silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

SI SALVINI CHI PUO’! LA FEDERAZIONE DI CENTRODESTRA RISCHIA DI SALTARE SUL CANDIDATO SINDACO DI MILANO – “IL CAPITONE” CERCA ANCORA UN CIVICO (MA GLI ALLEATI SPINGONO LUPI). IN CALABRIA IL LEADER LEGHISTA  È DISPOSTO A LASCIARE L' ULTIMA PAROLA SULLA SCELTA A BERLUSCONI – NONOSTANTE IL CAV ABBIA PARLATO DI PARTITO UNICO, IN FORZA ITALIA IN MOLTI RIPETONO CHE “PER LA FEDERAZIONE NON C'È ALCUNA RIUNIONE PREVISTA”

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

La tela difficile della federazione. Se mai Salvini ne avesse dubitato, la giornata di ieri glielo ha garantito: tenere insieme le forze, e magari attrarne di nuove, è un lavoraccio. Il che, va detto, non lo ha scoraggiato: i suoi lo descrivono come motivatissimo e pienamente calato nel ruolo di unificatore del centrodestra, «anche a costo di pagare qualche pedaggio».

 

Sulla carta, infatti, per la Lega ieri è stato un giorno non proprio memorabile. Giorgia Meloni - che è Roma - ha portato a casa non solo il candidato sindaco per la Capitale, Enrico Michetti, ma anche il ticket - proposto da Vittorio Sgarbi - con una personalità di grande prestigio come la magistrata Simonetta Matone, che peraltro il leader leghista avrebbe voluto come candidata numero uno: negli ultimi giorni l' ha sentita più volte, incluso ieri sera prima di cena. Ma appunto, la parola d' ordine ormai è «federare»: e così, oggi incontrerà anche Michetti.

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

Per contro, Salvini - che nelle mappe mentali è Milano - ha dovuto chiedere una settimana di tempo in più per individuare il frontman nel capoluogo lombardo. Nella partita milanese il leader leghista rischia di vedersi incalzato. Con Forza Italia e Fratelli d' Italia che gli ripeteranno ogni giorno - hanno già cominciato - che se a Milano non ci fosse un candidato civico competitivo con Beppe Sala ( «cosa che ormai appare complicata» dice un azzurro) avrebbe senso lanciare in corsa Maurizio Lupi, assai noto e universalmente identificato con il centrodestra.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Un pressing discreto ma insidioso: se Salvini dicesse no, dovrebbe farsi carico completamente di un candidato dalle dubbie chance di successo. «Per giunta - dice un noto salviniano milanese - sarebbe fin troppo facile dire che Salvini, come federatore, ha dimostrato i suoi limiti». Se dicesse sì, proprio lui che per primo ha detto di volere candidati civici, secondo i leghisti «noi come partito avremmo già perso: Meloni con i civici a Roma, noi con un politico di lungo corso a Milano».

 

Il manager Riccardo Ruggiero, il comunicatore Oscar di Montigny, il primario Gian Vincenzo Zuccotti sono i nomi che continuano a rotolare nella bussola. Per tutti, il problema è che sono poco noti all' elettorato, cosa certificata da alcuni sondaggi. Anche se Salvini ripete che «noi non campiamo di pane e sondaggi, il criterio è la qualità».

BERLUSCONI MELONI SALVINI

 

In ogni caso, il dado è tratto. Salvini continuerà a cercare di tenere tutti insieme in vista del sommo bene di un centrodestra unico nel 2023. Lo prova anche il fatto che il leader leghista in Calabria è disposto a lasciare l' ultima parola sulla scelta del candidato presidente a Forza Italia: anche se qui il presidente oggi è il leghista Antonino Spirlì. D' altronde, i sondaggi che Salvini non guarda sembrano premiare il Salvini che unisce: un' indagine Emg che ieri in Lega passava di mano in mano attribuiva una piccola ripresa per la Lega, e anche una leggera flessione di Fratelli d' Italia. Insomma, il terreno è da contendersi palmo a palmo.

maurizio lupi 1

 

Con il rischio, però, che Forza Italia possa sabotare il percorso verso la federazione.

Salvini da Bruno Vespa ha rivelato che Silvio Berlusconi gli ha «proposto il partito unico. Io gli ho detto: non si fa in un quarto d' ora, non è che in 15 giorni inventi il partito unico». Però, in Forza Italia ieri in tanti lo ripetevano: «Al momento per la federazione non c' è alcuna riunione prevista».

berlusconi salvini melonisalvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…