BOSCHI E GIRI LOSCHI – NON DITE ALLA GIAGUARA DEL VALDARNO CHE IN UNA DELLE LISTE DI SOSTEGNO AL ‘SUO’ DECARO, CANDIDATO PD A SINDACO DI BARI, C’È LA FIGLIA DI UN BOSS DEGLI ANNI ‘90 – RENZI: ‘LA BOSCHI ZITELLA? ANCHE UN MINISTRO CERCA MOGLIE’

1. BARI, LA FIGLIA DEL BOSS IN LISTA COL CENTROSINISTRA
Renato Benedetto per ‘Il Corriere della Sera'

«Sono consapevole che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli», è la premessa di Antonio Decaro, candidato sindaco di Bari. Eppure quel nome, anzi quel cognome, in una delle 13 liste al tavolo del centrosinistra, qualche imbarazzo gliel'ha creato. Esperanza Diomede, 22 anni, parrucchiera, è candidata al consiglio comunale con Semplicittà, lista che sostiene Decaro. È la figlia di Michele Diomede, esponente di primo piano della criminalità locale degli anni 90, fratello di due boss, tornato libero nel 2012 dopo aver scontato 24 anni per omicidio.

Quando Decaro ha notato quel cognome, che non passa inosservato a Bari, si è rivolto al capolista di Semplicittà, l'assessore Elio Sannicandro, chiedendogli di convincere Esperanza Diomede a fare un passo indietro: pur consapevole che «per la ragazza sia importante emanciparsi da una famiglia che può apparire "ingombrante" - ha scritto - una campagna elettorale non è certo un palcoscenico adatto a questo tipo di rivincita personale e sociale».

Ma la diretta interessata non ha alcuna intenzione di ritirarsi, come spiegato al Corriere del Mezzogiorno : «Con la malavita io non c'entro niente. E anche mio padre, oggi è un altro uomo». E, ricordando di averlo conosciuto solo dopo il carcere, esclude qualsiasi legame con la criminalità: «Ma se mi hanno rubato il motorino nel mio quartiere!».

Per lo stesso capolista, Sannicandro, «la ragazza, cresciuta con la madre, è un buon esempio di integrazione, perché è stata seguita dai servizi sociali del Comune e della parrocchia». E il parroco del quartiere San Paolo (quello della ragazza, tra le zone di Bari considerate a rischio) ha offerto al candidato altre rassicurazioni. Che non lo hanno convinto.

Perché Decaro (amico del ministro Maria Elena Boschi, che con lui si cimenta con il barese in uno spot elettorale) dal canto suo teme di dare l'impressione di cercare «consenso e voti facili» a discapito dei «valori più importanti»: «Presentando le liste ho firmato la carta di Libera», codice etico dell'associazione antimafia. Ha ribadito di non volere quei voti (precisando poi: «non voglio i voti della criminalità, senza nessun riferimento diretto alla ragazza»). Solo la diretta interessata, però, può decidere di ritirarsi.

Esploso il caso, i riflettori si sono accesi anche su altri nomi. Come Danilo Dammacco, figlio di un pregiudicato, candidato nella lista Decaro per Bari, che ha deciso di lasciare la corsa. O di Francesco Laraspata, figlio di Leonardo, ucciso nel 2000 nella guerra tra clan. Gli avversari attaccano. Il magistrato Desirée Digeronimo, in testa a una lista civica, si chiede se non siano «inopportune» certe candidature «agli occhi delle vittime innocenti».

Per Domenico Di Paola, candidato del centrodestra: «Si assuma le responsabilità delle sue azioni». Ma per Decaro a fare le spese dei «campioni di etica a giorni alterni» sarà proprio la «povera ragazza alla quale ho chiesto più volte un passo indietro, poiché, invece di ottenere il riscatto sociale a cui giustamente ambisce, rischia di essere ricordata per sempre solo come "la figlia del boss"».

2. RODOTÀ E ZAGREBELSKY DICONO NO ALL'INVITO DEL MINISTRO BOSCHI
Da ‘Il Corriere della Sera'

Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky al seminario del Pd? «Certo, li inviterò, sarebbe bello venissero. L'importante è che non sia solo un dibattito accademico». Così, una settimana fa, la responsabile delle Riforme Maria Elena Boschi rispondeva a chi le chiedeva se avesse invitato anche «i professori che da 30 anni bloccano tutto» (sua definizione) al seminario su «Riforma del Senato e del Titolo V».

Ma, ricevuto l'invito, Rodotà e Zagrebelsky hanno fatto sapere che impegni già assunti per il 5 maggio avrebbero reso impossibile la loro partecipazione all'iniziativa che verrà chiusa da Renzi. Mentre il 12 maggio Rodotà e altri costituzionalisti (come Barbera, Ceccanti, Clementi, Luciani, Onida, Violante, che partecipano al seminario del Pd) parleranno alla I commissione del Senato.

3. LA BATTUTA SULLA BOSCHI: ZITELLA? ANCHE UN MINISTRO CERCA MOGLIE
Da ‘Il Giornale'

«Sa perché non mi sento in colpa? Perché nel governo c'è anche chi come la Madia ha appena partorito». Così Matteo Renzi ha risposto ad Alfonso Signorini che a Radio Montecarlo gli ha ricordato di avere «una zitella sulla coscienza», cioè Maria Elena Boschi che in una recente intervista ha dichiarato che «per il troppo lavoro non riesce a trovare marito». «È segno che il governo è in mano a persone normali - ha sottolineato Renzi - E comunque c'è anche un ministro che cerca

 

MARIA ELENA BOSCHI CORRIERE jpegBOSCHIMARIA ELENA BOSCHI NELLO SPOT ELETTORALE PER DECARO SINDACO DI BARI MARIA ELENA BOSCHI NELLO SPOT ELETTORALE PER DECARO SINDACO DI BARI BOSCHI BOSCHI CON OCCHIALI BONSANTI, LANDINI, CARLASSARE, ETC.RENZI, BOSCHI,

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