L’ITALIA, IL PAESE DOVE TUTTO È CONCESSO! – GIORGIA MELONI STA PENSANDO DI RINVIARE ANCORA LA RIFORMA DEI BALNEARI. DEL RESTO, COME PUÒ IL GOVERNO ESSERE CREDIBILE SUL TEMA, VISTO CHE LA MINISTRA DEL TURISMO POSSIEDE UNO STABILIMENTO? LA DUCETTA VUOLE POSTICIPARE IL RIORDINO DELLE CONCESSIONI, PREVISTO DA DRAGHI ENTRO FEBBRAIO 2023. PROBLEMA: È UNO DEGLI IMPEGNI PREVISTI DAL PNRR (E SUL TEMA PENDE UNA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO…)
L. Mon. per “La Stampa”
Il governo di Giorgia Meloni sta pensando di rinviare ancora la riforma dei balneari. La delega firmata da Mario Draghi nella legge sulla concorrenza prevede il riordino delle concessioni entro febbraio 2023 per poi metterle a gara, ma l'esecutivo vuole posticipare quel termine intervenendo con una norma nel Milleproroghe, atteso a Palazzo Chigi a fine mese.
Nella maggioranza c'è anche chi propone di mandare la riforma sul binario morto, visto che non è un obiettivo richiesto dalla Commissione europea, sebbene sia tra gli impegni del Pnrr. Il problema che ha il governo è quello di rispondere alla sentenza del Consiglio di Stato che ha fissato al 31 dicembre 2023 la fine delle attuali concessioni.
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La delega sugli affidamenti degli stabili menti balneari è solo una delle sei stabilite dal ddl Concorrenza, che è entrato in vigore un mese prima delle elezioni politiche. Oltre ai beni demaniali, tra le misure da attuare c'è la delega con la mappatura di tutte le concessioni pubbliche; quella sulla vigilanza del mercato e la conformità dei prodotti, quella sulle rinnovabili e la legge sui servizi pubblici locali.
L'unico intervento che il governo riuscirà a portare in Consiglio dei ministri entro fine anno riguarda proprio quest'ultima delega, e in particolare i paletti alle società in house del trasporto pubblico locale. Tra i traguardi del Pnrr che invece saranno centrati c'è la software house italiana: arriva "3-I Spa", società che avrà il compito di sviluppare e gestire i servizi informatici per Inps, Istat, Inail e presidenza del Consiglio.
Dovrà ottimizzare gli investimenti e assicurare elevati li velli di cybersecurity. Intanto, Bruxelles ha dato il via libera alla versione rivista del Recovery del Lussemburgo. La proposta di modifica era stata inoltrata un mese fa dal Granducato, a fronte delle minori sovvenzioni europee rispetto al programma iniziale. Anche la Germania ha notificato alla Commissione una richiesta di modifica del suo Pnrr da 28 miliardi.
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