PRIMA L’AMORE, POI L’ODIO NEL LUNGO DUELLO TRA IL “RAS” KAZAKO NAZARBAEV E IL SUO EX DELFINO ABLYAZOV

1 - NAZARBAEV: IL "RIFORMATORE LAICO" CHE GUIDA UN PAESE A CONDUZIONE FAMILIARE
Anna Zafesova per "la Stampa"

L'Enciclopedia Britannica lo definisce «riformatore», le Ong internazionali lo chiamano «satrapo», in patria porta il titolo ufficiale di Elbasy, leader della nazione, che gli da il diritto di farsi rieleggere presidente a oltranza e offre a tutta la sua famiglia l'immunità giudiziaria. A 72 anni Nursultan Nazarbaev è il leader più longevo al potere nell'ex Urss, in carica ininterrottamente dal 1989, passato indenne da primo segretario del partito comunista a primo e unico presidente di un Paese che prima di lui non esisteva. E che in un certo senso gli appartiene.

Nel Kazakhstan, noto all'estero più che altro come patria di Borat (che ha proibito il film di Sasha BaronCohen), la famiglia del presidente - tre figlie, generi, nipoti, fratelli e cugini - possiede e/o dirige banche, tv, compagnie petrolifere. La figlia Dinara e il marito Timur Kulibayev sono entrambi miliardari (in dollari), la sorella Dariga è un po' meno ricca (mezzo miliardo) ma molto più potente e si dice sostituirà il padre se nel 2016 non si ricandiderà per ricevere il solito 95% dei voti.

Quanti soldi abbia il capofamiglia non è dato sapere, ma circolano voci su 11 miliardi di dollari su un suo conto privato in Svizzera, qualcuno dice dirottati da fondi pubblici, qualcuno formati dalle tangenti che le major petrolifere internazionali pagavano per avere le licenze. Il sospetto era venuto anche agli americani che indagavano sul «Kazakgate», che ha ispirato «Syriana» di George Clooney ma è finito in nulla di fatto.

I genitori di Nazarbaev erano contadini analfabeti, i figli frequentano il jet-set internazionale, yacht, diamanti, aerei privati, con Dariga che coltiva il suo hobby di soprano su palchi prestigiosi come il Bolshoi e la minore Alya che, dopo un matrimonio dinastico fallito con il figlio dell'ex presidente kirghiso Akaev (cacciato da una rivolta popolare), si è data al design di gioielli, che vende a non meno di 100 mila dollari a pezzo.

Parabole possibili solo nei Paesi ex comunisti, ma che il giovane Nursultan certo non si immaginava quando aveva cominciato: scuola tecnica, operaio, dirigente del partito, fino a sfiorare la carica di primo ministro dell'Urss con Mikhail Gorbaciov che in questo kazako perfettamente assimilato ai russi, diplomatico, intelligente e pragmatico aveva visto il potenziale nuovo leader.

Dall'Urss che Nazarbaev aveva difeso fino all'ultimo ha ereditato un pezzo gigantesco e ricchissimo di materie prime e industrie, gestendolo con il solito misto di Europa e Asia: drastiche riforme di mercato, tassi di crescita a due cifre, accanto a un khanato familiare con elezioni sempre più farsesche. Un laico colto che scrive libri e invita Norman Foster a costruire la sua nuova capitale, ma anche un leader autoritario che censura, incarcera (gli oppositori aggiungono «uccide» ricordando la morte del loro leader Altynbek Sansyrbaev nel 2006).

Piace a cinesi, russi e americani, guarda all'Europa, partecipa a vertici internazionali, mentre manda in esilio, anche i parenti come l'ex genero Rakhat Aliev accusato di sequestro e omicidio e fatto divorziare a sua insaputa, e ordina di sparare sugli operai in sciopero. A differenza dei colleghi dittatori asiatici non incoraggia monumenti a se stesso, pragmatico come sempre vorrebbe l'immortalità fisica, che più volte ha chiesto ai suoi scienziati di cercare. Forse perché in fondo non si fida a cedere il potere alle figlie.

