IL PDL HA MANTENUTO LA PROMESSA, L’IMU NON C’È PIÙ: PERÒ C’È LA SERVICE TAX CHE FORSE SARÀ PURE PEGGIO. CONTENTI?

Alessandro Barbera per "La Stampa"

Il decreto che varerà il consiglio dei ministri previsto per oggi cancellerà definitivamente la prima e la seconda rata dell'Imu di quest'anno. Da gennaio 2014 la tassa sulla prima casa sarà sostituita da una nuova imposta che comunque terrà conto delle dimensioni dell'immobile. I dettagli verranno definiti nella legge di Stabilità da approvare entro il 15 ottobre. L'accordo politico è chiuso, sui dettagli tecnici c'è ancora parecchio da fare.

Il paradosso nel quale si è cacciato il governo Letta vuole infatti che la cancellazione dell'imposta sulla prima casa dovuta quest'anno sia una faccenda più complicata dell'accordo su quella che la sostituirà. Lo è anzitutto per il Pdl: cambiare nome (da Imu a service tax) e natura (da patrimoniale a contributo sui servizi comunali) a una tassa, permette di dire ai propri elettori che - almeno formalmente non c'è più.

Se poi dopo la trasformazione il costo complessivo dovesse persino aumentare la colpa si può sempre scaricare sui sindaci aguzzini. Molto più difficile è fare i conti con una rata da pagare: o c'è, o non c'è. In questi mesi il partito di Berlusconi non ha promesso altro. E se poi quella rata è abolita ma sostituita con altre tasse alla gran parte dei cittadini può apparire come una beffa.

È attorno a questo complicato rovello che ieri Pd, Pdl e governo hanno lavorato per chiudere un accordo ad ogni costo. Un accordo che somiglia a un'assicurazione sulla vita almeno fino al panettone natalizio. Prima Alfano e Brunetta con Saccomanni, poi fra i ministri Pd, infine a Palazzo Chigi con Letta, il governo ha speso l'intera giornata stretto fra due grane: l'Imu e la Siria.

Il tema ricorrente di tutti gli incontri è stato come trovare - e in fretta - i quattro miliardi necessari a compensare il gettito Imu di quest'anno. Per la prima rata (2,4 miliardi) la soluzione è pronta: 1,2 verranno dalla maggiore Iva dei creditori statali che stanno staccando le fatture per gli arretrati, altri 700 milioni - e nonostante le proteste di Confindustria servizi - arriveranno dal settore dei giochi, in particolare dalla chiusura (via sanatoria) di un vecchio contenzioso con le società che gestiscono le slot machine. Il resto (circa 500 milioni) li dovrebbero garantire un po' di tagli alla spesa dei ministeri e dei cosiddetti contributi alle imprese.

Su come coprire gli altri due miliardi c'è tuttora incertezza. Il capogruppo Pdl Brunetta ha fatto sua una proposta delle banche che prevede la rivalutazione delle quote possedute della Banca d'Italia. Un meccanismo che permetterebbe agli istituti di innalzare i ratio patrimoniali e all'Erario di incassare più tasse dalle plusvalenze per almeno un miliardo.

Ma si tratta di un meccanismo che deve passare dall'ok di Bruxelles, e dunque molto aleatorio. Di qui l'ipotesi di un piano B che prevede la più classica delle soluzioni, l'aumento delle tasse indirette. Solo oggi sapremo come andrà a finire, qui ci limiteremo a raccontare quel che fonti di governo valutano come possibili rimedi: far scattare l'aumento Iva dal 21 al 22% previsto per il primo ottobre (vale un miliardo di euro), un ritocco delle accise sulla benzina, alle imposte di registro e di bollo.

Più complicata - ma ieri nelle riunioni si è discusso anche di questo - una soluzione che passi dall'allargamento della platea degli immobili che l'Imu l'hanno pagata e continueranno a pagarla, i cosiddetti «immobili di pregio» o da un aumento dell'Imu dovuta per le seconde case. «Le coperture ci saranno, chiare nette e credibili», fa sapere Brunetta. Difficile dire se altrettanto chiara, netta e credibile sarà la soluzione per cancellare una tassa che - piacesse o no - era chiara, netta e credibile.

 

IMUTASSA SULLA CASA jpegBRUNETTA MARONI ALFANO SCHIFANI LETTA, ALFANO, SACCOMANNIfabrizio saccomanni direttore big x

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…