NO NAZARENO? MO’ SO’ CAZZI/2 – CINQUANTA MILIONI È QUANTO VALEVA IL PATTO DEL NAZARENO PER IL ROTTAMATORE – ANCHE LE NUOVE NORME SUL FALSO IN BILANCIO PRESE DA SILVIO COME UNA PROVOCAZIONE

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

I patti sono come i contratti. Se si rompono si paga una penale. Adesso conosciamo quanto veniva valutato da palazzo Chigi il patto del Nazareno: 50 milioni di euro. Perchè all’indomani del congelamento-rottura deciso da Silvio Berlusconi insieme al comitato di presidenza di Forza Italia, arriva inatteso un emendamento del governo al decreto legge milleproroghe che secondo i tecnici fa lievitare i costi amministrativi e i contributi d’uso delle frequenze televisive in tecnica digitale fino a 50 milioni di euro l’anno per Mediaset e Rai.

 

Se le bastonate sui conti della tv di Stato sembrano una costante di Matteo Renzi che ha tutte le intenzioni di mandare un manager di sua fiducia al posto di Luigi Gubitosi (prossimo alla scadenza) per rivoltare come un calzino quella Rai che proprio non gli va giù, di stangate su Mediaset nell’era nazarena non si trova traccia.

renzi e berlusconi 2 2renzi e berlusconi 2 2

 

Naturale che nelle fila di Forza Italia sia stato interpretato come una vendetta renziana per la rottura del patto del Nazareno quell’emendamento governativo. Il testo in sé è abbastanza generico da apparire ai non cultori della materia quasi innocuo: ne rimanda l'applicazione infatti a un «decreto del ministero dello Sviluppo economico in modo trasparente, proporzionato allo scopo, non discriminatorio ed obiettivo sulla base dell’ambito geografico del titolo autorizzato».

renzi berlusconirenzi berlusconi

 

Ma proprio questa applicazione in due tempi ha irritato ancora di più i parlamentari azzurri che l’hanno interpretata come una pistola puntata alla tempia di Berlusconi, qualcosa sul tipo «se fai una virata come quella che hai annunciato sulle riforme istituzionali, penso io a riformare le casse delle tue aziende».

 

Siccome proprio ieri - coincidenza che si aggiunge a coincidenza - il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha annunciato un pacchetto anticorruzione che avrà al suo centro la reintroduzione di quel reato di falso in bilancio che Berlusconi vede come fumo negli occhi, e che nella sua nuova versione sarà «sempre perseguibile d’ufficio, senza querela di parte, e senza distinzione tra società quotate in borsa e non», la sensazione di una vendetta renziana si è fatta presto largo fra i semi deserti corridoi del Palazzo.

 

renzi berlusconi ventriloquorenzi berlusconi ventriloquo

Se tutto non è deflagrato in roboanti dichiarazioni e polemiche pubbliche è proprio perchè tre quarti del parlamento aveva deciso di prendersi un sostanziale giovedì di ferie, per recuperare a casa lo stress del superlavoro per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica (hanno dovuto rimanere a Roma per il voto decisivo anche di sabato, e questo sembra avere pesato tanto sui loro fisici).

 

Il governo naturalmente minimizza: nessuna vendetta, ma un atto di redistribuzione a favore delle emittenti minori, nelle cui casse dovrebbe essere redistribuito quell’incremento chiesto a Rai e Mediaset. A dire il vero un renziano che si occupa della materia come Michele Anzaldi un po’ di veleno ce l’ha messo esultando su twitter per la stangata ai due grandi gruppi televisivi. E se l’è rivenduta così: «Frequenze tv: stop agli sconti per Rai e Mediaset. Cittadini tutelati e bloccato pasticcio Agcom. Promessa mantenuta #lavoltabuona».

 

 RENZI E BERLUSCONI RENZI E BERLUSCONI

Getta acqua sul fuoco un altro Pd (franceschiniano), però appartenente all’esecutivo: il mite Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni: «Posso capire», dice, «la tensione di questi giorni ma suggerirei di tenersi ai fatti e non agli stati d’animo». E secondo lui le ragioni della svolta sono squisitamente economiche e non politiche, e l’emendamento sarebbe stato chiesto per ragioni di finanza pubblica dal ministero dell’Economia dopo che l’Agcom aveva operato uno sconto robusto (che ora verrebbe cancellato) per le frequenze Rai e Mediaset: «si tratta», dice Giacomelli, «di un giusto richiamo al rispetto degli equilibri del bilancio dello Stato: esplicita cioè un principio di finanza pubblica che è sempre presente e di cui sempre, nel complesso delle decisioni, occorre tenere conto».

 

Anche un esponente della minoranza del Pd come Nicola Stumpo respinge in una intervista a Libero Tv (che sarà on line questa mattina su www.liberoquotidiano.it) l’ipotesi di una vendetta: «È un provvedimento tecnico, a favore degli operatori minori». Di fronte ai sospetti di Forza Italia prudentemente il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (che è in congiunta con il presidente della commissione Affari Costituzionali, il fittiano Francesco Paolo Sisto), ha preferito congelare l’emendamento governativo, un po’ come Berlusconi ha congelato il patto del Nazareno. Ma la prossima settimana dovrà comunque essere messo ai voti delle commissioni congiunte.

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