![roberto giachetti](/img/patch/02-2016/roberto-giachetti-762206_600_q50.webp)
IL GIACHETTI ESPIATORIO - IL CANDIDATO PD SE LA PRENDE CON RENZI: “IL PARTITO SI È RIVELATO UNA ZAVORRA. LA GENTE MI DICEVA: ‘DENTRO MAFIA CAPITALE CE STAVATE PURE VOI, GIACHE’. DOPO CINQUE ANNI DI ALEMANNO, I ROMANI LI ABBIAMO RIPAGATI CON MARINO”
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
maria elena boschi tra i banchetti pro giachetti all eur 4
Dategli un bicchiere d' acqua.
«Ecco qui, Bobo… bevi piano». «Bobo, sei un grande». «Bobo ti voglio bene».
Volontarie con gli occhi lucidi. Un corridoio illuminato male. Le finestre del comitato elettorale spalancate sullo scalo di San Lorenzo. Mezzanotte.
Roberto Giachetti - occhi cerchiati, viso scavato, cinque chili in meno - viene avanti calmo, svagato, come liberato.
La sconfitta è dura, durissima.
Ma anche annunciata. Da giorni, da settimane. Forse, a ripensarci adesso, proprio dall' inizio.
Ricorda, Giachetti?
roberto giachetti virginia raggi
Sì, certo che ricorda (un racconto, tra brutti presagi e deboli speranze, ripetuto come un tragico mantra sul trenino che lo portava ad Ostia per un' iniziativa, in piazza Navona al funerale di Marco Pannella, al telefono). «Da subito, ho capito che c' era una montagna da scalare. E dovevo riuscirci da solo. Il partito, purtroppo, più che un risorsa, s' è rivelato una tragica zavorra».
Mafia Capitale.
«L' ho incontrata ovunque sono andato. L' ho respirata. Una cappa. E, sotto la cappa, sempre gli stessi discorsi della gente: pure voi, Giaché, ce stavate in mezzo pure voi del Pd. E io a dire, a spiegare che abbiamo fatto pulizia, che siamo stati gli unici a farla e, soprattutto, che la mia storia sarebbe stata una garanzia. Anni e anni di lavoro in Campidoglio e mai, dico mai mezzo sospetto, un refolo perfido, niente, mai niente. Mi ascoltavano. Poi mi dicevano: senti, nun è na' cosa personale. È che tu rappresenti il Pd. Ce dispiace, ma nun te votamo».
roberto giachetti virginia raggi
La rabbia dei romani.
«Dopo i cinque tremendi anni di Gianni Alemanno, quando hanno dato fiducia a noi, li abbiamo ripagati con Ignazio Marino. I romani erano e sono furibondi. La Raggi ha rappresentato la vendetta perfetta. E dirgli che sono romano e amo Roma, dirgli che come loro avrei voluto far rinascere questa città, non è bastato. No, non c' è stato il tempo necessario per riuscire a convincere tutti. Mi sarebbero serviti altri due mesi per finire di scalare la montagna e arrivare in vetta. Essere arrivato al ballottaggio, francamente, mi pare già un mezzo successo».
Con pezzi di partito, in qualche caso, addirittura ostili.
«Alcuni sono stati leali, ho visto grande impegno. Massimo D' Alema ha invece espresso, fin dall' inizio della mia campagna elettorale, un giudizio negativo nei miei confronti: fu chiarissimo dalla Gruber, a Otto e mezzo , su La7».
Poi, c' è il resto.
Quello che Giachetti, ovviamente, non può dire (ma che riferiscono i suoi, con un filo di voce e scuotendo la testa). «Vada su YouTube e senta cos' hanno urlato a Matteo Orfini, l'altro giorno, nel mercato di Giardinetti, periferia Sud-Est…».
Cosa?
«Uno ha detto che se avesse incontrato Renzi, lo avrebbe preso a pizze in faccia. Ha detto proprio così».
Un problema.
«Un problema enorme. Bobo, poveraccio, l'ha detto e ridetto ovunque: Renzi non c' entra niente, dovete votare me, non lui. Lasciate stare Renzi».
Giachetti va a tenere l' ultima conferenza stampa. Luciano Nobili, il coordinatore della campagna, legge proiezioni che lasciano senza fiato: «Uno tsunami. Occorre avere il coraggio di usare le parole giuste in politica». Raggi irraggiungibile. Aspettare oltre non ha senso. Ma mentre Giachetti va, certi ti prendono sotto braccio.
No, aspetti, diciamole tutte. E allora iniziano a raccontare che il comizio di chiusura con Renzi sono stati costretti a organizzarlo al chiuso, dentro l'Auditorium. E che il giochino con il ministro Maria Elena Boschi - al telefono, insieme a Giachetti, per convincere i militanti - è stato «accettato da Bobo solo perché tanto sapeva già di aver perso».
L' ultima settimana hanno mollato tutti.
Come ha raccontato il sito Dagospia, Giachetti aveva concordato da tempo un brunch elettorale in casa della principessa Ascania Spadafora: mozzarella di bufala e nobili, olive ascolane bollenti e notabili vari. Ma l'hanno aspettato invano.
Il confronto di Sky sulla piazza del Campidoglio è invece andato benissimo perché Giachetti, ormai scarico, è stato se stesso: empatico, preciso, mai nervoso (cioè, no: forse un filino nervoso solo quando gli hanno chiesto della casa in campagna a Subiaco).
I militanti adesso hanno tolto l' audio al megaschermo. Si vede solo la Raggi che parla e ride. E come ride.