, la rivendicazione "secessionista" risulta molto estesa fra i leghisti (20%). Ma il sentimento autonomista, insieme a quello separatista, supera il 60% dei consensi anche fra gli elettori del M5S. E contribuisce a precisare il significato della spinta autonomista che si leva nel Nord.

zaia salvini maroni

 

In particolare nel Lombardo- Veneto. Ma soprattutto in Veneto. Sottende un' identità radicata insieme a valutazioni di interesse. In particolare: la domanda di rinegoziare, a proprio vantaggio, lo scambio fiscale con lo Stato. Infine, riflette insoddisfazione e protesta contro le istituzioni e contro il sistema dei partiti. Così conviene prendere sul serio questo referendum. Anche se la spinta (ultra)autonomista del Lombardo-Veneto non prevalesse: il solco che separa i cittadini dallo Stato centrale rischia di allargarsi.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…