LA NORMA SALVA-RENZI: I SINDACI VOGLIONO ABOLIRE L’OBBLIGO DI DIMISSIONI 6 MESI PRIMA DEL VOTO - ITALIA FUTURA LITIGA SUL PDL - CELENTANO PORTA SOLDI A MEDIASET - NIENTE PIÙ PORNO O GIOCO D’AZZARDO A PALAZZO CHIGI - LEGA NORD: CONTINUANO LE EPURAZIONI BY VOTINO - ABBUFFATA DI NOMINE E PROMOZIONI AL SENATO - 100 COMUNI COMMISSARIATI, 34 PER MAFIA - ALL’ASTA LA VILLA DELLA SPIA USA CONDANNATA PER ABU OMAR - IL PRINCIPE CONTRO RENZI…

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - SINDACI IN CORSA - SALVATE IL CANDIDATO RENZI
Un assist dei sindaci al collega di Firenze. E sul tavolo del governo arriva la norma salva-Renzi. Un documento congiunto di Anci e Upi chiede al governo di modificare la legge per cui sindaci e presidenti di Provincia che volessero candidarsi alle elezioni politiche devono abbandonare le loro cariche 180 giorni prima della competizione elettorale. È esattamente il problema sollevato da Beppe Fioroni, che invitava Renzi a dimettersi da primo cittadino vista la sua decisione di correre alle primarie del Pd.

Ora però arriva la richiesta dei sindaci al Viminale, che potrebbe eliminare il problema alla radice: si stabilisca, chiedono Anci e Upi, che la cessazione dalla carica di sindaco avvenga automaticamente nel momento in cui si presenti la candidatura, non sei mesi prima. E per il camper di Matteo la strada si fa in discesa.

2 - BENI PUBBLICI - MISTERI PATRIMONIALI
Il mistero più profondo avvolge ancora le stime sul patrimonio dello Stato. Avviato con la legge finanziaria del 2010, il censimento di tutti gli immobili utilizzati dalle amministrazioni statali si trascina stancamente ed è appena arrivato a metà del percorso. Gli ultimi dati del Tesoro dicono (al 2011) che all'appello del governo ha risposto solo il 53 per cento delle amministrazioni pubbliche e che sono state al momento censite 530 mila unità immobiliari e circa 760 mila terreni, per un valore di mercato stimato tra i 239 e i 319 miliardi di euro. Naturalmente, pura teoria, finché non c'è davvero qualcuno disposto a comprare. L.I.

3 - PALAZZO CHIGI - FINE DEI GIOCHI
In attesa che il decreto Balduzzi prenda una forma definitiva in Parlamento, soprattutto per quello che riguarda le famigerate norme sui giochi, che prevedono una distanza congrua delle sale giochi dai luoghi di aggregazione giovanile e il divieto di pubblicità dei siti di scommesse in alcune fasce orarie, Palazzo Chigi ha deciso di giocare d'anticipo e di procedere a una "stretta" sui giochi, almeno per i suoi dipendenti.

Con un tempismo perfetto se si considera la simultanea approvazione del decreto da parte del Consiglio dei ministri, tutti i siti di scommesse on line sono stati oscurati dall'amministrazione della presidenza del Consiglio, che ha approfittato dell'occasione per spegnere anche alcuni siti "hot" ancora liberamente accessibili.

Un'"operazione virtù" che ha lasciato con l'amaro in bocca più di un dipendente, che non disdegnava, nelle more del lavoro quotidiano, di tentare la fortuna con questo o quel gioco ma che certamente ha rallegrato il ministro della Coooperazione Riccardi, implacabile nel denunciare i rischi per le famiglie nella proliferazione di sale e siti di gioco. Ma il vero terrore per gli impiegati di Palazzo Chigi, è che nel mirino della cyber-scure dell'amministrazione vi siano i siti di social network, per il momento risparmiati. M.B.

4 - SENATO - POLTRONE CALDE
Un'abbuffata di nomine così non s'era mai vista al Senato. Si prepara l'autunno caldo delle promozioni: 22 direzioni di servizio, delle quali 12 sono senza capo. Quattro o cinque servizi da abolire o accorpare: e questo è il lavoro più facile. A Elisabetta Serafin, diventata segretario generale un anno e mezzo fa con i voti dell'allora maggioranza, basterà non rinnovare le direzioni inutili rimaste vacanti per pensionamento dei responsabili, e accorpare servizi che non si comprende perché siano ancora divisi (due direttori per le commissioni permanenti e bicamerali, per esempio).

Il bello viene dopo e coinvolgerà almeno un quarto dei 113 funzionari di Palazzo Madama, in un gioco di pedine in movimento tra competenze, anzianità e patronage politici. I più esperti tra i funzionari spiegano che alla fine un puzzle forse sarà composto: il quadro d'insieme sarà un'amministrazione a immagine e somiglianza del segretario generale. E che resterà in sella per i prossimi dieci anni. Il vero nemico del segretario generale è il tempo: se vuol vincere, deve chiudere in poche settimane.

A febbraio il Parlamento si scioglie. Una sola casella, la più importante, resterà vacante: quella di vice segretario d'Aula. La Serafin la vuole tenere libera per Federico Toniato, quel giovane funzionario cresciuto a palazzo Madama e che ora, al seguito di Monti, è vice segretario a Palazzo Chigi. E.M.