2 - ABLYAZOV, IL BANCHIERE CHE RISCHIAVA DI FAR OMBRA AL "PADRONE"
Maurizio Molinari per "la Stampa"

Mukhtar Ablyazov si sposta da clandestino nel cuore dell'Europa sognando di essere eletto presidente kazako ma intanto è inseguito da accuse di truffe miliardarie e dagli agenti di Nursultan Nazarbayev che lo considerano il più pericoloso degli avversari: la vita quotidiana dell'ex banchiere e maggiore oppositore di Astana riassume le faide di potere nel Kazakistan post-sovietico.

Nato nel villaggio di Galkino, nel sud, Ablyazov ha 28 anni quando l'Urss implode, si fa largo come imprenditore e Nazarbayev, leader dell'ex repubblica sovietica ora indipendente, lo vuole vicino fino a nominarlo capo della compagnia elettrica e quindi ministro di Energia, Industria e Commercio. È il 1998 e Ablyazov ha la responsabilità dei maggiori giacimenti di gas e petrolio dell'Asia Centrale.

L'intesa con Nazarbayev lo porta alla guida della «Bank TuranAlem» (BTA) che viene privatizzata diventando l'interfaccia delle maggiori banche internazionali in gara per investire nelle ricchezze naturali. Se Nazarbaev è il leader politico assoluto, la stella di Ablyazov cresce sul fronte economico. Si parla di Mukhtar come del delfino, leader di una nuova generazione destinata a imporsi. Ecco perché i rapporti fra i due prima vacillano e poi si incrinano.

Il corto circuito arriva nel 2001 quando Ablyazov fonda «Scelta democratica del Kazakistan» assieme ad un gruppo politici e imprenditori coetanei che assomigliano ai nuovi oligarchi russi. E' l'atto di nascita dell'opposizione. Intollerabile per Nazarbayev, che lavora ad una successione dinastica del potere, e Ablyazov finisce in galera per «abuso di potere» con una sentenza che lo trasforma nel nemico pubblico numero 1. Da questo momento, è il 2002, Nazarbayev bracca Ablyazov. Lo imprigiona e vuole tenerlo in cella 6 anni ma le proteste internazionali lo obbligano a liberarlo dopo 6 mesi.

Quando Mukhtar si rifugia a Mosca sfugge a ripetuti tentativi di assassinio mentre la sua banca viene accusata di aver fatto sparire una montagna di miliardi. Ablyazov perde il controllo della BTA e ripara a Londra, dove riceve asilo e va a vivere con moglie e figli in una villa con nove stanze sulla Bishop Avenue, la «strada dei miliardari».

Ma Nazarbayev lo bracca anche qui, accusandolo davanti all'Alta Corte britannica di aver trasferito off-shore almeno 4 miliardi di dollari. Nazarbaev si sente tradito due volte dall'ex delfino - di 20 anni più giovane di lui - perché prima ha tentato di rovesciarlo e poi, dopo averlo graziato consentendogli di riparare a Mosca e Londra, ha continuato a finanziare l'opposizione. In effetti Ablyazov continua a battersi.

Lo conferma nel 2011 quando giornali e tv a lui vicini Vzglyad, Golos Respubliki e K+ - danno grande risalto alla sanguinosa repressione degli scioperi petroliferi. Nazarbaev ne ordina la chiusura e la stessa sorte tocca ad «Algha», il partito d'opposizione filo-Mukhtar.

La sfida fra i rivali è incessante. Ablyazov perde in giugno la battaglia davanti all'Alta Corte britannica - che ordina il sequestro dei suoi beni - e Nazarbayev assapora la possibilità del colpo del ko perché l'avversario ora ha meno fondi, è più vulnerabile. Per questo Ablyazov sparpaglia la famiglia: moglie e bambina piccola in Italia, gli altri tre figli in Svizzera o forse altrove, lui in fuga senza fissa dimora. Con l'operazione top secret per catturarlo a Roma Nazarvayev vuole chiudere il match. Ma Ablyazov non c'è. E la sfida continua.

 

Nursultan Nazarbaev BERLU Vertice Osce in Kazakistan Nursultan Nazarbayev con Silvio Berlusconi x NAZARBAYEV CON LA TESTA DEL DISSIDENTE ABLYAZOV ABLYAZOV CON MOGLIE E FIGLIA ABLYAZOV CON LA FIGLIA Il passaporto della moglie di Mukhtar Ablyazov Mukhtar Ablyazov Mukhtar Ablyazov La moglie di Mukhtar Ablyazov con la figlia La moglie di Mukhtar Ablyazov con la figlia

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?