putin biden xi jinping

“GLI IMPERI ATTUALI (USA, RUSSIA E CINA) TRATTINO LA PACE” – CACCIARI: “LE LINEE GENERALI DELL’ACCORDO NON POSSONO CHE ESSERE LE SEGUENTI: RICONOSCIMENTO PIENO DELLA SOVRANITÀ UCRAINA E RITIRO DELL'ESERCITO DI INVASIONE, PARALLELAMENTE A UN PROGRESSIVO RITIRO DELLE SANZIONI E AL RICONOSCIMENTO DELLE REPUBBLICHE AUTONOME DI CRIMEA E DEL DONBASS. NESSUNA CONDIZIONE PUÒ ESSERE POSTA INVECE SULLA POLITICA DI SICUREZZA CHE L'UCRAINA VORRÀ DECIDERE PER SÉ…"

Massimo Cacciari per “la Stampa”

 

xi jinping joe biden

Risveglio più doloroso dalle speranze di una generazione non sarebbe mai stato concepibile. Verrà il momento in cui si potrà ragionare sulle cause di un simile tragico fallimento? La caduta del Muro, la pereistroika gorbacioviana avevano segnato per tutti i politici europei degni dei nomi di "politica" e di "Europa", per l'intelligenza europea, per la coscienza della stragrande maggioranza delle nostre nazioni, la concreta prospettiva che l'impossibile fino a quel momento si era fatto possibilità reale.

 

L'Europa avrebbe potuto finalmente essere quello che la sua cultura aveva sempre saputo senza poter mai realizzare: un grande spazio in cui le differenze di lingua, tradizioni, religione da motivi di perenne inimicizia si trasformavano in reciproco riconoscimento, capacità di ascolto e di dialogo.

 

Un grande spazio arcipelago, unico al mondo - così sognavo, non certo da solo, trent' anni orsono - in cui ogni identità si sente parte di un insieme, in cui il mare non divide, ma è il cammino che permette la relazione e l'incontro. Un grande spazio in cui non poteva mancare la grande Russia. Non guardavano forse in questa direzione i politici europei che avevano voluto la stessa moneta unica? Non si sperava in questo anche con l'allargamento dell'Unione europea? Forse che gli Schroeder, i Delors, i Prodi, lo concepivano invece come una strategia di isolamento o accerchiamento della Russia?

BIDEN XI JINPING

 

Che cosa auspicava papa Wojtyla augurandosi quotidianamente di potersi recare a Mosca? E risaliamo ancora più indietro nel tempo: la politica mediterranea italiana tra anni '60 e '80, l'Ostpolitik della grande classe politica socialdemocratica tedesca nello stesso periodo, erano mosse dichiaratamente dalla consapevolezza che un'Europa davvero grande potenza, dotata di una propria, autonoma politica estera e di sicurezza, non era concepibile senza un rovesciamento dei rapporti "da guerra fredda" con la Russia. Questa consapevolezza portò all'appoggio convinto alla svolta di Gorbaciov, e non già la soddisfazione per il crollo dell'Impero nemico.

 

videoconferenza joe biden

In Gorbaciov non si vedeva il rex destruens (che poi si è rivelato), ma chi poteva dare inizio con noi a una nuova Europa, la quale, attraverso percorsi diversi, per tappe e "pieghe" ragionevoli, avrebbe potuto portare a uno spazio economico, culturale, politico comune - dove il termine Comune significa l'opposto di omologazione e pensiero unico, significa appartenente a nessuno, dominabile da nessuno, fondato su principi di sussidiarietà e solidarietà. Ebbene, nulla ha fatto concretamente seguito a questa possibilità reale, ed ora la sciagurata guerra scatenata da Putin sembra averla messa a morte, trasformandola in un vuoto sogno.

