1. NEL SILENZIO ASSORDANTE DEI QUOTIDIANI, “LIBERO” CONTINUA A BATTERE LA STORIA DELLA CASA DI RENZI, CHE È STATA PAGATA PER 32 MESI DAL SUO AMICO MARCO CARRAI, UNO CHE DAL 2004 HA INCASSATO VARIE POLTRONE, PUBBLICHE E NON, GRAZIE A MATTEUCCIO 2. RENZI, DA SINDACO, AFFITTAVA UNA MANSARDA DA 1000 EURO AL MESE PER NON DOVER TORNARE OGNI GIORNO NELLA CASA DI FAMIGLIA, A 40 MINUTI DA PALAZZO VECCHIO! 3. NON POTENDOSELA PIÙ PERMETTERE, SI TRASFERÌ PER QUASI TRE ANNI IN UN APPARTAMENTO (5 VANI) PAGATO DA CARRAI. CHE MINACCIA QUERELE CONTRO BELPIETRO 4. “SOLO UN ATTO DI GENEROSITÀ VERSO UN AMICO”. CERTO, LO STESSO AMICO CHE GLI HA GARANTITO RUOLI (E STIPENDI) DI PRIMO PIANO IN BANCHE, AEROPORTI E PARCHEGGI DI FIRENZE. E CHE ORA È IN LIZZA PER UNA NOMINA (RENZIANA) NEL CDA DI ENI O FINMECCANICA 5. BELPIETRO: “CARI RENZIANI, VISTO CHE FATE DELLA TRASPARENZA UN VANTO, DOVETE ABITUARVI ALLE DOMANDE LEGITTIME DEI GIORNALI. E NON TRASCINARLI IN TRIBUNALE”

1 - CARRAI NON RISCHIA MAI
Camilla Conti per "l'Espresso" - Rimasti orfani di Matteo Renzi, in questi giorni i fiorentini seguono con attenzione la partita sull'aeroporto di Firenze Peretola, che in base ai piani del governo dovrà fondersi con quello di Pisa, dando così vita a una holding aeroportuale toscana. A comandare sarà la Cedicor del magnate argentino Eduardo Eurnekian, che nei giorni scorsi ha acquistato il 33 per cento di Adf, la società di gestione del Vespucci e che è già presente nel capitale della pisana Sat.

«Siamo soddisfatti perché un grande investitore straniero sente l'esigenza di puntare sulla Toscana», ha dichiarato il presidente di Adf, Marco Carrai, considerato il Gianni Letta renziano e approdato al vertice dello scalo in quota alla Cr Firenze, di cui è consigliere. Carrai festeggia, ma rischia di perdere la poltrona.

Perché, dicono in riva all'Arno, appena sarà pronta la nuova holding gli argentini vorranno metterci a capo un loro uomo. C'è però chi è convinto che "Marchino", come lo chiamano, farà di necessità, virtù. Per il consigliere del Principe, gran tessitore di rapporti dall'America a Israele, sarebbe già pronto un posto nel consiglio di una delle grandi società pubbliche coinvolte nel prossimo valzer delle nomine. Come Finmeccanica o l'Eni.


2. AFFITTI, MEDIA E INCHIESTE
Giacomo Amadori per ‘Libero Quotidiano'

Il mistero dell'attico in affitto di Matteo Renzi, pagato dal suo stretto collaboratore e finanziatore Marco Carrai, collezionista di incarichi pubblici, non è ancora risolto. Siamo in attesa di visionare il contratto per capire quanto abbia speso Carrai per ospitare Renzi e se la casa di via degli Alfani 8 a Firenze sia stata presa in locazione appositamente per l'ex sindaco, costretto nel 2011 a lasciare un altro appartamento troppo oneroso. Infatti per diciassette mesi Renzi è stato residente in una mansarda dove pagava mille euro al mese, per un importo complessivo di circa 17 mila euro. Per altri 32 mesi è stato ospite. Risparmiando, sulla carta, 32 mila euro.

