antonio tajani baby gang

“LO STOP AI CELLULARI? NON È UNA QUESTIONE RISOLUTIVA” – ANTONIO TAJANI STRONCA SUL NASCERE LA MISURA PENSATA DAL GOVERNO (DI CUI È MINISTRO DEGLI ESTERI) PER CONTRASTARE LE BABY GANG: “PER UN GIOVANE È UN SEGNALE FORTE, MA NON È CHE SI RISOLVE, PERCHÉ POI IL MODO DI USARLO LO TROVANO”. È L’ENNESIMA PRESA DI POSIZIONE DEL FORZISTA CONTRO LA DUCETTA E SALVINI…

Estratto da www.ilfattoquotidiano.it

 

ANTONIO TAJANI AL FORUM AMBROSETTI DI CERNOBBIO

Lo stop all’uso del cellulare per i minori condannati finito nella bozza che approderà in Consiglio dei ministri non piace anche dentro la maggioranza. Il decreto baby gang […] viene stroncato nella sua parte più controversa dall’altro vice-premier, Antonio Tajani. Che dice quasi un’ovvietà […].

 

“Lo stop ai cellulari? Non è una questione risolutiva. Certamente per un giovane è un segnale forte ma non è che si risolve perché poi, magari, se lo fanno prestare dal fratello o trovano il modo di usarlo”, ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier bocciando la misura contenuta nel decreto per contrastare le baby gang.

 

meloni salvini

“È uno strumento aggiuntivo – ha detto ancora – Io penso sempre che l’aspetto fondamentale sia la rieducazione in carcere, per questo è giusto che gli istituti di detenzione minorile ci puntino ancor più degli altri”. Il giudizio del segretario di Fi assomiglia molto a quello affidato dall’ex procuratore minorile di Napoli, Giandomenico Lepore, a Il Fatto Quotidiano: “Non servono misure di polizia. Sono quelle cose di cui ci si riempie la bocca per apparire molto severi, ma all’atto pratico difficili da applicare. Bisogna cambiare il carcere”.

 

matteo salvini e giorgia meloni

[…] Tajani è poi stato interpellato direttamente sulla parole di Salvini, riguardo ai minorenni che meritano il carcere se si macchiano di reati gravi. “Un 14enne che uccide, rapina o spaccia deve pagare come paga un 50enne”, aveva detto il numero uno della Lega. “Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale – risponde Tajani – Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazione. Non dobbiamo mai rinunciare alla possibilità di far sì che questi giovani si allontanino dal mondo del crimine”.

 

È “ovvio”, ha specificato il vicepremier forzista, che “un giovane criminale debba pagare per le sue colpe perché è già nell’età della ragione”. Ma “deve essere sempre, nell’ambito dell’esecuzione della pena, considerato un soggetto che può redimersi”. […]

matteo salvini e giorgia meloni

 

Nella bozza lasciata filtrare alla vigilia del Consiglio dei ministri si prevede che il questore possa convocare anche i ragazzi tra i 14 e i 17 anni per un avviso orale e se il soggetto al quale è stato notificato l’avviso risulta condannato, anche con sentenza non definitiva, per delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti ad armi o droga, il questore può proporre al tribunale il divieto di utilizzare “piattaforme o servizi informatici e telematici specificamente indicati nonché il divieto di possedere telefoni cellulari”.

 

 Un’idea quantomeno illusoria se non irrealizzabile, che il governo vorrebbe approvare per provare a mettere un freno al fenomeno delle baby gang e contrastare il disagio giovanile. O almeno una parte dell’esecutivo, visto che se la Lega sta cercando di intestarsi il provvedimento, la terza gamba della maggioranza, attraverso le parole del suo numero uno, ha smontato la misura più “pop” contenuta nel decreto.

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