 

E nessuno può dire se e quando potrebbe mai risorgere. Ora c'è la guerra e la guerra comporta la più tremenda delle decisioni. La neutralità è impossibile, prima ancora che moralmente riprovevole. Ma la decisione, proprio perché tale, implica il massimo di razionalità, non di sentimenti e passioni. E la ragione dovrebbe suggerire la distinzione più precisa tra la politica dell'attuale classe dirigente russa e il destino politico della Russia e del suo popolo.

il discorso di putin allo stadio

 

La Russia non è finita con gli zar, né con l'URSS e non finirà con Putin. Essa durerà e durerà con la forza della sua storia, dei suoi interessi e del suo ruolo geopolitico. Non ci sarà mai pace se questi non saranno apertamente e definitivamente riconosciuti. O si ritiene ormai che Putin e Russia si identifichino e che questa aggressione all'Ucraina sia espressione di ciò che la Russia è o è irreversibilmente diventata? Così senza dubbio era avvenuto per la Germania del '39: nessun dubbio che l'aggressione era l'espressione di una classe dirigente compatta che godeva di un appoggio pressochè totale. Si ritiene realistico il parallelo? Lo si dichiari e si tirino le inevitabili conseguenze, che necessariamente dovranno andare ben oltre sanzioni e aiuti e fornitura di armi agli ucraini.

 

Non ci può essere in questo caso che richiesta secca di ritiro da parte dell'aggressore e, se respinta, lotta contro di lui fino alla sua sconfitta sul campo. Una guerra finisce in due modi, o trattando, poiché si ritiene che non sussistano contrapposizioni inconciliabili, o fino alla resa di uno dei contendenti. Si ritiene che questa resa sia ottenibile anche attraverso la lotta che gli ucraini stanno ingaggiando, con una energia che l'aggressore certo non si attendeva?

XI JINPING JOE BIDEN

 

Può essere anche un calcolo, come quello che il protrarsi della guerra finirà con l'indebolire Putin fino a farlo defenestrare - ma sono tutti calcoli che scontano ancora giorni e giorni di devastazioni e atroci sofferenze per gli ucraini, non per noi (per quanto male ci facciano le sanzioni) e meno ancora per gli americani. Mentre ogni giorno di più, ovviamente, cresce il pericolo del big bang, della catastrofe globale. Dunque, al di là di ogni propaganda, è necessario trattare, giungere al cessate il fuoco e aprire un tavolo politico-diplomatico al massimo livello.

 

Poiché la crisi è globale, infinitamente più di quelle medio-orientali, dell'Afghanistan, dello stesso Vietnam, intorno al tavolo, per giungere a un risultato concreto e duraturo, dovranno esserci Usa, Russia e Cina, e cioè, piaccia o meno, gli Imperi attuali. L'accordo passa attraverso la mediazione tra loro, tutti lo sanno, non verrà mai sancito tra Russia e Ucraina da sole, se non scrivendolo sulla sabbia.

PUTIN CON L INDICE ALZATO

 

E anche le sue linee generali non possono realisticamente che essere le seguenti: riconoscimento pieno della sovranità ucraina e ritiro dell'esercito di invasione, parallelamente a un progressivo ritiro delle sanzioni e al riconoscimento delle repubbliche autonome di Crimea e del Donbass.

 

Nessuna condizione può essere posta invece sulla politica di sicurezza che l'Ucraina vorrà decidere per sé. Uno Stato sovrano può chiedere di far parte delle alleanze che vuole, e questo sarà motivo di trattativa soltanto tra esso e gli altri Stati o gli altri organismi con cui vorrà stringere rapporti, di qualsiasi natura questi siano. Saranno Russia e Stati Uniti a definire, per loro conto e su altro tavolo, le proprie relazioni in merito a politiche militari e di sicurezza riguardanti in particolare la Nato e la sua azione.

 

volodymyr zelensky 1

Tavolo al quale l'Ucraina non c'entra, come non c'entra la Russia a quello delle relazioni tra Ucraina e Unione europea. Questa è la linea per una pace che risulti dall'arte politico-diplomatica; l'altra sarà il risultato dell'arte della guerra. Si decida chi può - e cerchi di farlo al più presto e non sulla pelle degli altri.

massimo cacciari cacciari

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…