Di fronte alla richiesta di ulteriori chiarimenti sulla vicenda Carrai si è limitato a rispondere: «Poiché non sono complice di misteri non voglio neppure essere complice del mio screditamento ». Il braccio destro del Presidente del Consiglio non gradisce neppure che si ricordi che la Corte dei conti aveva espresso dubbi sulla sua assunzione del 2004 da parte di Renzi (all'epoca presidente della Provincia di Firenze) con il ruolo di dirigente, non essendo laureato. I giudici chiesero nel suo caso un «supplemento istruttorio» e nel 2012 stabilirono che il suo curriculum «costituisce esperienza professionale tale da giustificare lo svolgimento di analoga funzione a favore del Presidente della Provincia di Firenze ».

E allora leggiamo nel dettaglio quale fosse il profilo professionale dell'allora ventinovenne capo staff: assessore al bilancio di Greve in Chianti (Firenze), suo paese natìo; per un anno capo segreteria dell'assessore all'Innovazione di Firenze; per tre anni segretario organizzativo della Margherita nella provincia di Firenze; presidente dell'azione cattolica di Greve in Chianti (dal 1997 al 1999); segretario del locale circolo del Movimento cristiano lavoratori (1997-2000); membro della commissione cultura della Diocesi di Fiesole; membro del consiglio direttivo del Collegamento sociale cristiano e degli Amici di supplemento d'anima.

Nel suo curriculum Carrai ha inserito anche la pubblicazione di «articoli su il Foglio, La Nazione, La Repubblica, Il Corriere di Firenze, Metropoli, Toscana Oggi». Insomma un bravo organizzatore di provincia, privo di titoli accademici. Nel 2004 Carrai iniziava anche a fare il consigliere comunale nel capoluogo fiorentino. Ci siamo presi la briga di visionare i suoi interventi a Palazzo Vecchio. Ne abbiamo contati 21 in un lustro: circa quattro interventi l'anno, in cui si è occupato di antisemitismo, Anpi, minoranza tibetana, riabilitazione pubblica di Dante Alighieri, Fiera e aeroporto, la sua passione, visto che oggi è presidente della società che controlla quello di Firenze. Tutto qui. Ma se come consigliere comunale non ha lasciato il segno, si è distinto maggiormente nel ruolo di uomo comunicazione di Renzi.

Nel 2005 il Rottamatore lo mise a fare l'amministratore delegato (poltrona occupata sino al 2010) del suo Minculpop personale, quello straordinario strumento di propaganda ideato da Renzi e chiamato Florence Multimedia srl: per cinque anni ha scolpito nella testa dei fiorentini il volto del loro Presidente Superman. Si tratta di una società partecipata al 100 per cento dalla Provincia con una ventina di addetti assunti senza concorso. Dal 2006 al 2009 la stessa Provincia versa nelle casse della macchina promozionale di Renzi (con al volante Carrai) circa 9 milioni di euro.

Nel 2006 la Florence fattura 500 mila euro, nel 2007 2,3 milioni, nel 2008 la cifra sale a 4,3 milioni e inizia a interessare anche i sindaci revisori. Nel 2009, anno in cui Renzi viene eletto sindaco di Firenze, gli investimenti scendono a 2 milioni e con il nuovo presidente il fatturato cala costantemente sino al milione del 2012. Ma come si giustificava tutto quel denaro alla Florence? Una deliberazione di giunta del 2007 specifica che il lavoro di comunicazione della kermesse «Genio fiorentino» (grande occasione di visibilità per Renzi) andrà curato da un'«agenzia altamente specializzata e qualificata a livello internazionale».

Ma la Florence lavora solo con la provincia. Eppure, grazie a quei 9 milioni, l'immagine del presidente decolla e la sua popolarità diventa nazionale. Ed internazionale. Con l'aiuto dei viaggi nordamericani. Nella deliberazione di giunta del 27 dicembre 2006 vengono previsti «incontri istituzionali» del trentunenne presidente della Provincia Renzi «con il ministro del Tesoro degli Stati Uniti» e «il primo ministro del Regno Unito Gordon Brown ».

La giunta mette in conto di accollarsi le spese di viaggio di un giornalista del Corriere della Sera «per perseguire un'adeguata proiezione all'esterno dell'immagine della Provincia di Firenze ». O meglio del suo Presidente. Oggi premier, anche grazie alla Florence. I cui conti, però, sono finiti sotto esame presso la Corte dei conti di Firenze. L'istruttoria è in corso.


