A LETTO SI', IN POLITICA NO – LE LABURISTE INGLESI CONTRO LA CONCORRENZA DELLE TRANS CANDIDATE DA CORBYN NELLE “QUOTE ROSA”. E 300 ISCRITTE LASCIANO IL PARTITO – LA DELEGATA NATA UOMO TWITTA: “BENE: 300 TRANSMISOGINE SE NE SONO ANDATE. UNA BELLA GIORNATA”
Alfonso Bianchi per La Stampa
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La decisione di inserire candidate transgender tra le quote rosa per le elezioni politiche nel Regno Unito ha scatenato la protesta di una parte delle donne del partito. Ben 300 iscritte hanno deciso di lasciare la formazione guidata da Jeremy Corbyn, ritenendo ingiusta la scelta quando i transgdender a cui viene concessa una via preferenziale alle candidature non sono legalmente diventate delle donne.
LA LETTERA DELLE DIMISSIONARIE
«Siamo costernate per il fatto che il Partito laburista sostenga che il sesso sia una caratteristica in cui ci si può auto identificare per poter accedere a liste di sole donne», e ora «ci troviamo di fronte a una situazione in cui ogni uomo può semplicemente affermare di essere una donna ed essere inserito» tra le quote rosa, scrivono dieci esponenti di questa protesta in una lettera indirizzata al Times. Nella lettera accusano il Labour di essere «disonesto», e dichiarano che il supporto alla auto-identificazione «puzza di autorità e supremazia maschile».
COSA SONO LE SHORTLISTS
«Le shortlists per le donne sono sempre state aperte a tutte le donne, e tra queste si includono naturalmente anche le trans», ha spiegato una portavoce del partito, mentre alcune fonti interne allo stesso hanno messo in discussione il numero delle dimissionarie, affermando che è più basso di quello comunicato al Times. Quella di selezionare i politici da candidare in determinate circoscrizioni solo tra donne è una pratica inaugurata nel 1997 dai laburisti, e poi sposata anche dai liberali, per combattere l’eccessiva presenza di uomini in Parlamento e nei Consigli locali del Regno Unito. Ma oggi questa pratica è divenuta oggetto di scontro.
“IL SESSO NON SI PUÒ AUTO-DEFINIRE”
Anwen Muston transgender laburista
«Il sesso non è una caratteristica che si può auto-definire ed è scorretto che il Labour pretenda che lo sia», si legge nella lettera secondo cui permettere a una persona di affermare «io sono quello che dico di essere», è una cosa che «puzza di autorità e di supremazia maschile». Le ribelli nel loro intervento sul quotidiano, in cui spiegano la ragione della loro dimissione in massa, lamentano che invece «al contrario, raramente si crede a una donne quando denuncia una violenza sessuale che subisce o le molestie per strade così come la violenza domestica in casa».
E naturalmente non sono mancate le critiche all’iniziativa. Tra queste quella della diciannovenne Lily Madigan, dallo scorso dicembre prima funzionaria transgender del Labour. «Oggi circa 300 donne transmisogene hanno lasciato il partito. È una bella giornata», ha scritto la giovane su Twitter.
Nelle elezioni locali che si terranno il 2 maggio i laburisti hanno candidato in tutto 120 esponenti del mondo Lgbt. Anwen Muston, è la prima consigliera transgender eletta nelle fila del partito a Wolverhampton nel 2016.