emmanuel macron vladimir putin

MACRON HA AFFERMATO CHE AVRÀ UN "CONTATTO DIRETTO" CON PUTIN "NEI PROSSIMI GIORNI" DOPO CHE IL PARLAMENTO UE HA DICHIARATO LA RUSSIA “STATO TERRORISTA” - IL PORTAVOCE DEL CREMLINO, DMITRY PESKOV, LO GELA: "NON CI SONO ANCORA PIANI CONCORDATI PER UNA TELEFONATA DEL PRESIDENTE RUSSO VLADIMIR PUTIN CON IL PRESIDENTE FRANCESE EMMANUEL MACRON, NÉ CI SONO PROPOSTE SPECIFICHE IN TAL SENSO"  

CREMLINO, NON ANCORA PIANIFICATA TELEFONATA PUTIN-MACRON

putin macron telefonata

(ANSA) - "Non ci sono ancora piani concordati per una telefonata del presidente russo Vladimir Putin con il presidente francese Emmanuel Macron, né ci sono proposte specifiche in tal senso". Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Non ci sono finora conversazioni telefoniche coordinate con il presidente francese, in realtà non ci sono state proposte specifiche in merito lungo i canali di lavoro", ha detto Peskov ai giornalisti a Yerevan.

 

In precedenza, Macron ha annunciato che avrà un "contatto diretto" con Putin nei prossimi giorni e di voler discutere le questioni relative all'energia nucleare e alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ma in serata, scrivono le agenzie russe Interfax e Tass, il portavoce del Cremlino Peskov ha precisato che al momento "non ci sono ancora piani concordati per una telefonata" tra i due leader.

putin e macron 1

 

MACRON, AVRÒ UN CONTATTO CON PUTIN NEI PROSSIMI GIORNI

 (ANSA) - ROMA, 23 NOV - Il presidente francese Emmanuel Macron dice che avrà un "contatto diretto" con il presidente russo Vladimir Putin "nei prossimi giorni". "Non ci sono ancora piani concordati per una telefonata del presidente russo Vladimir Putin con il presidente francese Emmanuel Macron, né ci sono proposte specifiche in tal senso" afferma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Non ci sono finora conversazioni telefoniche coordinate con il presidente francese, in realtà non ci sono state proposte specifiche in merito lungo i canali di lavoro", ha detto Peskov ai giornalisti a Yerevan.

putin e macron 2

 

IL PARLAMENTO UE DICHIARA LA RUSSIA 'STATO TERRORISTA'

(dell'inviato Michele Esposito) (ANSA) - STRASBURGO, 23 NOV - La Russia è uno "Stato sponsor del terrorismo". Con una risoluzione votata ad ampia maggioranza l'Europarlamento compie un ulteriore passo verso l'Ucraina e scava un nuovo fossato con Mosca, aumentando la pressione politica sui vertici europei perché si produca una condanna che abbia anche valore giuridico nei confronti di Vladimir Putin.

 

Il sì alla risoluzione, nonostante i 494 voti favorevoli (58 i contrari, 44 gli astenuti), non era scontato fino a poche ore prima che il testo approdasse in Aula. E che sia stata una giornata particolare per la Plenaria lo si è capito anche quando, poco dopo la votazione, sito web e wi-fi dell'Eurocamera si sono fermati: un gruppo di hacker pro-Cremlino ha attaccato la struttura informatica di Strasburgo per ritorsione, compromettendo diversi servizi per l'intero pomeriggio.

 

macron putin

La risoluzione era stata proposta inizialmente dai Conservatori e Riformisti, a quali subito dopo si sono affiancati i liberali di Renew e il Ppe. Ne è nato un testo unico che invita l'Ue a creare il quadro giuridico adeguato per riconoscere la Russia sponsor del terrorismo, istituendo misure che comportino serie restrizioni nelle relazioni tra l'Europa e Mosca. "La Russia - recita il testo - è uno Stato sostenitore del terrorismo e fa uso di mezzi terroristici". Non solo.

 

La risoluzione invita l'Ue ad inserire il gruppo Wagner ed il 141esimo Reggimento speciale motorizzato noto anche come 'Kadyroviti' nell'elenco "dei soggetti terroristici dell'Ue". "Bene, la Russia deve essere isolata a tutti i livelli", ha subito commentato un soddisfatto Volodymyr Zelensky. Eppure fino a poco prima di entrare in Aula in diversi gruppi permaneva più di un dubbio sull'opportunità del voto.

 

emmanuel macron vladimir putin

"La questione è cosa aggiunge questa risoluzione, quali strumenti in più ci porta", spiegavano fonti interne al gruppo S&dintrepretando un sentiment condiviso anche in alcune frange del Ppe. Ad uscire allo scoperto è stato invece il M5S: "Nella risoluzione è assente qualsiasi riferimento alla pace e al negoziato. Non la sosteniamo", è stata la posizione della delegazione pentastellata, che ha annunciato l'astensione.

 

Ad un certo punto l'approvazione del testo è parsa in bilico, con effetti imprevedibili sull'unità dell'Europa contro Vladimir Putin. Poi, in nome del sostegno a Kiev, perplessità e mugugni sono rientrati. Per tutti, o quasi. Quattro italiani hanno votato contro: Francesca Donato - che milita nel Misto e da mesi ormai vota contro la maggioranza del Pe sul dossier Ucraina - e gli eurodeputati di S&d Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio. Tutti eletti nel Pd.

 

zelensky merkel macron putin

L'opposizione italiana, di fatto, si è spaccata, anche perché i due eurodeputati di Iv, Nicola Danti e Sandro Gozi, hanno votato a favore. Mentre i tre partiti di governo - Fi, Fdi e Lega - hanno dato luce verde alla risoluzione in maniera compatta. Così come compatto, nel gruppo sovranista dove milita la Lega, è stato il voto sfavorevole dei lepenisti e di Afd.

 

La reazione del Cremlino non si è fatta attendere. "Propongo di riconoscere l'Eurocamera sponsor dell'idiozia", ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. Killnet, gruppo di hacker russi che ha già colpito in Europa e in Italia, è andato oltre, facendo crashare il sito dell'Eurocamera.

 

vladimir putin emmanuel macron 2

"E' stato un attacco sofisticato nel giorno della risoluzione e la mia risposta è 'slava Ukraini (gloria all'Ucraina, ndr)", ha twittato la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola che, assieme al presidente di Eurocities, Dario Nardella, ha anche lanciato una campagna per acquistare generatori elettrici per le città ucraine. Il loro inverno sarà lunghissimo. Quello dei rapporti tra Europa e Russia è cominciato ormai da tempo.

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…