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ALTRO CHE GOLPE DELL’OCCIDENTE: IN ROMANIA È IL PUTINIANO GEORGESCU CHE VOLEVA DARE L’ASSALTO AL POTERE (CON I SOLDI E LE ARMI RUSSE) – L’ESTREMISTA, CHE AVEVA TRIONFATO ALLE ELEZIONI DI NOVEMBRE, POI ANNULLATE PER LE INTERFERENZE DI MOSCA, È STATO FERMATO A BUCAREST PER “REATI CONTRO L’ORDINE COSTITUZIONALE”: NELLA VILLA BUNKER DELLA SUA GUARDIA PRIVATA (IL MERCENARIO HORATIU PORTA, LEGATO ALLE MILIZIE RUSSE DELLA WAGNER), È STATO SCOPERTO UN ARSENALE: PISTOLE, MITRA, GRANATE, MUNIZIONI E UN MILIONE DI EURO IN CONTANTI – TRUMP, MUSK E VANCE, COME PUTIN, INVOCANO IL RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA. ANCHE SE È TRUCCATA?
1 - IL FILORUSSO GEORGESCU FERMATO A BUCAREST CON ARMI E MAZZETTE
Estratto dell'articolo di Giampaolo Visetti per “la Repubblica”
Dopo l’annullamento del secondo turno delle presidenziali dello scorso 8 dicembre, la Romania ripiomba nel caos politico. Ieri mattina la polizia di Bucarest ha fermato Calin Georgescu, sovranista di estrema destra che il 24 novembre a sorpresa aveva trionfato al primo turno delle elezioni.
Il leader filorusso, ufficialmente intercettato per un’infrazione al codice stradale mentre era in auto, è stato portato in Procura per un lungo interrogatorio. I giudici lo accusano di «reati contro l’ordine costituzionale, false informazioni sulle fonti di finanziamento della campagna elettorale, possesso illegale di armi e creazione di un’organizzazione a carattere xenofobo, fascista e razzista».
ARMI TROVATE NELLA VILLA BUNKER DI Horatiu Potra
Mentre Georgescu veniva interrogato, la polizia ha effettuato 47 perquisizioni in cinque contee del Paese. In abitazioni e uffici di 27 collaboratori di Georgescu sono state sequestrate armi e grosse somme di denaro.
In particolare nella villa- bunker di Horatiu Potra, capo dei mercenari romeni e guardia del corpo privata del leader anti-Ue e pro-Putin, è stato scoperto un arsenale nascosto. In un edificio di Brasov, in Transilvania, le forze dell’ordine hanno sequestrato pistole, mitra, granate e munizioni.
In una cassaforte interrata erano custodite mazzette per oltre un milione di euro. Potra era già stato fermato l’8 dicembre. All’alba del giorno del voto annullato, in compagnia di una ventina di mercenari armati ed ex agenti dei servizi segreti, aveva tentato di raggiungere Georgescu davanti al seggio in cui avrebbe voluto votare simbolicamente alla periferia della capitale, incitando la folla a fare lo stesso.
Ieri mattina Georgescu […] è stato bloccato mentre stava andando a presentare la propria candidatura alle presidenziali- bis, fissate il 4 e il 18 maggio. Dopo il fermo ha invitato i suoi sostenitori a una manifestazione di protesta per sabato a Bucarest.
«Il sistema comunista-bolscevico – ha scritto su Facebook – continua i suoi odiosi abusi. Cercano di fabbricare prove per giustificare brogli elettorali, facendo di tutto per bloccare la mia nuova candidatura. Dov’è la democrazia e i partner che devono difenderla? ». Il premier socialdemocratico Marcel Ciolacu, pro-Ue, su X ha difeso «la magistratura indipendente ».
Tra novembre e dicembre Georgescu, da tecnocrate semisconosciuto era diventato il candidato presidente più votato grazie alla spinta massiccia della cinese Tik-Tok, mobilitata e finanziata da Mosca. Dalle indagini sono emersi finanziamenti russi non dichiarati per oltre 400 mila euro, 85 mila tentativi di hackeraggio al sistema informatico elettorale e 3,1 milioni di follower non rintracciabili.
