giorgia meloni ignazio la russa

“HO SBAGLIATO A DIRE CHE NON ERANO NAZISTI” - DIETRO IL MEA CULPA DI LA RUSSA SU VIA RASELLA C’E’ STATA UNA TELEFONATA CON LA MELONI CHE LO HA INVITATO A “STARE PIU’ ATTENTO” - LA PREMIER, A SUA VOLTA CONTESTATA PER LE SUE FRASI SULLE FOSSE ARDEATINE, È INFURIATA PER LE GAFFE DEI SUOI, AD INIZIARE DA RAMPELLI - DENTRO FORZA ITALIA SI PARLA DI PAROLE “INDEGNE” PER CHI RICOPRE LA SECONDA CARICA DELLO STATO. E LA LEGA CON CLAUDIO DURIGON, CHE FU COSTRETTO A DIMETTERSI DA SOTTOSEGRETARIO PER AVER PROPOSTO DI INTITOLARE UNA PIAZZA AL FRATELLO DI MUSSOLINI, DA’ LEZIONI DI ANTIFASCISMO A LA RUSSA - L’ANPI E LE OPPOSIZIONI CHIEDONO LE DIMISSIONI DI ‘GNAZIO. E MATTARELLA…

Estratto dell'articolo di Ilario Lombardo per la Stampa

 

ignazio la russa giorgia meloni

Le prime scuse, appena borbottate, ancora abbozzate senza troppa convinzione, arrivano dopo una telefonata con Giorgia Meloni già la sera di venerdì, dopo il lungo colloquio della premier con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non è una semplice coincidenza. Ignazio La Russa oggi è la seconda carica dello Stato, lontanissimo però dalla sensibilità che il suo diretto superiore ha sempre mostrato sulla Costituzione fondata sull'antifascismo.

 

IGNAZIO LA RUSSA GIORGIA MELONI

Il presidente del Senato così si sente ripetere l'ovvio anche da Meloni: che quanto ha sostenuto, avventurandosi nel revisionismo storico dei fatti di via Rasella, è sbagliato, non solo perché ha un effetto traumatico su un luogo sacro della Resistenza, ma perché è frutto di un'omissione. Non erano una semplice banda di suonatori di Bolzano, le vittime dell'agguato partigiano, ma un gruppo di nazisti. Meloni gli chiede di rettificare. (…)

 

Meloni e La Russa hanno un legame strettissimo. In fondo, sulla lettura della storia del Duce e del Ventennio la pensano allo stesso modo. E lo prova il fatto che le gaffe del vecchio colonnello di Fratelli d'Italia nascono per giustificare, in qualche modo, le dichiarazioni che aveva rilasciato la leader sulle Fosse Ardeatine, a sua volta omettendo che le vittime non furono trucidate perché italiane, come rappresaglia a seguito dell'attentato di via Rasella, ma scelte in quanto ebrei, dissidenti politici, oppositori.

 

ignazio la russa sergio mattarella giorgia meloni

(…) Meloni chiede a La Russa di stare «più attento»…. (…Diversamente da altri fedelissimi o ex, le cui scivolate – vedi il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli – la innervosiscono non poco. Quello che è impossibile non vedere, anche per la presidente del Consiglio, è l'imbarazzo che creano le performance nostalgiche di molti esponenti di FdI anche tra gli alleati. Dentro Forza Italia si parla di parole «indegne» per chi ricopre la seconda carica dello Stato, ma nessuno tra i berlusconiani si espone per accusarlo apertamente né osa chiedere le dimissioni.

 

La Lega invece ne approfitta per togliersi qualche soddisfazione contro l'ingombrante socio di maggioranza. E in un capolavoro di malizia lascia che ad assumersi la responsabilità di una dichiarazione a difesa dei partigiani e dell'antifascismo – grazie a cui «abbiamo oggi la democrazia» – sia Claudio Durigon, proprio lui che fu costretto a dimettersi da sottosegretario del Lavoro, durante il governo Draghi, per aver proposto di intitolare una piazza al fratello di Benito Mussolini.

 

 

 

L’ESEMPIO DI MATTARELLA

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per la Stampa

 

ignazio la russa sergio mattarella giorgia meloni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 18 aprile visiterà il campo di Auschwitz-Birkenau accompagnato dalle sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla Shoah.

 

(…)

La Russa ha promesso una «sorpresa» per il 25 aprile, il presidente Mattarella, invece, non ha bisogno di annunci: lui ha sempre festeggiato la Liberazione in luoghi simbolo, insistendo spesso nei suoi interventi sul carattere popolare della Resistenza, sul protagonismo della gente comune. Quest'anno il Capo dello Stato dovrebbe essere a Boves, in provincia di Cuneo.

 

la banda di pensionati altoatesini ignazio la russa - meme by vukic

Qui, dieci giorni dopo l'8 settembre del ‘43, una delle prime formazioni partigiane si imbattè in paese in tre soldati delle SS, ne nacque uno scontro a fuoco, un nazista morì e gli altri due vennero fatti prigionieri. Le SS occuparono Boves e minacciarono il parroco, che salì in montagna per chiedere ai partigiani di rilasciare i due soldati catturati, ed evitare così la rappresaglia nazista. I prigionieri furono rilasciati, ma questo non bastò a placare la furia nazista: il paesino venne bruciato e 24 persone furono ammazzate, il parroco fucilato.

 

LA RUSSA MELONIignazio la russa giorgia meloni 1rampelli meloni la russaVIGNETTA DI ALTAN SULL MSI rampelli meloni la russaIGNAZIO LA RUSSA LA STORIA SIAMO A NOI - VIGNETTA BY MACONDOsergio mattarella ignazio la russa giorgia meloni all altare della patria

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…