jaroslaw kaczynski germania trilioni

I CONTI (NON) TORNANO – LA POLONIA SI SVEGLIA DOPO 80 ANNI E PRESENTA ALLA GERMANIA IL CONTO DI 1,3 TRILIONI DI EURO DI RISARCIMENTO PER L’OCCUPAZIONE DURANTE LA II° GUERRA MONDIALE – “NON SARA’ FACILE MA QUESTO E’ IL NOSTRO OBIETTIVO” DICE JAROSLAW KACZYNSKI, LEADER DEL PARTITO DI GOVERNO POLACCO “PIS” – DURANTE L’ARMISTIZIO LE POTENZE VINCITRICI ABBONARONO LE SPESE ALLA GERMANIA MA LE VECCHIE RUGGINI NON SONO MAI STATE SUPERATE... - VIDEO

 

Emanuele Bonini per www.lastampa.it

 

VIKTOR ORBAN JAROSLAW KACZYNSKI

L’Europa torna a fare i conti col proprio passato, quello meno virtuoso. Proprio di conti si tratta, perché la Polonia di oggi calcola quanto la Germania nazista di ieri è costata al Paese. Non meno di 6,2 trilioni di zloty, l’equivalente di circa 1,3 trilioni di euro, che Varsavia chiede a Berlino a titolo di compensazione dell’occupazione che fu. L’attuale leadership polacca li vuole. «E’ il nostro obiettivo», riconosce Jaroslaw Kaczynski, leader partito di governi Diritto e giustizia (PiS). Sa perfettamente, parole sue, che «non sarà facile», ma in occasione dell'83° anniversario dell'invasione della Polonia, dice questo ai suoi connazionali.

GIORGIA MELONI JAROSLAW KACZYNSKI

 

E’ più di un’esternazione figlia di ferite comunque dolorose. Sei milioni di morti, Varsavia ridotta ad un cumulo di macerie, e le immagini del rastrellamento del ghetto ancora impressa nella memoria. Ma il passato non è lasciato alle spalle. L’esecutivo del Paese dell’est ha prodotto un rapporto dettagliato sull’accaduto, ed è da qui che arriva la cifra che ora si sottopone alla cancelleria di Berlino.

 

jaroslaw kaczynski al sejm (parlamento polacco) per la legge bavaglio 2

Con tanto di postilla che recita che il conto è per difetto, e quindi il computo totale potrebbe anche lievitare all’insù. E’ convinzione del primo ministro Mateusz Morawiecki che «le vittime meritino giustizia», e per questo «oggi siamo obbligati a fare questi calcoli nel modo più accurato possibile e presentare il conto a chi di dovere».

Jaroslaw Kaczynski

 

Alla fine della seconda guerra mondiale la Germania non sottoscrisse un trattato di pace, bensì l’armistizio. Questo è l’accordo tra Paesi che serve a deporre le armi e cessare le ostilità, con il mutuo riconoscimenti di un vincitore e di un vinto. I tedeschi riconobbero la sconfitta, ma non dovettero sottostare alle condizioni dei vincitori. Queste fanno parte del trattato di pace, arrivato solo nel 1990, all’indomani della caduta del muro di Berlino e della riunificazione.

 

In quel frangente le vecchie potenze vincitrici decisero di «abbonare» le spese di riparazione. Una decisione avallata dall’allora Comunità economica europea, in quel momento storico composta da 12 Stati, di cui la Germania federale faceva parte. La Polonia nell’Ue è entrata solo nel 2004, ma soprattutto non ebbe mai modo di avanzare pretese per via del nuovo assetto post-bellico. Satellite sovietico, il governo comunista filo-Mosca si rifiutò di chiedere il risarcimento danni alla Germania federale, anch’essa sotto sfera d’influenza sovietica.

rastrellamento ghetto varsavia 17

 

La Germania ritiene la questione un capitolo ormai chiuso, ma così non è per i vicini polacchi. Così mentre a Berlino si tende a non dare seguito a questa iniziativa polacca, a Varsavia invece si procede in tutt’altro modo. I vecchi rancori sono alimentati dalle nuove ruggini, rappresentate dalla risposta all’aggressione russa in Ucraina.

 

Mentre la Polonia ha fin da subito sposato la linea dura e intransigente, i partner vicini una ritenuta molle. L’ultimo oggetto del contendere la politica sulla concessione dei visti. La Polonia avrebbe voluto impedire ogni tipo di ingresso, la Germania invece no e ha spinto per l’accordo trovato in sede Ue per la sospensione del regime agevolato.

rastrellamento ghetto varsavia 12

 

In ogni caso la mossa polacca rischia di scoperchiare il classico vaso di Pandora. Altri potrebbero essere tentati di giocare la stessa carta. Basti pensare che in Grecia non si è mai smesso di pensare che la Germania avrebbe dovuto offrire un risarcimento per circa 289 miliardi di euro. L’Europa che seppe scegliere l’integrazione si specchia pericolosamente sull’immagine di sé stessa ai tempi della dolorosa e violenta scelta della divisione.

 

donald tusk

Dalla Polonia l’europeista Donald Tusk censura l’operato del suo governo. «Non c’è alcuna questione di riparazioni, è solo una mossa per accrescere i consensi», dice scagliandosi quella che non esista a bollare come «campagna politica anti-tedesca». Tusk oggi è leader di Piattaforma civica, partito di opposizione interna. Ma prima di questo ruolo ha rivestito quelli di presidente del Consiglio europeo e del Partito popolare europeo. Sa cosa si rischia, sa cosa c’è in gioco. Qualcun altro a Varsavia probabilmente no.

donald tusk al congresso del ppe 1DONALD TUSK VIKTOR ORBAN

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…