conte casaleggio

L'OPPOSIZIONE A CONTE LA FANNO I GRILLINI DELLA "BASE": RIFONDANO I  5STELLE RIPARTENDO DAI MEETUP LOCALI - IL PROGETTO HA LA BENEDIZIONE DI DAVIDE CASALEGGIO E PUNTA A COINVOLGERE ATTIVISTI DELUSI, FUORIUSCITI, CONSIGLIERI COMUNALI E QUALCHE PARLAMENTARE: "E' LA RESISTENZA ALLA METAMORFOSI CONTIANA" - CHI NEL M5S HA ACCETTATO PASSIVAMENTE LA LEADERSHIP DELL'AVVOCATO DI PADRE PIO LO HA FATTO SOLO CON LA SPERANZA DI PORTARE A CASA IL TERZO MANDATO…

Valentina Petrucci per "il Mattino"

 

GRILLO CASALEGGIO CONTE BY OSHO

L'offensiva contro il partito personalistico di Giuseppe Conte è pronta a partire dai territori ed ha la regia di tre consiglieri regionali ex grillini: Francesca De Vito del Lazio, Antonella Laricchia, pugliese rimasta isolata in giunta con l'adesione degli altri pentastellati alla maggioranza di Michele Emiliano, Marì Muscarà, consigliera regionale in Campania. Saranno dunque quei territori, orfani della democrazia diretta e dell'attivismo 5 stelle, a dare una risposta a Giuseppe Conte e far sentire la propria voce con la riapertura, indipendente dal Movimento 2050, dei vecchi meetup.

davide casaleggio enrica sabatini 3

 

I TEMPI

Lo scossone arriverà attorno al 20 agosto con un conferenza stampa di presentazione del progetto: il «nuovo coordinamento dei territori» - questo sarà il nome della nascente organizzazione - conta già più di duecento adesioni, in crescita costante, a sentire chi se ne sta occupando. Ne faranno parte cittadini delusi, attivisti di lungo corso, fuoriusciti, consiglieri comunali, regionali e si profila anche l'adesione di qualche parlamentare. «Sarà una casa per chi in questo momento non ce l'ha più - racconta una fonte - al centro della scena politica riporteremo la partecipazione attiva con l'obiettivo di rovesciare questa piramide verticistica che è diventata il Movimento di Conte».

francesca de vito

 

E aggiunge: «Riapriamo i meetup non attraverso un avallo dei vertici, come lo statuto di Conte vorrebbe, ma con la volontà di persone e attivisti. Rifondiamo i territori e anche i portavoce eletti verranno da noi», chiosa. E Giuseppe Conte qualcosa deve aver intuito, perché la velina fatta girare nel pomeriggio di ieri dal suo portavoce per smentire un accordo in regione Lazio, doveva servire a sedare gli animi, troppo accesi anche a causa dell'addio di Francesca De Vito, consigliera regionale nel Lazio e storica attivista.

 

conte grillo ristorante marina di bibbona

Chi è coinvolto nel progetto l'ha già soprannominata «la resistenza alla metamorfosi contiana», perché per ridare centralità ai territori e mettere in piedi un progetto credibile è stato sentito anche Beppe Grillo che dell'iniziativa è stato messo al corrente, ma ha schivato ogni richiesta d'incontro per non doversi trovare, probabilmente, a negare un sostegno già promesso e siglato con l'altro Movimento, quello 2050 che si è fatto partito con l'avvento dell'avvocato del popolo.

grillo conte

 

IL COLLANTE

E se per tornare alle origini serviva provare ad incassare il sostegno di Grillo, risposte migliori sono arrivate invece da Rousseau: «Torneremo a Casaleggio, se Davide Casaleggio vorrà», spiega chi è coinvolto nella rifondazione dei meetup. Il collante tra il nuovo coordinamento e Casaleggio, potrebbe essere proprio la consigliera regionale De Vito, vicinissima al figlio del fondatore con cui porta avanti diverse collaborazioni, come il progetto sedi digitali al fianco di Enrica Sabatini, sostenuto inoltre dal gruppo grillino «parola agli attivisti».

 

E mentre il piano per svuotare il Movimento 2050 di Giuseppe Conte prende forma e sostanza, l'avvocato del popolo dedica all'apologia del cambiamento le sue prime settimane di leadership. Limitare gli addii, incassare il consenso interno di tutte le correnti, evitare scontri sui temi con gruppetti di dissidenti: sono questi gli obiettivi alla base dei suoi articolati discorsi con deputati e senatori, in cui questi ultimi sono richiamati alla «responsabilità collettiva». «Non dovete votare contro i provvedimenti del governo o diversamente da come vi indica il gruppo» - avrebbe detto in una delle ultime riunioni con i suoi, sollevando le perplessità di molti.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1

 

Qualcuno ha voluto prendere parola e manifestare apertamente un dissenso che diversi condividono nel Movimento, ma che pochi hanno il coraggio di dichiarare. Lo ha fatto Angela Masi, deputata pugliese 5 stelle, al primo mandato: «Decidere di rinnovare un movimento va bene, ma siamo sicuri che servisse farlo dai vertici e non dalla base che è sempre stata la nostra forza distintiva?», spiega con perplessità.

 

Con Masi che non condivide l'evoluzione dei 5 stelle sui temi e sui contenuti c'è anche Giovanni Vianello, tarantino e ambientalista alla prima legislatura con un passato da attivista per la sua città e per il Movimento: «Prendo atto che il sogno è finito, il Movimento ha altre priorità ormai, non più l'ambiente e la transizione ecologica».

 

VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

Lo afferma con rammarico, dopo aver appresso che, con un emendamento passato in Senato la scorsa settimana all'interno del decreto grandi navi, si finanzia la continuità dell'Ilva di Taranto. «Qualcuno resta in silenzio perché spaventato dai richiami di Conte - spiega una fonte interna riferendosi a quelli ricevuti dai deputati Masi, Vianello e Frusone per aver votato in dissenso dal gruppo in più occasioni - altri invece si allineano perché il nuovo leader ha riacceso la speranza di un terzo mandato».

 

GLI STRAPPI

Eppure, dopo le forti discussioni con Beppe Grillo, i confronti interni per ricucire gli strappi, l'elezione con maggioranza bulgara, ora per il neo leader del Movimento 2050 arriva il momento della resa dei conti con i territori, senza il sostegno dei quali le speranze di incassare voti nelle competizioni elettorali diminuiscono drammaticamente. E il disegno di un ritorno a palazzo Chigi si sbiadisce.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?