renzi calenda

FORCHETTONI AL LAVORO PER IMBANDIRE IL CENTRO-TAVOLA - CALENDA, RENZI, TOTI, EX FORZISTI E SVOLTAPAGNOTTA DI TUTTI GLI ORIENTAMENTI STANNO CERCANDO DI METTERE INSIEME UNA “COSA DI CENTRO” PER NON RESTARE FUORI DAL PARLAMENTO NEL 2023 - NELL’ABBONDANZA DI EGOMANI E ASSENZA DI VERI LEADER, SERVIREBBE UN “PAPA STRANIERO” PER METTERE TUTTI D’ACCORDO - MA ATTENZIONE A LETTA E MELONI: POTREBBERO, CIASCUNO PER LA SUA PARTE, “CREARE” UNA STAMPELLA CENTRISTA PER NON RESTARE SCHIACCIATI UNO DAI GRILLINI L’ALTRA DA SALVINI-BERLUSCONI…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

renzi calenda

Ad ogni finale di legislatura c'è sempre chi tenta di sfatare la maledizione del centro e mira a rompere quel tetto di cristallo che da quasi trent' anni lo tiene imprigionato nel bipolarismo. Ci provano anche stavolta e sono in tanti. Vivono in un arcipelago di piccole formazioni politiche poste al confine dei due schieramenti.

 

Rappresentano una forza di interposizione eterogenea che ha numeri rilevanti nel Palazzo ma non nel Paese, a leggere i sondaggi. In potenza lo spazio per realizzare il disegno ci sarebbe, vista la condizione in cui versano i due blocchi. Solo che - per dirla con il governatore ligure Toti - c'è da dare prima risposta a una domanda: «Il centro riuscirà a unirsi e a creare una massa critica autonoma, o al dunque i partitini sceglieranno di aggregarsi alle coalizioni, sapendo a quel punto di essere sostanzialmente residuali?».

 

MATTEO RENZI GIOVANNI TOTI

C'è tempo per sciogliere il quesito, visto che (quasi) tutti sono convinti che si voterà a maggio del 2023. Ma questa è la scommessa. E per ora la situazione appare bloccata, non tanto perché sarà necessario analizzare il voto delle Amministrative, ma perché bisognerà capire quali effetti produrrà nei prossimi mesi la crisi internazionale sulla politica nazionale: con le loro sconcertanti iniziative sul conflitto in Ucraina, Salvini e Conte stanno mettendo a rischio la tenuta dei due schieramenti.

 

Ce n'è la prova già nel centrodestra, dove si notano i primi smottamenti. Sul territorio e persino nel governo, con lo strappo del ministro forzista Gelmini che ha accusato il suo partito di «ambiguità» nel posizionamento sulla guerra e ha preso a dialogare con Calenda: «Sto riflettendo», ha detto a chi l'ha consultata.

mariastella gelmini

 

Tuttavia il leader di Azione, che si è federato con +Europa, non appare oggi intenzionato ad allearsi con altri: teme che un simile rassemblement venga visto dagli elettori come un'unione di reduci e punta in solitudine a diventare la terza forza, determinante per il governo nella prossima legislatura. Renzi riconosce che «per ora sono in corso discussioni tra sordi e incontri tra ciechi. A settembre si capirà meglio e si vedra anche cosa farà il Pd con i grillini». Intanto insiste perché si crei un contenitore europeista di stampo macroniano, «unito sulla politica estera e sulla politica economica, plurale sui temi etici e disposto ad affidare a un papa straniero la rappresentanza di tutti».

 

gaetano quagliariello foto di bacco (2)

 È un'idea simile a quella di Toti e Quagliariello, secondo cui «se il centro deve nascere attorno a una persona, non nasce». E a forza di trovarsi d'accordo, stanno immaginando di organizzare insieme una convention a luglio, con tanto di documento che serva da contributo al progetto centrista unificato. Sia chiaro, nessuno degli attori è interessato a un cambio della legge elettorale né si fa illusioni sulla fine delle coalizioni: «Il centrodestra - ha detto Renzi a un incontro - andrà unito al voto. E da Forza Italia si staccherà solo chi avrà la certezza di non venire rieletto.

letta meloni

 

Se il centro nascerà, sarà perché avrà saputo sfruttare gli errori altrui». In questo senso Salvini e Conte sono considerati «formidabili alleati». Questa mossa però è una subordinata rispetto al disegno iniziale. Con l'avvento di Draghi a Palazzo Chigi, infatti, i centristi videro nel premier una sorta di moltiplica politica, punto di riferimento di un soggetto che avrebbe scardinato i poli e seppellito la parentesi populista.

 

Lo scenario non si è realizzato, anche se il «partito di Draghi senza Draghi» resta un fattore per far presa su un Paese che reclama competenza, dopo anni trascorsi tra pulsioni russe, tentazioni cinesi e infatuazioni per i gilet gialli. Se il centro non riuscisse a diventare «una massa critica autonoma» - è opinione diffusa tra chi sta lavorando al progetto - sarebbero Meloni e Letta a tentare di realizzare due centri.

 

MELONI LETTA

La leader di FdI e il segretario del Pd, impegnati a consolidare un patto costituzionale che non prevede(rebbe) poi un patto di governo, lavorano ognuno per la propria parte a un'area che li sostenga. In quel caso a destra prenderebbe corpo l'idea che Crosetto ha affidato alla Meloni: per non restare schiacciata nella morsa di Salvini e Berlusconi, potrebbe triangolare con i centristi della coalizione, sostenerli nelle trattative per i seggi (visto che il suo partito è l'unico ad aver margini per farlo) e averli dalla sua parte nella sfida interna.

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...