superbonus 110% giancarlo giorgetti

GIORGETTI VA DI NUOVO A SBATTERE CONTRO IL DEEP STATE – IL MINISTRO ACCUSA LA RAGIONERIA DELLO STATO DI NON AVERLO AVVERTITO DEI COSTI FUORI CONTROLLO DEL SUPERBONUS, PER LA CORSA AI CREDITI D’IMPOSTA ATTIVATI A FINE 2023, CHE HANNO FATTO SCHIZZARE IL DEFICIT AL 7,2% – PECCATO CHE I TECNICI DEL DIPARTIMENTO DEL TESORO LO AVESSERO INFORMATO SUL BUCO NEI CONTI DELLO STATO GIÀ A NOVEMBRE – LA RAGIONERIA PROTREBBE METTERE A TACERE GIORGETTI PRESENTANDOGLI UN “PROMEMORIA”, COME GIÀ SUCCESSO PER LE “INCOMPRENSIONI” PASSATE... 

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

GIANCARLO GIORGETTI - QUESTION TIME SENATO

In novembre scorso il flusso dei dati riservati dell’Agenzia delle Entrate e di quelli pubblici dell’Enea, l’ente che registra gli interventi finanziati dal Superbonus immobiliare, mettevano già in evidenza una sgradevole verità: il costo dei crediti d’imposta al 110% attivati nel 2023 stava già superando di circa 20 miliardi di euro il livello di 30 miliardi preventivato sull’intero 2023.

Il disavanzo dello Stato per l’anno dunque minacciava di superare di almeno l’1% del prodotto lordo quel 5,3% preventivato nell’aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) presentato dal governo in autunno.

 

giorgetti e il superbonus come lsd meme by rolli per il giornalone la stampa

Stava succedendo qualcosa di imprevisto. Di fronte alla prospettiva di una stretta sull’incidenza dei crediti d’imposta ottenibili in proporzione alle spese effettuate – dal 110% originario, al 90%, fino al 70% in vigore nel 2024 – nella parte finale del 2023 si è verificata una vera e propria corsa delle famiglie ad attivare il Superbonus a condizioni d’oro: rimborsi fiscali altissimi, crediti d’imposta utilizzabili come contante per pagare le imprese edili e cedibili da queste ultime alle banche.

 

Dunque i conti dello Stato sul 2023 erano diretti in una direzione diversa: ieri l’Istat ha certificato un deficit al 7,2% del Pil, sopra il 4,4% preventivato nel Def di aprile scorso e il 5,3% dell’“aggiornamento” di settembre.

 

Hanno senz’altro contribuito anche tre dettagli passati in Parlamento dalla maggioranza convertendo al decreto di un anno fa, con il quale il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti cercava di dare una stretta al Superbonus. In primo luogo il meccanismo restava automatico, senza alcun limite al tiraggio consentito. In secondo luogo chi non aveva ancora portato i crediti nel suo “cassetto” fiscale, per esigerli dallo Stato, aveva più tempo per farlo. In terzo luogo chiunque avesse anche solo presentato la “comunicazione di inizio lavori” prima del decreto di stretta del febbraio 2023 – un semplice formulario online – aveva diritto a godere in pieno del Superbonus al 110% alle generosissime condizioni originarie.

 

GIANCARLO GIORGETTI - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANO

Quei tre dettagli sono frutto di scelte in sede politica compiute o confermate dall’attuale maggioranza. E hanno contribuito ad aprire una nuova voragine nei conti pubblici. Non è chiaro tuttavia, a sentire gli uffici coinvolti, in che misura e quando Giorgetti stesso fosse consapevole della dinamica fuori linea esplosa in autunno ed evidenziata nei dati dell’Agenzia delle Entrate e dell’Enea.

 

Secondo ambienti vicini a Giorgetti stesso, il ministro non era a conoscenza dei dati di deficit al 7,2% comunicati ieri dall’Istat. Questi ambienti si chiedono da quando la Ragioneria dello Stato – che è un dipartimento del ministero guidato da Giorgetti – fosse stata al corrente della divergenza sui conti.

 

Ambienti della Ragioneria invece hanno una versione diversa: conservano memoria di aver segnalato al ministro il primo sfondamento da 20 miliardi sul Superbonus a novembre 2023 e un secondo sfondamento da altri 20 miliardi circa a gennaio 2024.

 

IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO

[…] La Ragioneria dunque avrebbe comunicato che il deficit sul 2023 sarebbe stato almeno fra il 6,5% e il 7%, poi lievemente rivisto al rialzo (7,2%) da Istat sulla base di stime su dati attinti dall’ufficio statistico da altri ministeri.

 

In anni anche lontani incomprensioni fra il ministro dell’Economia e la Ragioneria hanno portato quest’ultima a presentare al ministro stesso dei promemoria, per ricordargli il proprio operato e documentarlo. Non è escluso che succeda di nuovo.

 

Di certo dietro la tensione sui costi nel 2023 del Superbonus (e anche di Industria 4.0) c’è un tema anche più serio: la recente esplosione ulteriore di questi crediti d’imposta, voluti senza alcun tetto dalla classe politica quasi per intero, mettono il debito pubblico in condizioni precarie.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

[…] Scrivere il nuovo Def sarà difficilissimo. Mettere il debito in traiettoria calante come da regole europee anche, perché tra l’altro nessuno a Roma è disposto a giurare che nel 2024 il Superbonus sia davvero sotto controllo. Poco importa se con un vecchio Ragioniere dello Stato, o con uno nuovo magari più gradito alla politica.

s-fascio tutto io - poster by macondo

 

SUPERBONUS FRODISUPERBONUS 110

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…