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NON PIGLIATECI PER IL RUBLO - MOSCA VUOLE FARCI PAGARE IL GAS CON LA MONETA RUSSA, MA IL G7 SCOMMETTE SUL BLUFF DI PUTIN E DICE NO: "LO ZAR HA LE SPALLE AL MURO" - IL PORTAVOCE DEL CREMLINO PESKOV PROVA A FARE IL GIOCO DELLE TRE CARTE: "LE AZIENDE STRANIERE POSSONO ACQUISTARE RUBLI CON EURO E DOLLARI E PAGARE COSÌ IL GAS. DI FATTO NIENTE È CAMBIATO" - "MAD VLAD" NON PUÒ PERMETTERSI DI FARE A MENO DEI NOSTRI PAGAMENTI PER ALMENO DUE MOTIVI...

dmitry peskov

1 - CREMLINO: COMPRINO RUBLI CON EURO E DOLLARI E PAGHINO GAS

(ANSA) - "Le aziende straniere possono acquistare rubli con euro e dollari e pagare così il gas. Di fatto niente è cambiato". Lo dice il portavoce del Cremlino Peskov citato dalla Tass. La Russia sta sviluppando un piano semplice, chiaro, trasparente e fattibile per far pagare il gas in rubli. Lo ha comunicato il Cremlino citato dalla Tass.

 

2 - LA BATTAGLIA SUL RUBLO

Gabriele De Stefani per “La Stampa

 

Se troppi Paesi sono troppo dipendenti dalle forniture energetiche russe per rompere i contratti con Mosca, il fronte occidentale è compatto su un punto: il pagamento in rubli non passerà.

 

putin rubli 7

Il ragionamento di governi e compagnie di oil and gas è lo stesso: quello di Vladimir Putin è un bluff, per due buone ragioni.

 

La prima è che la Russia non può permettersi di fare a meno del miliardo di euro che ogni giorno arriva dall’Europa, per finanziare la guerra e soprattutto per questioni di cassa rese drammatiche dalle sanzioni.

 

La seconda è che bloccare i gasdotti obbligherebbe Mosca a scegliere tra la chiusura dei giacimenti o la vendita del metano sottocosto ad altri partner, come la Cina, insufficienti per sostituire i volumi europei, nonostante i recenti nuovi contratti.

 

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Resta però il fatto che proprio nella giornata di ieri il presidente russo ha ordinato al governo, alla banca centrale di Mosca e a Gazprom di attuare entro giovedì tutte le disposizioni necessarie a «modificare la valuta di pagamento delle forniture di gas naturale ai Paesi dell’Unione Europea e ad altri Paesi che hanno introdotto misure restrittive nei confronti dei cittadini della Federazione Russa e delle persone giuridiche russe».

 

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Insomma, non più di settantadue ore di tempo per elaborare un nuovo sistema di pagamento che smonti un meccanismo che oggi poggia per il 58% sugli euro, per il 39% sul dollaro e per il 3% sulla sterlina.

 

Un’impresa oggettivamente molto complicata, nell’estremo tentativo di sostenere la moneta e garantire flussi di cassa al Paese isolato dalle sanzioni. A stretto giro arriva la secca presa di posizione del G7, affidata al tedesco Robert Habeck (la Germania è presidente di turno), al termine di un summit virtuale tra i ministri dell’Economia: «La richiesta di Putin dimostra che è con le spalle al muro.

 

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Tutti i ministri concordano che questa è una violazione unilaterale e chiara dei contratti esistenti. Putin punta solo a dividerci. I pagamenti in rubli non sono accettabili, dunque chiediamo alle compagnie coinvolte di non dar seguito alla richiesta della Russia».

 

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Tra i big dell’energia più esposti c’è Eni e l’amministratore delegato Claudio Descalzi ribadisce che il Cane a sei zampe è saldo sulle posizioni del G7: «Rispetteremo i contratti e non pagheremo il gas russo in rubli – assicura –. Di certo la richiesta della Russia rappresenta un problema per i mercati energetici, perché sta causando volatilità nei prezzi (ieri le quotazioni sono salite quasi del 4%, ndr). L’Europa deve guardare all’Africa per aumentare le forniture».

 

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La risposta di Mosca alla presa di posizione del G7 è laconica: «L’Europa non vuole usare i rubli? Certamente la Russia non distribuirà gratis il gas, non faremo beneficenza» dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo la Tass.

 

Parole che non chiariscono quale sarà la contromossa alla decisione dell’Occidente di non sottostare al ricatto sui pagamenti: Mosca continuerà ad accettare euro e dollari (come del resto sta facendo da settimane nonostante le parole di Putin) o chiuderà i rubinetti? Il G7 ieri ha scommesso sulla prima opzione.

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