PER ELKANN UNA ROTTURA DI MARON! - MARGHERITA AGNELLI HA RAGIONE: UNA PARTE DEL PATRIMONIO DI SUO PADRE FU NASCOSTA ALL’ESTERO - I PM DI MILANO SCRIVONO DELLA “DISPONIBILITÀ DELLA FAMIGLIA AGNELLI DI SCHERMI ATTRAVERSO CUI DETENERE BENI CELANDONE PROVENIENZA E TITOLARITÀ” - SIGFRIED MARON ALLA MORTE DI GIANNI AGNELLI DISSE ALLA FIGLIA DELLA “CASSAFORTE” - DAL DISCHETTO COI NOMI DEGLI EVASORI ALTRI GUAI IN ARRIVO?...

Gigi Moncalvo per "Libero"

Un punto sta emergendo dopo quel che ha scritto la Procura di Milano: Margherita Agnelli non ha tutti i torti quando sostiene che è stata nascosta all'estero una parte del patrimonio di suo padre. Ma questo apre altri interrogativi. Chi ha le chiavi di questa cassaforte segreta? John Elkann lo sa, ne è informato, ci crede? L'Impero sembra vacillare. C'è qualche illusoria speranza che i lupi siano sazi? Dopo ciò che hanno scritto due PM milanesi, c'è anche un giudice a Torino (oltre al pm Giancarlo Avenati Bassi e a Roberto Pallini e la sua Corte che ha condannato due "intoccabili" come Gabetti e Grande Stevens)?

Ora le "convinzioni" dei giudici del Tribunale Civile subalpino sia di primo grado (Brunella Rosso in Pizzetti) che di appello (Angelo Converso, Rita Garibaldi, Patrizia Dolcino), che non riconobbero le ragioni di Margherita Agnelli sulla richiesta di rendiconto del patrimonio del padre, stanno vacillando? Jaky Elkann sta cominciando a capire chi è il vero "padrone" della Fiat?

Il dottor Befera e l'Agenzia delle Entrate, che fanno? I magistrati Eugenio Fusco e Gaetano Ruta, hanno scritto che esistono «molteplici indizi che portano a ritenere come verosimile l'esistenza di un patrimonio immenso in capo al defunto Giovanni Agnelli, le cui dimensioni e la cui dislocazione territoriale non sono mai stati compiutamente definiti ». Notare l'aggettivo "immenso".

Fusco e Ruta parlano anche della «disponibilità della famiglia Agnelli di schermi attraverso cui detenere beni celandone provenienza e titolarità». Citano un conto segreto da un miliardo di euro dell'Avvocato in Svizzera, come rivelato da Paolo Revelli, ex responsabile della gestione grandi patrimoni di Morgan Stanley: "Ho sempre saputo che presso la filiale di Zurigo esisteva una provvista direttamente riferibile a Giovanni Agnelli per una cifra compresa tra gli 800 milioni e il miliardo, fiduciariamente intestata e detenuta attraverso molteplici conti da Siegfried Maron". Ha aggiunto: "Adolf Brunder, funzionario della banca, nel 2004 era stato licenziato per aver inviato a Maron un fax con cui gli assicurava che avrebbe tenuta nascosta agli eredi Agnelli l'esistenza dei conti".

I "PROTETTORI"
Siegfrid Maron è il capo del "family office" di Agnelli, il nucleo che gestiva il suo patrimonio personale. Insieme con una persona di stretta fiducia di Gabetti, Ursula Schulte. E col vero "cervello": Hans Rudolph Steiger. Maron, subito dopo la morte dell'Avvocato, consegnò alla figlia del defunto - considerandola titolata a conoscere i documenti - un documento in cui si attestava l'esisteva di "Alkyone Foundation" a Vaduz, la principale cassaforte estera personale di Agnelli. Maron venne rampognato e gli fu imposto il silenzio. Senza quel foglio Margherita non avrebbe saputo nulla di "Alkyione" né scoperto che la fiduciaria aveva tra i "protettori" proprio Gabetti, Grande Stevens e Maron.

I primi due hanno detto di "non saperne nulla", nonostante la loro firma autografa. "Alkyone" faceva riferimento a "Prokurations Anstalt" e "First Advisory Group", che conducono a Herbert Batliner, classe 1928, il "re" delle fiduciarie del Liechtenstein, "gentiluomo di Sua Santità" (la più alta onorificenza vaticano per i laici). Aveva finanziato il restauro dell'organo della Cappella Sistina (con tanto di cerimonia alla presenza di Giovanni Paolo II) e poi del Duomo di Ratisbona, davanti a Benedetto XVI.
Il Santo Padre ricevette Batliner nonostante il "gentiluomo" fosse colpito da ordine di cattura della Procura di Bochum con l'accusa di aver favorito l'evasione fiscale di contribuenti tedeschi per 250 milioni di euro. Grazie alla "moral suasion" del Cardinal Bertone presso la Cancelliera tedesca, Batliner ottenne un "salvacondotto" di poche ore per recarsi a Ratisbona. Batliner, insieme all'avvocato ginevrino René Merckt, classe 1933, è una costante nei rapporti con Agnelli, Gabetti e Grande Stevens.

