giorgia meloni matteo salvini roma

LA MOSSA DEL “CAPITONE”: PERDERE ROMA PER SCARICARE LA COLPA SULLA MELONI – IL SÌ A MICHETTI DI SALVINI È L’ENNESIMA MOSSA DELL'OPERA DI RIVERGINATION: SE A ROMA SI PERDE LA COLPA VIENE SCARICATA SULLA "DUCETTA" MENTRE LUI PUÒ CONTINUARE LE SUE MANOVRE PER TENTARE LA FUSIONE LEGA-FORZA ITALIA – MA NON È CHE ESISTE UN “ENTENTE CORDIALE” TRA LE FORZE POLITICHE CHE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA PER MOLLARE LA ROGNA ROMA AI 5 STELLE?

Marco Antonellis per "www.tpi.it"

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ormai per il centro-destra il dado è tratto: per Roma è stato scelto il ticket Michetti-Matone, a detta di tutti i leader del centrodestra, ticket vincente. Ma sarà veramente così?

Perché non tutti ne sono convinti e a microfoni spenti dalle parti di via Bellerio non vengono lesinati dubbi e perplessità. “Salvini aspetta la resa dei conti di Ottobre (a proposito: a Palazzo Chigi gira voce che la data più probabile per votare sarà quella di domenica 10) per essere riconfermato leader incontrastato del centrodestra”.

 

enrico michetti 11

Ma cosa significa? Significa che da un lato l’alleanza con Berlusconi, dall’altro lato la “non vittoria” a Roma (città simbolo di Fratelli d’Italia) potrebbe lanciarlo definitivamente nell’olimpo del centrodestra lasciandosi alle spalle Giorgia Meloni ed incassando l’eredità politica di Silvio Berlusconi.

 

Insomma se anche a Roma si perdesse a via Bellerio non ne farebbero un dramma perché la sconfitta verrebbe interamente scaricata sulle spalle di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Tanto più che per molti ormai vincere a Roma porta più male che bene: “È una città che se non la sai gestire può diventare una bomba che ti scoppia in mano e quindi essere un pessimo viatico per le successive elezioni politiche”. E nessuno vuole avere questa rogna.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

 

Meglio lasciare la polpetta avvelenata ad altri. Così più di qualcuno in transatlantico comincia a chiedersi se per caso non esista un “entente cordiale” tra le forze politiche che sostengono la maggioranza per lasciare Roma ai 5 Stelle. È un interrogativo che serpeggia ormai in maniera esplicita nei palazzi della politica e delle istituzioni.

 

Prima ci ha pensato il Pd a togliere di mezzo l’unico nome che avrebbe stravinto al primo turno, sostituendo Nicola Zingaretti con il grigissimo Gualtieri. Ora il centrodestra (in teoria coalizione di amplissima maggioranza nell’urbe) tira fuori dopo un parto travagliatissimo un candidato anzi un ticket di candidati forse fin troppo normali tanto che lo stesso Salvini è costretto ad ammettere che “non promettiamo miracoli”.

enrico michetti 10

 

“Noi abbiamo trovato persone normali, Michetti e Matone non sono grandi nomi” ha detto il Capitano. Vuoi vedere che, si chiedono in tanti su e giù per le ampie “vasche” del transatlantico, si vuole dare una mano a Luigi Di Maio (di nuovo grande sponsor della sindaca ed in ottimi rapporti con il premier) nella sua tanto personalissima quanto sotterranea battaglia interna ai 5 Stelle e con ciò stabilizzare anche l’esecutivo?

salvini meloni

 

Draghi è convinto che dopo l’estate “Giuseppi” comincerà ad alzare i toni e a far pesare il suo ruolo: non un bel viatico per il futuro del governo e le ambizioni quirinalizie dell’ex presidente Bce. Sotto la cenere covano ancora dissapori per la fine del Conte 2 (la “defenestrazione” da Palazzo Chigi non è stata ancora del tutto metabolizzata) ed il repulisti di molti uomini vicini all’ex premier operato per mano di Mario Draghi nelle scorse settimane. Cose che non si dimenticano facilmente.

enrico michetti 7

 

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani al quirinaleGIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI BY GIANBOYenrico michetti 1enrico michetti 6salvini melonisalvini meloniGIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ultimi Dagoreport

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...