“NO, TU NO” – LO IUS SOLI AFFONDATO DA UN SONDAGGIO PD: IL 53% DEGLI ELETTORI NON LO VUOLE E RENZI FA DIETROFRONT – A BOCCIARE LA CITTADINANZA AGLI STRANIERI, IN PRIMIS, IL CENTRODESTRA CHE HA PAURA CHE IL VOTO DEGLI IMMIGRATI "NAZIONALIZZATI" FAVORISCA IL PD. A SEGUIRE IL M5S: 65% CONTRO
Diodato Pirone per il Messaggero
Il 53% degli italiani è contrario allo ius soli. Il dato emerge da un sondaggio SWG, l'azienda di sondaggi più ascoltata al Nazareno, e spiega almeno in parte la decisione di Democrat di non insistere sul tema. La posizione degli italiani sulla cittadinanza ai minori figli di genitori stranieri resta variegata. La percentuale di concittadini che è del tutto d'accordo con lo ius soli è pari al 14%, mentre il 33% si dichiara favorevole ma senza farne una bandiera.
renzi nella sede pd del nazareno
E' assai interessante notare che rispetto ad un analogo sondaggio effettuato nel gennaio del 2015 la percentuale di italiani favorevoli allo ius soli è diminuita del 12%. Un vero e proprio crollo. In pochissimo tempo è salita del 10%, passando dal 16 al 26%, la percentuale di connazionali del tutto in disaccordo. Il sondaggio quantifica anche il livello di contrarietà fra gli elettori della Lega che è quasi granitico raggiungendo quota 89%. Fra gli elettori del Pd invece la percentuale di favorevoli è del 70%.
LA FREDDEZZA
A spiegare la freddezza dei 5Stelle sull'argomento ecco le cifre dell'atteggiamento degli elettori M5S: 65% più o meno in disaccordo e solo 35% a favori e fra questi ultimi solo l'11% decisamente favorevoli. Fra i contrari il 30% pensa che dietro lo ius soli ci sia la volontà di modificare il corpo elettorale a favore della sinistra. Oltre 40 italiani su 100, infine, pensano che loius soli potrebbe determinare un maggior afflusso di immigrati.
Il sondaggio piomba in uno scenario politico che - nonostante qualche ultimo fuoco - pare aver chiuso ogni possibilità all'approvazione dello ius soli con il mancato numero legale registrato in Senato alla vigilia di Natale. Un dato che, agli occhi del Quirinale, significa che dal Parlamento è giunto un chiaro segnale che la legislatura può chiudere i battenti.
Eppure quello dello ius soli è un capitolo che, nonostante la pausa natalizia, non smette di alimentare nuove polemiche. Ieri i ragazzi del «Movimento italiani senza cittadinanza» (ovvero quelli nati in Italia o all'estero da genitori stranieri ma comunque cresciuti nel nostro Paese) con una accorata lettera chiedono al Capo dello Stato di «non lasciarli soli» nella loro battaglia per far approvare ora la legge sulla cittadinanza.
E la giornata di ieri è stata scandita dagli appelli da sinistra al Colle affinché si trovi la strada per tentare l'approvazione della legge. «Auspichiamo che Mattarella valuti l'opportunità di non sciogliere le Camere fino a quando questa legge di civiltà non sarà approvata», ha sottolineato Angello Bonelli dei Verdi. Mentre Barbara Pollastrini del Pd ha ribatido: «Abbiamo il dovere di provarci». Liberi e Uguali, con il senatore Federico Fornaro, ha ricordato che «se Pd ed M5S avessero avuto più coraggio».
Sul fronte opposto, Lega e FI ribadiscono il loro «no» al provvedimento: «è una legge che non serve, la cittadinanza deve essere una conquista e non un regalo», ha chiuso la porta il capogruppo della Lega in Senato, Roberto Calderoli. Al di là delle battute e delle bordate politico-elettorali, lo ius soli, salvo colpi di scena clamorosi, finirà nel calderone delle cose non portate a termine.
IUS SOLI IL DIRITTO DI ESSERE ITALIANI
Al Senato (dove il Pd ha 99 senatori su 320 contro i 283 deputati della Camera) non c'è una maggioranza certa sul provvedimento. Mancano i voti centristi della maggioranza di governo e manca anche quell'asse tra Pd e M5S che ha garantito il via libera al biotestamento.