"I CONTROLLI SULLE TASSE SONO TROPPO COMPLICATI E VOI SIETE ONESTI FINCHÉ LO STATO NON DIMOSTRA L'EVASIONE”. LUIGINO DI MAIO CONQUISTA L’ASSEMBLEA DI CONFCOMMERCIO - PROMETTE DI NON FAR AUMENTARE L’IVA, DI ABOLIRE SPESPOMETRO E STUDI DI SETTORE: “AL LORO POSTO AGIRÀ UN SISTEMA CHE INVERTE L'ONERE DELLA PROVA, CHE DEVE ESSERE A CARICO DELLO STATO" - QUALE SARA’ L’INCIDENZA SUL GETTITO DI QUESTE MISURE?
1 - DI MAIO PROMETTE LA RIVOLUZIONE DELLE TASSE "MAI PIÙ PERSECUZIONI"
Roberto Giovannini per “la Stampa”
L'intenzione era chiaramente quella di placare ansie e preoccupazioni, e di cercare di sedurre il mondo dei commercianti. E così, ieri, all' Assemblea annuale di Confcommercio il vicepremier e ministro di Sviluppo e Lavoro Luigi Di Maio ha sapientemente giocato le sue carte, ottenendo 15 volte applausi a scena aperta nel corso del suo intervento. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli aveva appena affermato che «sull'Iva non si tratta e non si baratta», che «la battaglia contro gli aumenti dell' Iva è una battaglia a favore di tutto il Paese».
E così, il leader pentastellato ha ottenuto una vera e propria ovazione prendendo un impegno pesante: «Avete la mia parola qui a Confcommercio - ha detto Di Maio - che l'Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate».
L'«ONERE DELLA PROVA»
Gli applausi sono piovuti fragorosamente quando poi Di Maio ha affermato che molte delle misure varate in questi anni per cercare di contrastare l'evasione fiscale saranno abolite o depotenziate. «Sono state fatte delle norme antievasione che però rendono tutto troppo complicato e trattano tutti come fossero evasori, finiscono col perseguitare i cittadini che le tasse le hanno sempre pagate.
Non credo a spesometro, redditometro o split-payment: sono strumenti che dovevano servire a punire i disonesti e premiare gli onesti, ma in realtà si impiegano ancora 100 giorni l'anno per tutti gli adempimenti, rendendo schiavi quelli che producono valore», ha detto il ministro. Al loro posto agirà un sistema che «inverte l'onere della prova, che deve essere a carico dello Stato», e funzionerà «incrociando le banche dati della Pubblica amministrazione. Perché siete tutti onesti, ed è onere dello Stato provare il contrario».
In realtà, a dire il vero, redditometro e spesometro sono proprio questo: sistemi automatici con cui lo Stato utilizza le sue banche dati e chiede conto ai contribuenti di discrepanze tra quanto emerso e quanto dichiarato. Detto che le politiche fiscali sono materia del ministro dell' Economia Giovanni Tria, che ieri era atteso a Confcommercio e non è venuto, resta da vedere gli effetti sul gettito di misure come queste.
Di Maio ha ricordato che suo padre era un piccolo imprenditore, ha detto che «non bisogna bombardare i cittadini di leggi, perché ce ne sono già troppe». Ha negato che il governo sia contrario alle infrastrutture («chi sta raccontando l'idea che questo sia il governo del no alle infrastrutture sbaglia»). E ha promesso di semplificare prima possibile le norme sugli appalti, «diventate così complicate che scoraggiano dal fare l'opera. Credo nell' esempio delle istituzioni: se si comportano in modo corretto ed etico anche i cittadini si comporteranno in modo corretto ed etico».
In tema di conti pubblici il vicepremier ha spiegato di volere aprire un negoziato con Bruxelles.«Ci teniamo alla tenuta dei conti, ma se vogliamo portare avanti dei progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l'Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no».
UN PUNTO DI DISSENSO
Al contrario, grande freddezza quando il vicepremier ha ribadito l'intenzione di varare il reddito di cittadinanza. Prima Sangalli aveva definito «utili» gli «strumenti che mìtigano gli effetti della povertà assoluta, ma la via maestra resta il reddito che viene dal lavoro. Lavoro dignitoso e salario giusto».
