LE OLIMPIADI PER NON MORIRE - FRANCESCO MERLO: I GIOCHI POSSONO ESSERE PER ROMA IL NUOVO GIUBILEO: RINUNCIARE ALLO SVILUPPO PER PAURA DELLA MAFIA NON È LA MANIERA PIÙ VILE DI ARRENDERSI ALLA MAFIA?

Francesco Merlo per “la Repubblica

 

RENZI MALAGO' RENZI MALAGO'

Le Olimpiadi per non morire. Sembrerebbe, questa candidatura ai giochi del 2024, l’ultima cosa da fare. E invece è la prima. E non per la vanagloria dell’Italia dei carini con la retorica del made in Italy esibita ieri da Giovanni Malagò, tedoforo dell’opacissima trasparenza del Coni. Né si può fingere, come ha fatto il sindaco Marino, che Roma «città per bene» non somigli a Buzzi e Carminati e sia solo vittima e non anche complice, forse persino peggiore di loro.

 

Il punto è che quando tocchi il fondo solo il superfluo trascina il necessario. E Roma, che da sola non ce la fa, ha bisogno delle Olimpiadi per rinascere o fallire. E il 2024, che non è poi così lontano, può diventare il nuovo Giubileo, il piccolo Big Bang della città smarrita che si ritrova nell’universo dello sport.

 

Sconvolgendo, per cominciare, l’arretratezza del sistema viario e il degrado del manto stradale, Roma può diventare più Roma, perché le Olimpiadi accelerano e parificano, e puliscono pure le strade. E anche con i bilanci in rosso sarebbero comunque ricchezza, risorse, opportunità, nuovi posti di lavoro, il riscatto di una città che è la grande bellezza svillaneggiata dal mondo perché «la corruzione a Roma — ha scritto il New York Times — solleva nuove domande circa la capacità dell’Italia di riformarsi».

RENZI E MALAGO coppa italia foto di stasi gmt RENZI E MALAGO coppa italia foto di stasi gmt

 

E le Monde ha parlato di una grande piovra nera. Insomma, Carminati e Buzzi degradano a suburra non una città ma il cuore dell’Italia, il suo essere Universo senza frontiere e in perenne esposizione. E qui si capisce bene che se l’Expo “espone” Milano, nel senso che la mette a rischio perché nella lingua italiana “esposizione” è anche il conto bancario scoperto, ed “esposto” è l’avvio di un’azione giudiziaria, le Olimpiadi di Roma

 

esporrebbero l’intero paese, la macchina della nuova Italia, lo Stato, il governo Renzi che, per la prima volta, si misurerebbe con la concretezza di un ottimismo sinora soltanto declamato.

 

Il “cambia verso” qui diventerebbe cantieri, treni e navette, ex mercati da trasformare in stadi, il ripristino dell’Accademia della scherma di Luigi Moretti e di tutto il Foro Italico che sarebbe un magnifico parco olimpico, del Velodromo, della città dello sport mai finita con le piscine di Calatrava, qualche nuovo Palazzetto, edifici in disuso da far diventare arene, ex cinema da riadattare…

 

Non affari per i soliti costruttori- corruttori, per la canea avida degli speculatori e palazzinari romani che non appena ieri Renzi e Marino e Malagò hanno pronunziato la parola Olimpiadi si sono leccati i baffi di cemento, ma “la svolta buona” della grazia e della sapienza edificatoria combinata con l’intelligenza urbana e sorretta dall’interesse economico lecito.

MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

 

Insomma, un’operazione laica, simbolica e keynesiana, la fine di un lungo ciclo di handicap, come avvenne nel 1960 nella Roma del miracolo economico; a Barcellona che smise di essere provincia; a Torino, che i giochi invernali restituirono alla cultura e all’eleganza; a Tokyo che nel ‘64 divenne metropoli globale, a Sydney che si trasformò in capitale dell’energia ambientalista, e persino a Monaco, che nel ‘72, nonostante la strage del Settembre nero, si fece vetrina della nuova economia bavarese.

 

Certo, ci sono anche città che non ce l’hanno fatta e cito per tutte Atene, il cui default cominciò con i cinque cerchi. Tanto più che a Roma qualsiasi investimento oggi corre il rischio della mafia. Ma forse contro la mafia, non bisognerà più investire a Roma?

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

Dobbiamo abbandonare la capitale d’Italia? E non sarebbe, il rinunciare al progresso e allo sviluppo per paura della mafia, la maniera più vile di arrendersi alla mafia?

Per alcuni la mafia cresce nella povertà e nel sottosviluppo, per altri nella ricchezza e nello sviluppo, ma dovunque si combatte con polizia e magistratura, con la dura pazienza della politica, con l’eroismo dell’impegno quotidiano, con il rischio d’impresa che è fatto di innovazione e perciò anche di Olimpiadi.

 

Una scossa tellurica per ricominciare, dunque; per guardarsi allo specchio, farsi il check-up e progettare il proprio futuro in competizione, pensate, anche con Parigi, che ha posto la candidatura dopo che le Monde aveva chiesto ai francesi se fosse meglio «l’Expo del 2020 o le Olimpiadi del 2024 per uscire dalla crisi e togliersi di dosso il pessimismo».

ignazio marino e il dalai lama che sbadigliaignazio marino e il dalai lama che sbadiglia

Più scaltro Marino vuole togliersi di dosso er Cecato e sfilarsi dal mondo di mezzo.

 

E c’è il rischio che Renzi creda di cavarsela con l’ennesimo annuncio. Tanto il 2024 è lontano. E invece bisognerebbe riuscirci davvero a gareggiare, in trasparenza, con il resto del mondo. E sarebbe fantastico che partendo in coda vincessimo l’eterno derby perché «le palle di nuovo gli girino» a loro che soffrono dell’antichissimo “complesso di Vercingetorige”, il gallo che già una volta le buscò.

 

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...