piero fassino meme stipendio

FASSINO, UN MEME VIVENTE - GUSTOSO RITRATTO DI PIERO FASSINO BY PINO CORRIAS: “A PARTE IL MASOCHISMO, HA POCHE PASSIONI: LA JUVE, IL JAZZ, LE MELANZANE ALLA PARMIGIANA. NATURALMENTE LE DONNE CON LE QUALI, D’ALEMA DIXIT, ‘SI TROVA COME UN CAVATAPPI IN UN’ENOTECA’. ESUBERANZA CHE DA QUALCHE TEMPO PERFEZIONA AGGIUNGENDO PREZIOSE RASSEGNE DEI PROPRI SELFIE CHE SPEDISCE ALLE SUE PRESUNTE AMMIRATRICI” – IL CELEBRE “ABBIAMO UNA BANCA”, LE PREVISIONI SBAGLIATE, LE GITE A BORDO DELLO YACHT ELECTA CON BAZOLI...

Estratto dell’articolo di Pino Corrias per “il Fatto quotidiano”

 

PIERO FASSINO - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

Ma come li scelgono, come li selezionano per allestire il disastro? Primeggia per efficacia e per età Piero Fassino, l’eterno incursore che con parole e gesti al plastico, di tanto in tanto, squarcia la chiglia del partito e poi si accomoda sulla prua per vedere il panico e anche la sfiga che è stato capace di generare tra le schiume della cronaca e della politica. Che il pubblico iracondo trasforma in satira, rancori persistenti. E immediati voti a destra.

 

“Noi parlamentari – ha detto l’altro giorno issandosi sui velluti della Camera dei deputati – guadagniamo solo 4.718 euro al mese”, altro che stipendi d’oro. Lo ha detto sventolando il cedolino come fosse il suo personale certificato di buona condotta.

 

Per poi godersi (con tutti i 13mila euro mensili in tasca) la pioggia di uova, arance, pomodori e altre sottigliezze contabili che gli sono piovute sul suo fresco di lana stazzonato che indossa – secondo la storica testimonianza della signora Elsa, la sua tata di infanzia torinese – da tre quarti di secolo, cravatta compresa.

 

piero fassino alla camera sventola il cedolino del suo stipendio da deputato

[…] La super balla dei parlamentari indigenti, Piero Fassino se l’è giocata al momento giusto, mentre tutti gli equipaggi democratici remavano a favore del salario minimo […].

 

[…] In 60 anni di carriera, sui 74 anagrafici, Piero Fassino è stato e ha detto quasi tutto: viva e abbasso l’Unione Sovietica, viva e abbasso la Cina, abbasso e viva l’America. È stato militante comunista e post comunista, dirigente, sette volte deputato, segretario del partito, sindaco, due volte ministro, una volta sottosegretario. Ha irriso Grillo: “Vuol fare politica? Fondi un partito e vediamo quanti voti prende”. Ha sfidato Chiara Appendino e ha perso la poltrona di primo cittadino a Torino.

 

le profezie di piero fassino meme 3

La passione politica viene dal padre che fu comandante partigiano, compagno d’armi di Enrico Mattei che nel Dopoguerra lo nominò concessionario Agipgas per il Piemonte. Per questo Piero nasce benestante ad Avigliana, anno 1949.

 

Cresce circondato dal grigio della città fabbrica e dalla immobilità del partito che assorbe […] l’invasione dell’Ungheria, anno 1956, e poi della Cecoslovacchia: i carri armati mandati da Mosca a spazzare via da Praga la Primavera, anno 1968. Quella volta Piero annota: “Capii che la libertà viene prima di ogni altra cosa”.

 

Ma siccome è appena uscito dal liceo dei gesuiti, fa il contrario, iscrivendosi al partito, dove si trova subito benissimo: segretario della federazione giovanile provinciale, tanti saluti alle ceneri di Jan Palach.

 

Giuliano Ferrara ai tempi del Pci con Berlinguer e Fassino

Apostolo della disciplina di partito e dell’etica del lavoro, veste in giacca e cravatta, combatte ogni deriva movimentista, detesta i No-Tav. Ammira (invece) tutti quelli che galleggiano a destra, “dall’amico Giuliano Ferrara”, al “leale” Mastella. Sarà il primo a riabilitare Bettino Craxi, “una figura da inserire nel Pantheon del Partito democratico”. Al quale annette volentieri anche le banche e i banchieri. Resta celebre il suo “Abbiamo una banca!”, nella telefonata registrata con Giovanni Consorte, il capo di Unipol, impegnato nella scalata alla Bnl, anno 2005.

c e busta per te lo stipendio di fassino meme by emiliano carli

 

Un po’ meno note sono le sue estati a bordo dello yacht Electa, 40 metri con bandiera del Principato di Monaco, in compagnia dell’emerito di Banca Intesa, Giovanni Bazoli. […] a casa gli piace rigovernare i piatti dopo le cene, […] nel partito riordina le sedie dopo le riunioni e persino le correnti dopo le scissioni.

 

PIERO FASSINO MASSIMO DALEMA

Specie in quei sette anni da segretario del partito, 2001-2007, che allora si chiamava Ds, Democratici di sinistra, ma anche Democratici sinistrati, visto lo strapotere di Berlusconi che si era preso il governo e tenuto le tv, grazie alla permanente guerra fratricida dei progressisti, cominciata con l’isolamento di Occhetto, con le mine antiuomo disseminate per divertimento da Bertinotti, con l’insonne congiura di D’Alema contro Prodi e contro se stesso, con la deriva prima kennediana e poi artistica di Veltroni.

 

qualcuno faccia mangiare fassino

Fino al segreto accordo con l’ammirato nemico, rivelato alla Camera da Luciano Violante: “Lei sa benissimo, onorevole Berlusconi, che le avevamo dato piena garanzia – non da adesso, ma dal 1994 – che non sarebbero state toccate le sue televisioni”. A ogni bivio della Storia, lui si mantiene in scia.

 

Ieri l’altro stava con Stefano Bonaccini, […] Oggi sta con Elly Schlein […]. A parte il masochismo, Piero ha poche passioni: la Juve, il jazz, le melanzane alla parmigiana. Naturalmente le donne con le quali, D’Alema dixit, “si trova come un cavatappi in un’enoteca”. Esuberanza che da qualche tempo perfeziona aggiungendo preziose rassegne dei propri selfie che spedisce in omaggio alle sue presunte ammiratrici. Chiede attenzioni, direbbe lo psichiatra. Ma come con il magro cedolino, incassa risate.

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