donald trump kamala harris giorgia meloni xi jinping

LA “MELON-CINA” FA CONTENTO XI MA NON LO ZIO SAM – L’EX DIRETTORE DELL’ECONOMIST, BILL EMMOTT, STRONCA LA VISITA A PECHINO DELLA DUCETTA: “HA MESSO IN DUBBIO PARTE DEL SUO RIGOROSO ALLINEAMENTO CON NATO, UE E USA. NON LE AVRÀ ATTIRATO I FAVORI DI DONALD TRUMP O DI KAMALA HARRIS. CIÒ È PARTICOLARMENTE VERO SE SI TIENE CONTO DI QUANTO È PICCOLO IL RUOLO CHE LE FORZE MILITARI ITALIANE HANNO NELLA DIFESA DELL'EUROPA” – “CIÒ A CUI GIORGIA MELONI FAREBBE BENE A PENSARE ADESSO È… - IL GIUDIZIO TRANCHANT SU ORBAN: "PACHIDERMA FARABUTTO" - VIDEO 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Bill Emmott per “La Stampa”

 

XI MAS - MEME BY EMILIANO CARLI

[…] Probabilmente, Giorgia Meloni pensa che la sua visita in Cina di cinque giorni sia stata speciale. Ai cinesi, tuttavia, sarà sembrata fin troppo di routine. La Cina, dopo tutto, si definisce il "Regno di mezzo", il luogo attorno al quale tutto il mondo ruota, proprio come ai tempi dell'Antica Roma il Mediterraneo fu chiamato il "Mare al centro della Terra".

 

Di conseguenza, i governi cinesi si sono sempre aspettati che i visitatori andassero a trovarli e, volendo usare le loro parole, facessero "kow-tow", si inchinassero ai loro piedi.

Forse, un andirivieni di europei che fanno "kow-tow" sembra ordinario.

 

E di che andirivieni stiamo parlando! Soltanto dall'inizio di aprile, il presidente Xi Jinping e i suoi collaboratori hanno ricevuto visite dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, dal presidente polacco Andrzej Duda, dal Primo ministro ungherese Viktor Orbán e adesso dal Primo ministro italiano.

 

PECHINO EXPRESS - IL VIAGGIO DI GIORGIA MELONI E LA FIGLIA GINEVRA IN CINA - MEME BY EDOARDO BARALDI

Ulteriore particolarità è che dal 13 al 15 giugno, quasi a metà di questo flusso di visite europee, Giorgia Meloni ha ospitato il summit annuale del Gruppo dei Sette – comprendente Italia, Germania, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Giappone e Canada – nel sontuoso resort di Borgo Egnazia.

 

In Puglia i leader occidentali non sono stati assolutamente cordiali nei confronti della Cina, come questo andirivieni di visitatori europei a Pechino potrebbe lasciar supporre.

Nella dichiarazione conclusiva del summit, i leader del G7 hanno infatti dichiarato di essere contrari ad «attori in Cina» che «sostengono concretamente la macchina bellica russa» nella sua guerra contro l'Ucraina, e hanno espresso «le loro preoccupazioni in merito alle sue persistenti politiche industriali e pratiche non di mercato che mettono gravemente a rischio i nostri lavoratori, le nostre industrie, la resilienza e la sicurezza economica».

 

joe biden e giorgia meloni al concerto di andrea bocelli g7

Nei suoi colloqui riservati con il presidente Xi Jinping, negli incontri pubblici tra imprenditori italiani e cinesi che si sono accompagnati alla sua visita, Giorgia Meloni avrà ripetuto e ribadito queste affermazioni?

 

A quanto sembra, ha insistito sul punto riguardante la macchina da guerra russa, anche se non sappiamo quanto seriamente. Sappiamo però che gli incontri pubblici erano dedicati alla firma di accordi, più che a esprimere preoccupazioni. Sappiamo anche che alcuni di quegli accordi, compresi quelli sulle automobili elettriche, l'intelligenza artificiale e il settore della cantieristica navale, a prima vista sembrano essere in contrasto con le politiche dell'Ue e presumibilmente non saranno gradite nemmeno agli Stati Uniti.

 

CHARLES MICHEL - RISHI SUNAK - JUSTIN TRUDEAU - URSULA VON DER LEYEN - JOE BIDEN GIORGIA MELONI - G7 BORGO EGNAZIA

Questo è il motivo per cui la reazione più probabile dei cinesi alle visite dei leader europei è la soddisfazione, più che lo sconcerto. Queste missioni, coronate da quella di Giorgia Meloni, confermano l'opinione dei cinesi secondo cui la politica europea nei confronti di Pechino è frammentaria, contraddittoria e dominata perlopiù dal desiderio di ricavarne soldi.

