LA MERKEL SI È MESSA A LETTA PER SOSTENERE ROMA (E SALVARE BERLINO)

Andrea Tarquini per "la Repubblica"

Nel recente incontro di Berlino, il premier Enrico Letta ha chiesto alla Germania maggiore spazio alle misure sulla crescita. Quale sarà, nel concreto, la risposta della cancelliera Merkel?
«Frau Merkel - spiega Thomas Schmid, direttore del quotidiano liberal-conservatore
Die Welt - sa esattamente quanto è importante questo nuovo governo Letta, e che questo governo non può permettersi in nessun caso la sconfitta. Dopo il fallimento dei tentativi precedenti di formare un esecutivo e il fiasco delle elezioni presidenziali, il capo dello Stato, Napolitano, è rimasto l'unico rappresentante delle istituzioni da prendere sul serio: se ora esiste un nuovo esecutivo, lo si deve solo a lui. La Merkel lo ha ben capito e farà tutto il possibile per venirgli incontro, anche in una questione che sembra essere
molto a cuore a Letta».

Quale?
«Il fatto che l'austerità da sola non basta più, ci vuole la crescita. E' il tema di scontro principale nella Ue. E la Merkel ha notato che in Europa con la sua posizione è abbastanza sola, a parte un paio di Paesi nordici. Lei, dunque, ha bisogno di un socialdemocratico come Letta quale partner, probabilmente più affidabile di Hollande».

L'eventuale fallimento di Letta, cosa significherebbe per la Germania?
«Per noi sarebbe una catastrofe. L'Italia non è la Grecia o Cipro, è un Paese estremamente importante per l'Europa, è tra i fondatori dell'Unione ed è da
sempre europeista: le conseguenze sarebbero molto costose per l'intera Ue, perciò bisogna fare tutto il possibile per impedire un simile scenario. La Germania è pronta, al di là delle parole di Merkel a Letta, a fare qualcosa».

Un'Europa con due paure: quella dei tedeschi per i costi del salvataggio dell'euro e quella di Sud e Francia per la recessione e la povertà. Quale compromessi sono possibili?
«Sembra una quadratura del cerchio. E' importantissimo che Merkel si renda conto che Italia, Grecia, Spagna, ma anche Francia, sono in una situazione difficilissima: risparmiare soltanto, abbassa debito e interessi ma non porta dinamica economica, indispensabile al consenso e a disinnescare le paure dei tedeschi di spendere troppo.

Paure che considero il problema minore. La maggioranza nei sondaggi è a favore della solidarietà. Ma Merkel deve muoversi in fretta, altrimenti Alternative fuer Deutschland, il partito antieuropeista tedesco, diverrà un problema serio alle prossime elezioni in Germania».

La grande coalizione italiana sembra diversa da quelle tedesche...
«E' tutta un'altra storia. Da noi si accordarono su un programma due partiti di massa, forti ma ognuno non abbastanza. In Italia nell'emergenza e con il pressing del presidente si è trovata un'unità, che ha tra l'altro salvato Berlusconi dandogli un successo gigantesco. Ma i partiti, dal Pd al Pdl, sono caratterizzati da politici che di solito antepongono il settarismo alla ragion di Stato. Sono scettico sulla capacità del governo di avere a lungo il loro sostegno, spero che riesca ma temo che non duri a lungo».

 

Thomas Schmid ENRICO LETTA E ANGELA MERKELThomas Schmid

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