A fine 2024 a favore dell’annullamento delle presidenziali rumene, imposto dall’ex presidente Klaus Iohannis, si erano schierati in blocco Ue, Usa e Nato. Ora il vento è radicalmente cambiato e la Casa Bianca difende Georgescu, che si dichiara ammiratore sia di Putin che del presidente americano Trump […] . Anche Musk, ceo di Tesla, ha scritto un inequivocabile post su X: «Hanno appena arrestato – si legge - la persona che ha preso il maggior numero di voti alle presidenziali romene. Questo è assurdo». Dalla parte di Georgescu anche il gruppo parlamentare Ue della Lega di Salvini. «Quanto sta avvenendo in Romania è estremamente preoccupante», è scritto in una nota.
JD VANCE AI TEMPI IN CUI ERA ANCORA UN HILLBILLY CICCIONE
2 - PROPAGANDA E FAKE NEWS COSÌ È DIVENTATO UN SIMBOLO DELLE DESTRE NAZIONALISTE
Estratto dell’articolo di Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
L’uomo che ha sconvolto il panorama politico in Romania è ormai un vessillo dell’ultradestra anche fuori dei confini nazionali: Washington guarda da mesi a quel che succede a Bucarest ed è scesa in campo per difendere la corsa del controverso Calin Georgescu […].
Una decisione criticata apertamente dal vice di Trump, J.D. Vance, alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, e bollata come esempio di repressione politica contro i gruppi populisti. Vance è andato oltre e in un’intervista al Wall Street Journal ha anche accusato l’Europa di avere una democrazia debole, in cui le voci populiste vengono zittite ed etichettate come «disinformazione». […]
E non interessa più di tanto alla nuova amministrazione Usa che questo nazionalista radicale sia stato scelto […] come strumento della propaganda di Mosca per indebolire il fianco Est della Nato di cui la Romania è un anello strategico: oltre alle attuali due basi, la terza in costruzione qui sarà la più grande d’Europa.
Georgescu serve, funziona, dagli Urali agli Appalachi: il suo revanchismo sulla Grande Romania (con pezzi di Ucraina) è utile a Mosca e la sua retorica sovranista, accentuata di recente per sviare le accuse di essere filo Putin, è in perfetta sintonia con la nuova amministrazione di Washington: come il tycoon, sostiene la «pace» in Ucraina e si oppone a tutti gli aiuti militari, rifiutandosi di farsi «trascinare in un conflitto che non è il nostro».
Si presenta come il salvatore della nazione e il fustigatore delle élite corrotte. Stessa consonanza in economia: Georgescu è un paladino del protezionismo che promette di invertire le discutibili privatizzazioni dell’era post-comunista. Attinge poi a paure storicamente radicate in questo Paese sull’identità nazionale. Inquadra i diritti Lgbtq+ come un’imposizione straniera che minaccia i valori tradizionali così come Trump si scaglia contro la cultura «woke».
Si presenta come il protettore dell’eredità cristiana della Romania, come Trump evoca il nazionalismo cristiano per radunare gli evangelici americani. Come Trump, trasmette regolarmente informazioni false, dal Covid 19 al cambiamento climatico. […]
Eppure questo ex agronomo, poliglotta, dal fare pacato è visto da molti romeni come un intellettuale per via del suo eloquio persuasivo e mai sguaiato nel presentare le posizioni più radicali, a iniziare dalle critiche dell’Ue e della Nato in nome della «sovranità romena».
Del resto la Romania è un Paese dove il nazionalismo estremo è entrato a far parte del mainstream culturale: molti degli scrittori più celebri di quella che è considerata l’epoca d’oro della letteratura romena, tra le due grandi guerre del secolo scorso, un tempo erano fascisti convinti.
Georgescu ha vinto a novembre presentandosi come un outsider anti-sistema, un portavoce sobrio della gente comune delusa dai partiti tradizionali, piegata dalla crisi economica e radicata nei valori della famiglia e della Chiesa ortodossa. L’inaspettata cancellazione del secondo turno ha fatto deragliare la sua campagna elettorale, lasciando però intatte le forze che l’avevano spinta, dentro e fuori la Romania. Tant’è che sarebbe ancora lui il candidato favorito nel voto del 4 maggio, se gli sarà permesso registrarsi.
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