SCORZA ITALICUM – CON I SONDAGGI CHE DANNO FI IN CADUTA LIBERA, LA LEGGE ELETTORALE PIACE SEMPRE MENO AL CAV MA RENZI TIENE BOTTA (FORTE ANCHE DEL SOSTEGNO DI ALFANO): ‘BERLUSCONI NON CONTI SULLE DIVISIONI DEL PD, I NUMERI CI SONO ANCHE AL SENATO’

Goffredo De Marchis per ‘La Repubblica'

«Tanto non si vota ora, non c'è da preoccuparsi». Per tenere vivo l'accordo sul Senato nei tempi previsti, ovvero entro il giorno delle Europee, Matteo Renzi ha dovuto tranquillizzare Berlusconi sulla legge elettorale. Che così com'è, con Forza Italia in caduta libera, piace meno di due mesi fa dalle parti di Arcore. Il Cavaliere dunque preferirebbe prendere tempo, non "correre" troppo, verificare prima il risultato del 25 maggio e vedere dove si ferma il declino di Fi per capire se la formula del ballottaggio è ancora valida. Non è più detto che sia il centrodestra il primo o il secondo polo. Se diventa il terzo, l'Italicum non è più una legge conveniente.

Le parole di Renzi sono state interpretate da Berlusconi come la garanzia di non essere messo ai margini delle riforme anche in caso di ripensamento. Non significano però che il premier abbia cambiato idea su una scaletta immaginaria che fissa a giugno l'approvazione definitiva della norma sul voto. «Il dato delle Europee - ha spiegato nella notte del vertice - non può essere paragonato a quello delle politiche. Grillo non ha la capacità di creare una coalizione. La destra, sì. E sono le coalizioni a correre per il voto politico». Renzi dice anche, raccontando ai collaboratori l'esito del colloquio, che «i sondaggi non possono condizionare le riforme». Insomma, l'Italicum non deve saltare.

L'intenzione del governo è non mancare alla promessa di costruire l'architettura istituzionale con l'opposizione. Ma uno stop vero e proprio è difficile da immaginare. «Berlusconi non conti sulle divisioni del Pd. I numeri ce li abbiamo, com'è avvenuto alla Camera la legge può passare anche a Palazzo Madama». Fra l'altro, la novità delle ultime settimane è la «profonda sintonia» creata nell'esecutivo con Angelino Alfano. «Ncd sarà meno bellicosa di quanto si è visto a Montecitorio. Non farà più le barricate. I loro voti sono blindati, stavolta».

Berlusconi è stretto tra la pena da scontare ai servizi sociali, il margine di manovra ridotto e il crollo del suo partito. Aspetta il 25 maggio come la data della resa dei conti. Non
chiede la cancellazione del patto sulla legge elettorale. Ma il tempo di verificarne l'utilità alla luce dei voti presi nelle urne.

A quel punto, se l'esito per Fi, fosse disastroso, la resistenza dei berlusconiani potrebbe saldarsi con i dissensi del Partito democratico. La minoranza del Pd, con Bersani e D'Alema, ha fatto capire che lascerà via libera sul Senato e il Titolo V, ma darà battaglia contro l'Italicum. Stavolta senza più il condizionamento legato alle Europee e all'affermazione del Pd.

«Oggi il piatto è questo - è stata la risposta di Renzi l'altra sera - e non dimenticate che nel nostro accordo abbiamo escluso le preferenze e la parità di genere. Sono clausole che io sono in grado di rispettare, ma che mi pare siano in cima alla lista dei vostri paletti». Un avvertimento.

L'ex sindaco dunque non sembra intenzionato a rinunciare alla legge elettorale, magari votandola in tempi meno brevi del previsto ma nemmeno allungati all'infinito. È la sua polizza assicurativa sul governo, è lo strumento con cui far avanzare il suo progetto avendo in mano l'ipotesi di elezioni anticipate. Ed è anche quello che gli ha chiesto Giorgio Napolitano.

Ogni ritardo o leggero slittamento può diventare una bomba a orologeria sotto il cammino delle riforme. Il presidente della Repubblica chiede al governo, alla maggioranza e ai partiti dell'opposizione di arrivare alla fine del cammino, stavolta. È esattamente lo stesso obiettivo di Renzi. Che intanto incassa il passo rapido sulla riforma del Senato confermato dal ritiro di tutti gli emendanti forzisti, ieri mattina. Poi, dopo il 25 maggio, si vedrà.

 

RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMARENZI BERLUSCONI PREMIER PIERLUIGI BERSANI MINISTRO DELLINDUSTRIA NEL GOVERNO DALEMA montecitorio adn x madama facciata

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