 

Senza dubbio, la visita di Giorgia Meloni ha mostrato meno incoerenza di quella di poche settimane prima di Viktor Orbán, che detiene in questo periodo la presidenza a rotazione del Consiglio europeo, e che si è tolto lo sfizio di contraddire le politiche estere e della sicurezza dell'Ue nei confronti sia della Russia sia della sua partner strategica "senza limiti", la Cina, ogni volta che ha potuto.

 

VIGNETTA GIANNELLI - GIORGIA MELONI COME DONALD TRUMP

Comunque, tutti sanno che Orbán è un pachiderma farabutto. Nei circa due anni da quando è in carica, Giorgia Meloni è sembrata voler enfatizzare il suo rigoroso allineamento con la Nato, con l'Ue e con gli Usa. Questa sua visita a Pechino ha messo in dubbio parte di quell'allineamento.

 

Tutte queste visite finalizzate a siglare accordi da parte dei leader europei acuiscono lo scetticismo che Washington prova nei confronti degli stati membri dell'Ue in merito alla loro volontà precipua di affrontare le minacce economiche e per la sicurezza che la Cina pone. Ciò vale sia per i repubblicani sia per i democratici; quindi, la visita di Giorgia Meloni a Pechino non le avrà attirato i favori di Donald Trump o della candidata che ormai dovrebbe essere considerata la frontrunner per le elezioni di novembre, Kamala Harris.

 

GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO

Ciò è particolarmente vero se si tiene conto di quanto è piccolo il ruolo che le forze militari italiane hanno nella difesa dell'Europa o nel contributo alla sicurezza dell'area indo-pacifica, entrambe preoccupazioni prioritarie per l'America a prescindere da chi diventerà presidente nel gennaio 2025.

 

È un vero peccato, perché con il progetto congiunto con Giappone e Regno Unito, finalizzato a mettere a punto e realizzare un aereo da combattimento di nuova generazione, l'Italia ha un'occasione per ricavare vantaggi enormi dagli sforzi volti a migliorare la sicurezza di entrambe le regioni. In ogni caso, presumendo che il Global Combat Air Programme veda sopravvivere la collaborazione tra Leonardo, Mitsubishi Heavy Industries e BaE Systems, i suoi risultati non arriveranno prima degli anni 2030.

 

GIORGIA MELONI IN CINA

Avendo portato a termine i suoi cinque giorni di "kow tow" e di stipule di accordi, ciò a cui Giorgia Meloni farebbe bene a pensare adesso è come contribuire più tempestivamente e positivamente alla politica per la sicurezza occidentale […] nei confronti sia della Cina sia della Russia.

 

Considerato che sembra piacerle molto il simbolismo politico, c'è un esempio calzante a cui potrebbe ispirarsi ben presto. In questo periodo, la portaerei Cavour e una flotta d'attacco di navi italiane e di altri Paesi della Nato che le si accompagna stanno navigando nell'Oceano Indiano e nell'Oceano Pacifico, facendo tappa in Paesi alleati in Australia e in Giappone. Più avanti, nel corso dell'anno, quando dovranno navigare dal Giappone alle Filippine, Giorgia Meloni dovrebbe ordinare alla portaerei Cavour di condurre una "Freedom of Navigation Operation", un'operazione di libera navigazione, solcando parte delle acque del Mar cinese meridionale il cui controllo la Cina sta cercando di estorcere alle Filippine.

VISITA DI GIORGIA MELONI IN CINA - LA DELEGAZIONE ITALIANA

 

Se la portaerei Cavour si assocerà alla causa delle Filippine, Xi Jinping ne resterà seccato – e questo sarà il punto di questo gesto simbolico: fare qualcosa di concreto per dimostrare che, tra tutti questi visitatori europei, almeno Giorgia Meloni riesce a rivendicare alcuni principi.

 

Oltre a ciò, il compito più importante consiste nel creare sostegno all'interno dell'Ue per un considerevole aumento della spesa per la Difesa […]

Quando i leader europei si recano in visita a Pechino e contraddicono oppure oscurano le politiche dell'Ue, compromettendo allo stesso tempo gli sforzi congiunti con gli Stati Uniti, rendono quel compito perfino più arduo.

GIORGIA MELONI XI JINPING

GIORGIA MELONI XI JINPING GIORGIA MELONI XI JINPING

Ultimi Dagoreport

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...