CAMBIARE LA GIUSTIZIA, MA COME? - IL MINISTRO NORDIO VUOLE CANCELLARE IL REATO DI ABUSO D’UFFICIO MA POTREBBE DEPOTENZIARLO - LA DECISIONE SULLE MISURE CAUTELARI POTREBBE PASSARE A UN COLLEGIO DI TRE GIUDICI ANZICHÉ A UNO, TRASFERENDOLO IN SOSTANZA ALL’ATTUALE TRIBUNALE DEL RIESAME, E PREVEDERE CHE L’ARRESTATO SI RIVOLA ALLA CORTE D’APPELLO (MA VANNO RISOLTI PROBLEMI TECNICI) - NORDIO VUOLE LIMITARE LA DIFFUSIONE DELLE INTERCETTAZIONI E TRA LE MISURE ALLO STUDIO C’È IL DIVIETO DI INDICARE, NEI PROVVEDIMENTI DESTINATI ALLA DIVULGAZIONE, I NOMI DI PERSONE INTERCETTATE CHE NON SONO COINVOLTE NEGLI IPOTETICI REATI…
Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
Al ministero della Giustizia assicurano che il primo pacchetto di riforme promesso dal Guardasigilli Carlo Nordio sia in dirittura d’arrivo; […] Individuate le materie d’intervento — abuso d’ufficio, traffico d’influenze illecite, misure cautelari, intercettazioni e informazione di garanzia, e a ridosso prescrizione e rimodulazione della figura del pubblico ufficiale — per ciascuna di esse restano sul tavolo diverse soluzioni.
A cominciare proprio dal primo punto dell’agenda, quel reato che il ministro vorrebbe cancellare del tutto ma potrebbe essere solo ulteriormente depotenziato […] Tuttavia ci sono resistenze nella stessa maggioranza, da parte soprattutto della Lega […] e allora ecco l’alternativa di ulteriori restrizioni.
Togliendo, ad esempio, la punibilità dell’abuso «per procurare vantaggio», lasciandola solo «per chi arreca un danno» o «per omessa astensione» a fronte di un consapevole conflitto di interessi. […] di recente il procuratore di Roma Franco Lo Voi ha rivelato la scoperta di un tentativo di truccare il concorso in magistratura da parte di un commissario che voleva favorire un candidato: «Un caso piuttosto grave per il quale non avremmo potuto fare niente senza poter contestare il tentato abuso d’ufficio». […]
Anche sul traffico d’influenze, che non si può cancellare perché richiesto dalla Convenzione Onu contro la corruzione sottoscritta dall’Italia, sono in vista limitazioni. Ad esempio eliminando le relazioni «vantate» o «asserite» per la mediazione illecita con un pubblico ufficiale, limitandosi a quelle realmente esistenti. […]
MISURE CAUTELARI
L’intenzione ministeriale è affidare il potere di arrestare a un collegio di tre giudici anziché a uno, trasferendolo in sostanza all’attuale Tribunale del riesame, e prevedere che l’arrestato possa poi rivolgersi alla Corte d’appello. Ma l’inevitabile allungamento dei tempi e i problemi di organico nella magistratura lascerebbero aperte molte eccezioni alla regola.
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CARLO NORDIO AL SENATO
Nei casi di flagranza e per i provvedimenti d’urgenza la competenza resterebbe al giudice monocratico, e sono in corso ricognizioni per valutare (soprattutto nei distretti giudiziari più piccoli) le ricadute su Corti d’appello già oberate e sulle incompatibilità: se un magistrato si pronuncia su un arresto, infatti, non potrà giudicare quel caso nei gradi successivi, e bisogna fare i conti per verificare la fattibilità di un simile intervento.
Inoltre diventerebbe obbligatorio l’interrogatorio preventivo dell’indagato, al quale esporre gli elementi d’accusa «per dargli modo di chiarire la propria posizione ed evitare che un arresto si tramuti in errore giudiziario», spiega il viceministro. Tuttavia sarebbero previste talmente tante inevitabili eccezioni, da rendere la nuova regola applicabile a un numero limitato di casi. Verrebbero esclusi i reati più gravi (come mafia, terrorismo, droga, omicidio, associazione per delinquere, violenza sessuale e altro) e in presenza di pericolo di fuga o inquinamento delle prove.
Dunque bisognerebbe convocare l’indagato solo quando l’arresto fosse motivato esclusivamente dal rischio di reiterazione del reato; e si dovrà comunque capire come conciliare la nuova procedura con indagini nelle quali compaiono più inquisiti.
Sull’avviso di garanzia l’intenzione è far descrivere il fatto contestato più compiutamente, con una sorta di anticipazione del capo d’imputazione, sia pure provvisorio. Quanto alle intercettazioni, Sisto conferma che «non vogliamo limitarne l’utilizzo nelle indagini bensì la diffusione, soprattutto per ciò che riguarda i non indagati».
Tra le misure allo studio c’è il divieto di indicare, nei provvedimenti destinati alla divulgazione, i nomi di persone che incappano nelle intercettazioni senza essere coinvolte negli ipotetici reati. Ma anche su questa materia i problemi da risolvere restano tanti, […]