Un impiegato del suo studio a Vaduz, dopo aver scaricato dai computer tutta la banca dati dei clienti gestiti da Batliner, ha fornito alle autorità tedesche, per quattro milioni di euro, le prove per scoprire ingenti evasioni fiscali. Quei quattro milioni ne hanno subito fruttato 900. I governi di altri paesi hanno sdegnosamente rifiutato di acquistare quel CD. Il che certo favorirebbe il compito di Befera.

PRIMA DI TANGENTOPOLI
In questo CD esistono - secondo Marc Hurner, l'esperto analista finanziario che per conto di Margherita Agnelli sta dando la caccia al tesoro dell'Avvocato - anche elementi clamorosi. Pochi mesi prima di Mani Pulite, Agnelli nascose la sua titolarità della "Dicembre", la sua cassaforte personale in Italia che controlla con più del 30% l'Acco - mandita Giovanni Agnelli (la cassaforte degli altri rami famigliari). Forse temendo che magistrati troppo curiosi potessero risalire a lui, intestò la sua quota a due prestanome stranieri: Batliner e Merckt.

In quel luglio 1991 furono create tre società- ombra (Merckt & Co., Julian Stiftung, Lavinium), il capitale fu portato da 99 milioni a due miliardi, vennero firmati dei mandati fiduciari nei confronti dei prestanome. Dall'intreccio di scatole cinesi emergono quattro lettere di mandato (e una di nomina a protectors di Julian Stiftung) che portano le firme di Agnelli, Gabetti, Grande Stevens.

Firmano cinque volte, e ora dicono di "non saperne nulla". C'è un turbinio di clausole assurde sottoscritte da Agnelli (o imposte a lui?), anche a danno dei suoi beneficiari: la moglie Marella e i due figli. E' all'esistenza, struttura e composizione di queste anstalt, stiftung e fondazioni che fa riferimento John Elkann quando asserisce testualmente, così come riferito ai magistrati milanesi dall'avv. Gamna, a proposito delle richieste di Margherita, "non vi daremo mai quelle società e i loro conti perché voi non dovete vedere le operazioni che vi sono passate"?

La Merckt & Co, cioè la società prestanome della "Dicembre" viene estinta alla fine di Tangentopoli e sciolta a ottobre 1997. Marella Sarebbe bene che il dottor Befera leggesse questi capitoli del mio più recente libro ("Agnelli segreti", Vallecchi editore) e in particolare si soffermasse su altre due fondazioni, "Gnu" e "Kalla", che forse non ci sono più ma che nascono a Vaduz dopo che Gabetti ha ospitato a Torino a Villa Sassi per qualche giorno - con tour tra "Il Cambio", le Cantine Ceretto, la Grapperia Levi e la "Contea di Neive" - Herbert Batliner e signora, con altri quattro sudditi del Principato.

Befera in questi anni qualcosa ha fatto: una sanzione di 90 milioni di euro contro Marella Agnelli dato che la signora (anzi il suo commercialista) "dimenticò" di segnare nel Quadro W delle denunce dei redditi 2003 e 2004 del defunto marito, un lungo elenco di asset all'estero che rendevano moltissimo. Donna Marella sta pagando in dodici rate trimestrali.

E, questa volta consigliata per iscritto dal commercialista Ferrero, si è messa in regola anche con l'intestazione dei suo amati cani huskies e dei domestici - trasferendoli all'ing. Elkann - per evitare che il fisco scopra che la sua residenza in Svizzera è inferiore ai prescritti sei mesi e un giorno. Ciò allo scopo anche di non pagare interessi sul mutuo bancario che la signora ha acceso in Svizzera per la sua villa.

Nel frattempo Gabetti e Grande Stevens si stanno leccando le ferite dopo la grave condanna, per aver consentito con l'equity swap ad alcuni membri della famiglia di portarsi a casa con 184 milioni il controllo di una società che vale 9 miliardi di euro. Grande parla di "onta". Ma non farebbero bene i due, visto che proclamano la loro innocenza e rivendicano le loro "doti morali", a rinunciare alla prescrizione per dimostrare la propria illibatezza manageriale? Come farà Grande a occuparsi della banca vaticana proprio in questo delicato periodo, se è sospeso dalla professione?

 

GIANNI AGNELLI GIANNI AGNELLI NEGLI ANNI SESSANTA GIANNI AGNELLI IN TRIBUNA margherita agnelli MARGHERITA AGNELLIJOHN ELKANN ALLA ALLEN CONFERENCE jpegGIANLUIGI GABETTI jpegMarrone Gabetti e Grande Stevens Gabetti Grande Stevens

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…