E ben poco è gradito anche il salario minimo di legge, che i commercianti vedono come il fumo negli occhi. «Capisco che il salario minimo è una questione che preoccupa - ha detto Di Maio - ma serve per tutta la generazione di lavoratori che è fuori dalla contrattazione nazionale», parlando dei precari ed esplicitamente dei «riders» che consegnano i pasti a casa in bicicletta. Una definizione che rassicura un po' Confcommercio ma anche Confindustria, il cui presidente Vincenzo Boccia plaude all' annuncio dello stop agli aumenti delle aliquote Iva.
2 - DALLA PACE FISCALE AI CONTROLLI UN PIANO PER VOLTARE PAGINA
Luca Cifoni per “il Messaggero”
La cosiddetta pace fiscale - essenzialmente un condono anche piuttosto generoso - dovrebbe essere il primo passo, anche se si pone il problema dell'intreccio con la definizione agevolata (ovvero rottamazione) ancora in corso. Poi l'abolizione di strumenti ritenuto troppi invasivi, o meglio un'abolizione più accelerata perché in molti casi i relativi processi sono già in corso. In generale, un approccio basato su meno controlli invasivi e sul ricorso ai mezzi tecnologici, a partire dall'incrocio delle banche dati.
Al di là della riforma dell'Irpef e della riduzione dell' Ires per le società, la filosofia fiscale del governo giallo-verde ruota intorno a questi punti fermi. Un'agenda che corrisponde sostanzialmente agli impegni presi in campagna elettorale, ma che deve ancora essere trasformata in uno specifico elenco di provvedimenti legislativi.
Prima che ciò avvenga, andrà naturalmente completata la squadra economica, vice ministri e sottosegretari da affiancare al ministro Tria, tuttora impegnato a prendere le redini della macchina del Mef: toccherà a lui - in base alle norme sullo spoils system - decidere se confermare i capi dei Dipartimenti e i direttori delle Agenzie fiscali.
Soprattutto da parte leghista sembra ci sia molta fretta a procedere con la sanatoria dei debiti fiscali pregressi. Andrà però valutato il fatto che non si è ancora conclusa la prima parte dell'operazione rottamazione (devono essere pagate quarta e quinta rata luglio e settembre) mentre per la seconda hanno fatto domanda circa 950 mila contribuenti che ora attendono una risposta.
La prospettiva di un pagamento limitato (tra il 6 e il 25 per cento dell' importo dovuto in base anche al reddito dell' interessato, invece dell' intera somma ma senza sanzioni e interessi) potrebbe avere un effetto destabilizzante su queste operazioni e sui relativi introiti già inseriti nel bilancio dello Stato. Dunque le modalità saranno studiate con attenzione.
Quanto agli strumenti da abolire, il redditometro (ovvero l'accertamento presuntivo del reddito in base alle spese del contribuente) è stato di fatto abbandonato dall'Agenzia delle Entrate, mentre lo spesometro (comunicazione delle fatture emesse e ricevute) sparirà dal prossimo anno con l'avvento della fatturazione elettronica; in un' intervista a Italia Oggi l' esponente grillina Carla Ruocco ha ipotizzato un debutto anticipato ma con modalità super-semplificate.
Simile destino attende gli studi di settore, che dopo una fase di sperimentazione e di consultazione con le associazioni di categoria, dovrebbero essere sostituiti nel 2019 dagli Isa, indicatori sintetici di affidabilità: una sorta di pagella del contribuente in chiave premiale al posto del meccanismo presuntivo dei ricavi delle imprese.
LA COMPLIANCE
Quanto all' incrocio delle banche dati, quelle fiscali in realtà sono già interconnesse nelle loro varie componenti: ad esempio con il passaggio di Equitalia nell' Agenzia delle Entrate la riscossione ha accesso diretto all' anagrafe dei conti correnti per rendere più mirati i pignoramenti.
Un prossimo passo potrebbe essere l' interconnessione con gli archivi elettronici degli enti locali. In questa logica diventerebbe possibile ridurre la frequenza delle verifiche dirette presso le imprese. Infine resta da capire se con il nuovo corso proseguirà la linea della compliance, che passa ad esempio attraverso l' invio di lettere ai contribuenti prima della fase di accertamento: un approccio che ha dato buoni risultati finanziari.