vladimir putin voldemort

È FINITA LA PACCHIA DELLE DEMOCRAZIE - SABINO CASSESE: “SE C'È UNA COSA CHE DEVE PREOCCUPARCI PER IL FUTURO, È PROPRIO LA FRATTURA CHE DIVIDE I PAESI DEMOCRATICI DA QUELLI NON DEMOCRATICI. UN VICINO DEMOCRATICO È PIÙ PROBABILMENTE PACIFICO DI QUANTO LO SIA UN VICINO NON DEMOCRATICO. VICEVERSA, ALLE AUTOCRAZIE NON FA PIACERE AVERE VICINI DEMOCRATICI. IL PROBLEMA OGGI NON È QUANTI PAESI SONO DEMOCRATICI, MA QUANTA PARTE DELLA POPOLAZIONE MONDIALE VIVE IN STATI NON DEMOCRATICI…”

Sabino Cassese per il “Corriere della Sera”

 

sabino cassese foto di bacco

Il pendolo oscilla nuovamente verso lo Stato. Il grande sociologo e storico americano Charles Tilly ha scritto che gli Stati fanno le guerre e le guerre fanno gli Stati. Anche il multilateralismo è vittima della guerra in Ucraina.

 

Le migliaia di organizzazioni internazionali, nonostante i grandi proclami di pace, non sono riuscite ad assicurarla. Il Segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (il cui costo complessivo annuo è stimato intorno a 50 miliardi di dollari) ha scritto sul «Corriere della Sera» del 10 febbraio che «la governance globale sta fallendo nel momento in cui il mondo dovrebbe essere unito per risolvere i problemi globali».

Ramzan Kadyrov Vladimir Putin

 

Si riaffacciano tendenze autoritarie e reazioni nazionalistiche, mentre si registra un declino della democrazia, della libertà e dei valori propri dell'Occidente. La rete dei poteri sovranazionali costruita dopo la Seconda guerra mondiale non riesce a tenere sotto controllo gli Stati.

 

Sul lato dell'economia, si lamenta la fine di tre decadi di globalizzazione. Prima la pandemia, poi la guerra, costringono a modificare le catene di approvvigionamento (le «supply chains»).

 

La produzione ridiventa nazionale, si ricerca l'autosufficienza, ricompare il protezionismo, le imprese cercano di rilocalizzarsi, riportando a casa quelle attività che erano state delocalizzate in Paesi asiatici o dell'Est Europa («reshoring»). A questo controesodo fa riscontro il nazionalismo economico. È stata una grande illusione che l'interdipendenza economica avrebbe allontanato i conflitti bellici.

 

XI JINPING VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA DI GIANNELLI

Queste conclusioni sono solo parzialmente vere e molte sono frutto di un difetto di ottica.

Innanzitutto, la globalizzazione è un fenomeno molto più complesso: non riguarda soltanto la costituzione di ordini giuridici globali e l'apertura internazionale delle economie.

 

Il filosofo tedesco Jürgen Habermas l'ha così sintetizzato, nel 2006: «Per globalizzazione si intendono i processi cumulativi di espansione mondiale del commercio e della produzione, dei mercati delle merci e finanziari, della moda, dei media e dei programmi per computer, delle reti di notizie e di comunicazione, dei sistemi di trasporto e dei flussi migratori, dei rischi generati da tecnologie usate su larga scala, da danni ambientali ed epidemie, nonché da criminalità organizzata e terrorismo».

Xi Jinping e Vladimir Putin

 

La globalizzazione ha registrato, negli ultimi trent' anni, grandi successi, a cui nessuno vuole rinunciare. Due in particolare: ha ridotto le diseguaglianze tra le varie parti del mondo e allungato la durata della vita nei Paesi in via di sviluppo.

 

Inoltre la globalizzazione, come osservano gli storici, ha cicli. Sta ora cambiando: come ha osservato Sergio Fabbrini, bisogna parlare di ri-globalizzazione, più che di de-globalizzazione.

vladimir putin.

 

La pandemia ha creato una «comunanza globale» mai vista prima, così come l'approvvigionamento di vaccini è stato oggetto di accordi sovranazionali, che però hanno creato nuove fratture, a danno dalla parte più povera del mondo.

 

In terzo luogo, le crisi sono fattori di sviluppo delle solidarietà sovranazionali, come aveva osservato nel 1974 l'allora ministro tedesco delle Finanze Helmut Schmidt, dicendo che «l'Europa vive di crisi». Infatti, la crisi finanziaria del primo decennio del nostro secolo ha portato a un rafforzamento del G20; quella del debito all'Unione bancaria europea; quella prodotta dalla pandemia a un rafforzamento della capacità di spesa dell'Unione europea; l'aggressione della Russia all'Ucraina sta rafforzando l'Unione europea e producendo alleanze inedite: gli Stati sembrano fare a gara nella solidarietà verso gli aggrediti.

 

globalizzazione

A dispetto delle previsioni, nonostante pandemia e guerra nel teatro europeo, la quota delle esportazioni sulla produzione nazionale cresce, gli investimenti esteri diretti non finanziari aumentano, le imprese continuano a finanziarsi sui mercati internazionali dei capitali e le migrazioni non sono terminate.

 

Dunque, quelli che negli anni 40 e negli anni 50 del secolo scorso sognavano un mondo meno dominato dal nazionalismo e più cosmopolitico non si sono illusi. Mi riferisco, ad esempio, ad un autorevole collaboratore del «Corriere della Sera», il germanista e romanziere Giuseppe Antonio Borgese, di cui ricorre quest' anno il settantesimo anniversario della morte e il centoquarantesimo della nascita.

 

SCHMIDT HELMUT

Borgese fu autore di un libro, pubblicato nel 1953, un anno dopo la sua morte, intitolato «Fondazioni di una Repubblica mondiale», diretto ad illustrare quel «Disegno preliminare di una costituzione mondiale» a cui lui ed altri grandi intellettuali avevano lavorato. Il quadro non sarebbe completo se non ricordassi che le due ultime crisi, prodotte dalla pandemia e dalla guerra nel teatro europeo, hanno messo in luce anche la pochezza di alcune dirigenze nazionali e la debolezza di molte istituzioni, a partire dall'Organizzazione delle Nazioni unite e dal suo organo centrale, il Consiglio di sicurezza, per il quale un autorevole economista, Jeffrey Sacks, ha proposto una radicale riforma. Il presidente della Federazione russa, nel 2015, proprio all'Assemblea delle Nazioni unite, nei giorni in cui si festeggiavano i suoi settant' anni, fece un discorso contro «l'esportazione di rivoluzioni democratiche». Se c'è una cosa che deve preoccuparci per il futuro, è proprio la frattura che divide i Paesi democratici da quelli non democratici.

 

globalizzazione1

Un vicino democratico è più probabilmente pacifico di quanto lo sia un vicino non democratico. Viceversa, alle autocrazie non fa piacere avere vicini democratici. Il problema oggi non è quanti Paesi sono democratici, ma quanta parte della popolazione mondiale vive in Stati non democratici: la decisione dell'Assemblea delle Nazioni unite che ha condannato l'aggressione russa è stata approvata con 141 voti a favore su 193, 5 contrari e 35 astenuti, ma gli Stati contrari e astenuti comprendono più della metà degli abitanti del mondo.

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…