giuseppe conte mes

FOLLI HA UNA CURIOSITÀ: IN ITALIA ABBIAMO ANCORA IL PARLAMENTO? O LO ABBIAMO SOSTITUITO CON I COMITATI DEI TECNICI? – “PER PUNTELLARE IL TRABALLANTE GOVERNO, CONTE NON SI RIVOLGE ALLE DUE CAMERE, BENSÌ TENTA DI ORGANIZZARE UN GROTTESCO SHOW MEDIATICO IN UNA VILLA ROMANA E LO CHIAMA "STATI GENERALI" – DEL RESTO, CONTE È QUEL PARAGURU CHE NEGLI ULTIMI TRE MESI, PER COPRIRE LA SUA FRAGILITÀ E LA CARENTE VISIONE POLITICA, SI È CIRCONDATO DI CENTINAIA DI TECNICI. COSÌ, IN CASO DI FALLIMENTO, IL PRODE CASALINO POTRA' ROVESCIARE LA RESPONSABILITÀ SUGLI ESPERTI (MA NON TUTTI I CIAMBELLANI RIESCONO COL IL BUCO...)

Stefano Folli per “la Repubblica”

 

stefano folli

Il fattore dominante della crisi ormai non è più la confusione, diventata quasi familiare nei mesi della pandemia. L'elemento chiave, come sta emergendo in questi giorni, è il rischio del cortocircuito politico-istituzionale, effetto possibile dello strano gioco in corso al di fuori dei canali classici di una democrazia parlamentare.

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

 

Per puntellare il suo governo il presidente del Consiglio non si rivolge alle due Camere, bensì tenta di organizzare uno show mediatico in una villa romana e lo chiama "Stati generali": una mossa il cui obiettivo è consolidare il profilo del premier come garante dell'Europa, cioè del percorso economico e finanziario che la Commissione richiede a garanzia delle risorse post-Covid.

 

informativa di giuseppe conte sull'emergenza coronavirus

L'operazione, come è noto, provoca irritazione e fastidio tra i due soci principali della maggioranza, Cinque Stelle e Pd, che si sentono relegati a un ruolo secondario e vedono Conte che procede da solo: imprudente, certo, ma convinto di essere comunque meno debole e incerto dei partiti obbligati a sostenerlo.

 

il parlamento ai tempi del coronavirus 3

Sullo sfondo si attende sempre che prenda forma il cosiddetto "piano nazionale per le riforme", anch' esso concepito in raccordo con gli aiuti e i prestiti promessi dall'Europa. E non è chiaro quali siano gli intrecci tra il "piano", che dovrebbe essere tipica materia parlamentare, e gli incombenti "Stati generali".

 

le slide della task force di colao

Ma non basta, perché all'improvviso - benché atteso da tempo - è apparso il rapporto Colao con le sue centoventi proposte tecniche volte a rimodellare l'Italia. Il mosaico comincia ad avere un po' troppi tasselli e non tutti andranno al loro posto in tempo utile. Quelle che non mancano sono le contraddizioni.

 

Conte - COMITATO TECNICO SCIENTIFICO

La prima riguarda i protagonisti della commedia degli equivoci, dove tutti si pestano i piedi, ma dove tutti alla fine dovranno fingere concordia. Tuttavia il principale paradosso riguarda la prevalenza dei tecnici sui politici. Sono tecnici gli esperti a centinaia che hanno dato formale ma generico supporto al governo negli ultimi tre mesi; è tecnica l'impostazione degli Stati generali; è ispirato a un approccio super-tecnico il gruppo coordinato dal manager Colao.

VITTORIO COLAO

 

La sintesi finora non esiste, nel senso che manca una cornice di riferimento e un'idea generale di dove collocare gli infiniti spunti che gli esperti hanno messo sul tavolo: spesso ripescando suggestioni che hanno un'ovvia dimensione politica, come l'abolizione del decreto Dignità o la riduzione del contante a favore della moneta elettronica o ancora la tassa sui prelievi bancomat.

 

Mettere ordine e dare delle priorità al lavoro del comitato Colao - al di là del giudizio sulle singole proposte - richiede che la politica (cioè il governo e il Parlamento) sia forte e determinata. Ma una politica forte e determinata, consapevole della sua missione, non avrebbe avuto bisogno di affidarsi ai tecnici e ancor meno alla bizzarria degli Stati generali.

 

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

Il pericolo del cortocircuito nasce di qui. Troppa carne al fuoco per un esecutivo con poche idee ma dotato di un evidente istinto di sopravvivenza. Si rischia di alimentare ulteriori attese suscettibili di essere deluse. Peraltro, rivendicare solo oggi che «spetta alla politica decidere», quando sono proprio la fragilità e la carente visione politica ad aver sovradimensionato a lungo i tecnici per usarli come alibi, può essere peggio di un errore, può essere una sciocchezza.

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...