firenze peretola matteo renzi marco carrai

L’AEROPORTO RENZIANO NON S’HA DA FARE! – IL CONSIGLIO DI STATO HA RIGETTATO IL RICORSO DI TOSCANA AEROPORTI (PRESIDENTE CARRAI), COMUNE E REGIONE SULL’AMPLIAMENTO DELLO SCALO DI FIRENZE PERETOLA - LE ISTITUZIONI VOGLIONO ANDARE AVANTI ACCOGLIENDO LE RICHIESTE DEI GIUDICI AMMINISTRATIVI, MA CI SONO DIVERSI PROBLEMINI. IL PROGETTO RISCHIA DI ESSERE TOTALMENTE STRAVOLTO. E CON IL CLIMA CHE C’È DAL GOVERNO NON CI SARÀ SICURAMENTE UNA MANO TESA…

 

 

Giacomo Salvini per “il Fatto Quotidiano”

 

firenze peretola

Una pietra tombale sull' ampliamento dell' aeroporto di Firenze voluto da Matteo Renzi e Marco Carrai. Con una sentenza di 95 pagine il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di Toscana Aeroporti (il cui Presidente è lo stesso Carrai), Regione, Comune di Firenze, Enac e ministeri dell' Ambiente e dei Beni Culturali che l' estate scorsa si erano opposti alla prima bocciatura del decreto di Valutazione impatto ambientale (Via) da parte del Tar della Toscana.

lotti renzi

 

Adesso le istituzioni hanno annunciato che ripresenteranno la Via accogliendo le richieste del Consiglio di Stato, con due problemi: dopo le due sentenze amministrative il progetto rischia di essere stravolto e comunque si riparte da capo, con il rischio che i 5S del governo giallorosa si oppongano comunque.

 

firenze peretola 1

Secondo i giudici amministrativi, infatti, la commissione che avrebbe dovuto valutare l' impatto ambientale ha esondato dalle proprie competenze: "Non si è limitata a dettare condizioni ambientali ma, da un lato - si legge nella sentenza - ha imposto la ricerca e/o lo sviluppo di nuove soluzioni progettuali, dall' altro ha richiesto l' effettuazione e/o l' approfondimento di studi che avrebbero dovuto essere presentati ex ante ai fini dell' ottenimento della Via e non semplicemente verificati ex post".

Marco Carrai con Matteo Renzi

 

Per questo i giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza del Tar della Toscana che il primo giugno 2019 aveva accolto il ricorso dei sette sindaci della piana fiorentina (Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Carmignano, Poggio a Caiano e Signa) e dei comitati.

firenze peretola 2

Il progetto dell' ampliamento di Peretola era partito nel 2014, quando il consiglio regionale aveva approvato il piano d' indirizzo territoriale (Pit) con una nuova pista da 2.400 metri, già bocciato una prima volta dal Tar nel 2016.

 

Il masterplan successivo prevedeva un investimento di circa 350 milioni, di cui 200 finanziati da Toscana Aeroporti Spa: a inizio febbraio 2019, poi, la conferenza dei servizi del ministero delle Infrastrutture aveva dato il via libera tecnico. Il piano ha trovato ostacoli nella maggioranza gialloverde - il M5S è contrario mentre la Lega era a favore - e poi anche dai giallorosa.

EUGENIO GIANI SI TUFFA IN ARNO

 

Matteo Renzi, dopo aver contribuito a formare il governo Conte, a settembre non l' aveva mandato a dire: "Sono certo che su aeroporto di Firenze e sistema museale fiorentino il Conte 2 avrà un approccio radicalmente diverso - aveva detto -, senza di noi non c' è governo, è chiaro?".

I 5 Stelle negli ultimi mesi, in vista delleRegionali in Toscana, avevano alleggerito la propria opposizione astenendosi in consiglio regionale su una mozione presentata dal Pd sul rilancio delle "infrastrutture strategiche" tra cui proprio l' ampliamento di Peretola. Ieri però, dopo lo stop alla trattativa con i dem, la candidata grillina Irene Galletti ha esultato: "I giudici hanno bocciato il capriccio di Renzi e dispiace che Eugenio Giani abbia basato la sua campagna elettorale su un cavallo zoppo". La stessa opinione dei comitati contro l' opera: "I giudici smontano tutto il progetto - dice al Fatto, il presidente Gianfranco Ciulli -, è la fine della nuova pista e ci vorrà una bella faccia di tolla per ripresentarlo. Ma se qualcuno lo farà, noi continueremo a fare i guardiani della Piana fiorentina".

firenze peretola 3

 

A difesa di Peretola è intervenuto l' ex sottosegretario e ministro dello Sport, il toscano Luca Lotti: "Prendiamo atto della sentenza, ma resto fermamente convinto che l' aeroporto di Firenze abbia la necessità di dotarsi di una nuova pista". Dello stesso tenore le reazioni del sindaco di Firenze Dario Nardella e del governatore Enrico Rossi: "Andremo avanti" dicono in coro. Come non è dato saperlo.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)