FRIGNERO AL MURO DEL PIANTO - RIGOR MONTIS BACCHETTA LA PROF ELSA FORNERO PER IL MODO DA PRESIDE ARROGANTE CON CUI HA GESTITO IL DIALOGO CON I SINDACATI SULL’ART. 18 - A FAR SBROCCARE L’UOMO DEL MONTI È STATA L’ULTIMA USCITA INFELICE DEL MINISTRO SULLA “PACCATA DI MILIARDI”, CHE HA ALIMENTATO LA TENSIONE TRA GOVERNO E SINDACATI - COSÌ LA FRIGNERO È STATA COSTRETTA A SCENDERE A PATTI CON LA CAMUSSO...

Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano"

"L'incontro è stato utile e non dico nulla di più perché le trattative non si fanno sui giornali", dice Susanna Camusso dopo cinque ore di faccia a faccia insieme agli altri leader sindacali con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Una riservatezza espressa in modo che si potrebbe addirittura giudicare villano, visto che le due signore non stanno trattando un affare privato ma il futuro di milioni di lavoratori. Invece questa gelosia della privacy ha una spiegazione che i politici non possono dire ma i giornali sì. Ieri Fornero ha abbandonato la consueta arroganza professorale e si è prestata a discutere ragionevolmente.

Una svolta imposta con tutta evidenza dal premier Mario Monti, preoccupato dal fatto che, nonostante le difficoltà obiettive di un accordo su articolo 18 e ammortizzatori sociali, proprio le intemperanze caratteriali della docente torinese rischiavano di far saltare tutto. Invitata Fornero a darsi una regolata, è seguito l'ovvio accorgimento di vietare ai sindacati di notare la novità, per non far riesplodere la polemica con la puntigliosa professoressa.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di molti è stata, martedì sera, la sguaiata battuta sulla ormai celebre "paccata" : "Se uno comincia col dire no, perché dovremmo mettere lì una paccata di miliardi?". Raffaele Bonanni della Cisl ha reagito in modo minaccioso: "Il governo si prende la responsabilità di una rottura sociale che noi non vogliamo".

Ma in realtà già nei giorni precedenti il nervosismo dentro il governo era al massimo. Lunedì pomeriggio aveva destato un certo scalpore nelle delegazioni vedere Fornero presentarsi al tavolo da sola, senza neanche un esponente del ministero dell'Economia, cioè gli uomini che dovrebbero tirar fuori la suddetta paccata di miliardi.

La situazione ormai paradossale ha costretto Monti a intervenire sul ministro del Lavoro. Dopo averle chiesto in pubblico di non frignare durante la conferenza stampa del 4 dicembre scorso, stavolta l'ha rimproverata in privato di aver esagerato in senso opposto. Ieri mattina il segnale della svolta è arrivato da un'intervista al Messaggero del vicesegretario del Pd Enrico Letta, il più montiano dei montiani, critico con la Fornero "per la scelta di forzare su un terreno così delicato, di farsi prendere dalla fretta e voler a tutti i costi chiudere in sei giorni quando i nodi non sono sciolti".

Un'altra notazione ("il ministero dell'Economia, che è uno dei protagonisti del tavolo, è palesemente in panchina") mostrava la consapevolezza che nel governo qualche ingranaggio stava saltando. Come dimostra il fatto che anche le piccole imprese e la stessa presidente della Confindustria Emma Marcegaglia hanno cominciato a protestare rumorosamente.

E così ieri mattina, prima delle 9, i leader sindacali erano già nell'ufficio del ministro, a incassare la retromarcia: "Confronto utile e costruttivo", si è limitata a dire Camusso, non potendo cantare vittoria. Mentre il segretario Pd Pier Luigi Bersani sta incontrando sindacati dei lavoratori e delle imprese per ricucire un dialogo sui temi dell'accordo. Ieri ha visto Bonanni e ha telefonato a Camusso per assicurarsi che i sindacati maggiori continuassero a camminare di pari passo. In pratica fa lo sherpa, figura preziosa nelle trattative di cui Fornero credeva di poter fare a meno.

 

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