3. CARO DIRETTORE, ADESSO VI SCRIVO E FORSE VI DENUNCIO
Lettera di Marco Carrai a ‘Libero Quotidiano'

Caro Direttore, tre cose, e il resto - se resto ci sarà - in Tribunale.

1) le indagini del suo giornalista presso gli uffici della Corte dei Conti della Toscana - se fatte bene - gli avrebbero fatto reperire la sentenza 227/2012 depositata il 9 maggio 2012, in cui è stabilito che il curriculum del sottoscritto "costituisce esperienza professionale tale da giustificare lo svolgimento di analoga funzione a favore del Presidente della Provincia di Firenze", con conseguente assoluzione da ogni imputazione. Ma i suoi lettori non ne sono stati informati;

2) sono stati informati invece che esisterebbe una indicazione del Ministero dei beni culturali che imponga la gara con bando per la concessione di servizi museali. Sfortunatamente una tale indicazione non esiste affatto per gli affidamenti c.d. sottosoglia, com'è quello aggiudicato a Crossmedia. Senza dire poi che il servizio in questione è di competenza comunale, non statale, è riferito a un museo comunale e non statale, e fuoriesce dalla competenza del Ministero;

3) lei ritiene che un gesto di generosità come quello di ospitare un amico in un immobile preso in affitto con un contratto tanto poco nascosto che è registrato non sia "una cosa ordinaria", soprattutto quando l'ospitante ha incarichi pubblici in una società partecipata dall'ente locale di cui l'amico è sindaco. Io ritengo di non aver fatto niente di male, salvo che non si provi che nella mia funzione ho tradito gli interessi pubblici e ho favorito interessi privati, e ingenuamente pensavo che un atto di generosità non fosse una colpa. Padronissimo lei di pensar male e di insinuare. Il Giudice deciderà se questo atteggiamento supera o meno la soglia della diffamazione.
Cordialmente, Marco Carrai


4. CARI RENZIANI, DOVETE RASSEGNARVI ALLE DOMANDE
Maurizio Belpietro per ‘Libero Quotidiano'

Gentile Signor Carrai, la ringrazio per la nuova lettera e per le informazioni, che se lei avesse avuto la pazienza di fornire da subito a Giacomo Amadori, quando il collega le ha più volte telefonato, sarebbero state riportate nell'articolo. Al contrario, anche mercoledì, lei ha preferito rispondere alla mail del nostro giornalista con una lettera in cui dichiarava di non avere alcuna intenzione di chiarire i nostri dubbi.

Matteo Renzi ha fatto della trasparenza una delle caratteristiche della sua attività politica, dunque è normale che la stampa si occupi di fatti che lo riguardano chiedendo lumi. Ma a quanto pare, a questa normale attività giornalistica lei è insofferente o allergico. E prima ancora di chiarire gli aspetti di una vicenda che riguarda un uomo delle istituzioni che oggi ricopre l'incarico di presidente del consiglio, lei minaccia querele.

Mi spiace, anche perché le sue minacce arrivano dopo quelle di un'altra renziana doc, un ministro della Repubblica che per una notizia non gradita ha telefonato a un direttore usando le stesse espressioni: ci vediamo in tribunale. Da persone che vogliono rappresentare un cambiamento rispetto a D'Alema e compagni non ci si aspetterebbero gli stessi sistemi che l'ex presidente del consiglio usò contro Giorgio Forattini, ma tant'è.

Ciò detto, lei dice che le sembra normale aver pagato l'affitto del sindaco, dandogli in uso un'abitazione nel centro di Firenze mentre lei era un manager di una società partecipata dal comune. Dice anche che fino a prova contraria se non ha fatto gli interessi di un privato a scapito di quello pubblico non c'è nulla di male nell'aver aiutato un amico.

Vede, io non sono un pm e non accuso nessuno. Faccio il giornalista e mi limito ad osservare ciò che accade. E se noto che un sindaco sta a casa di un signore che gli paga l'affitto mi chiedo se tutto ciò sia opportuno. Se sia cioè compatibile con l'immagine pubblica di quel rappresentante delle istituzioni. Tutto qui. È la stampa, bellezza. Anche se lei a quella stampa vorrebbe mettere il bavaglio ancora prima che apra bocca.

 

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