5 - ITALIA FUTURA LITIGA SUL PDL
Subbuglio tra i montezemoliani lombardi. Motivo: può essere utile ai fini della causa liberale e riformatrice un'alleanza tra l'anima berlusconiana del Pdl e il pensatoio di Luca di Montezemolo, Italia Futura? Alla domanda non ha risposto "no" uno dei fondatori di Italia Futura Lombardia, Romano Perissinotto. La posizione di Perissinotto ha provocato qualche fibrillazione. È stata ad esempio contestata dal responsabile nazionale dei giovani montezemoliani Luca De Vecchi e rimbrottata da Gianmarco Gabrieli, presidente di If Bergamo. Ma altri esponenti di If, anche ex Pd, hanno approvato Perissinotto. M.A.

6 - AMMINISTRATIVE - URNE BOLLENTI

Il governo è pronto a indire una tornata straordinaria di elezioni amministrative entro questo autunno. È stato il ministro Cancellieri in persona a rassicurare gli esponenti di Anci e Upi, che hanno formalizzato questa richiesta al Viminale. Al momento, infatti, quasi un centinaio di Comuni sono commissariati, e tra questi una settantina attendono ormai da tempo il rinnovo delle cariche. In via ordinaria, la finestra autunnale per le amministrative sarebbe prevista solo per i Comuni sciolti per mafia: sono in tutto 34 e sei di questi andranno al voto il prossimo 28 ottobre. Per le altre amministrazioni invece, comprese quelle decadute per motivi diversi dall'infiltrazione mafiosa, la data resta solo da decidere. M.V.

7 - 007 ALL'ASTA
All'asta la villa dell'ex agente Cia. Robert Seldon Lady, 58 anni, capocentro Cia a Milano nei primi anni Duemila, è stato condannato a nove anni dalla Cassazione per il sequestro Abu Omar. Ed è difficile che torni a farsi vedere a Penango, nell'Astigiano, dove aveva ristrutturato la sua dimora di campagna. «La casa è pignorata ed è già stata messa all'asta due volte. La famiglia non ha più pagato le rate del mutuo e la banca si è vista costretta a chiedere al tribunale di apporre i sigilli all'immobile e rivenderlo», conferma l'avvocato Pier Enrico Arduino, incaricato della cessione. «Abbiamo già fatto due tentativi andati a vuoto. Aste deserte. Prossimo appuntamento a dicembre: base d'asta 270 mila euro». F. L.

8 - CONCERTI - CELENTANO CASH ROCK
Al Clan si dicono certi che Rock Economy sarà in perdita: eppure, a conti fatti, i due concerti che Adriano Celentano terrà a Verona l'8 e 9 ottobre muoveranno pur sempre un giro di affari, tra le entrate per il Molleggiato e quelle di Mediaset che li trasmetterà in diretta su Canale 5, che si può stimare intorno ai 6 milioni di euro. Vero è infatti che i 6 mila posti a sera del secondo anello venduti al costo popolare di un euro sono andati esauriti in un battibaleno, ma l'altra metà dei biglietti era in vendita a prezzi tra i 90 del primo anello e i 165 euro della prima platea numerata.

C'è il sold out, per cui, in tutto, si può calcolare circa 1,25 milioni. Più difficile immaginare le entrate che farà Publitalia, che però sta cercando di proporre l'evento agli inserzionisti a tariffe che non si vedevano più dai tempi delle migliori annate del "Grande Fratello": i listini per gli spot vanno da circa 100 mila ai 140 mila euro dei 30 secondi in prima posizione nei break.

Del resto, la stima degli ascolti anche della pubblicità è quella delle grandi occasioni, con 5,7 milioni di contatti a commercial. Le interruzioni dovrebbero essere quattro: con 10 spot come minimo per break, si sfiorano i 5 milioni a serata, 10 in tutto. Naturalmente, in linea teorica, perché con la crisi, i listini vengono abbattuti della metà o quasi. In tutto, comunque, sarebbero pur sempre 5 milioni. Vi. P.

9 - LEGA - EPURAZIONI VOTINO
L'epurazione prosegue. A Montecitorio è caduta un'altra testa nell'ufficio stampa del gruppo della Lega Nord. La scure di Isabella Votino, la nuova zarina di origini meridionali del Carroccio, neo responsabile della comunicazione del partito, ma soprattutto del suo segretario Roberto Maroni, si è abbattuta su Alessia Quiriconi, portavoce di Marco Reguzzoni, ex capogruppo bossiano alla Camera.

Al suo posto si parla dell'arrivo, dal Nord, di Camilla Vanaria, figlia di Roberto Vanaria, industriale bresciano leghista della prima ora, conduttrice di Telepadania e addetta stampa di due maroniani di ferro come Davide Caparini e Fabio Rolfi. Un'altra "primadonna", animatrice del programmino di satira dell'emittente leghista "i Polentoni", che certo non brilla in esperienza professionale parlamentare. Ma, viste le epurazioni recenti, l'esperienza sul campo non sembra essere il parametro di riferimento della Lega 2.0 della Votino. S.N.

10 - MATTEO E IL PRINCIPE
Nella battaglia per le primarie tra Renzi e Bersani spunta nientemeno che un erede della dinastia dei Medici. Il principe Ottaviano di Toscana di Ottajano, un lontano discendente dei Medici, ha promosso una raccolta di firme, Save Florence, per inserire Firenze tra i beni Unesco da salvare. Troppi turisti (16 milioni all'anno) e troppo degrado, dice il principe. Accuse che non fanno piacere a Matteo Renzi che del rilancio e il decoro di Firenze ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia. Esagerazioni di sangue blu?

Può darsi. Anche se Leonardo Ferragamo riconosce, intervistato dal "Corriere fiorentino", che il grido di allarme del discendente dei Medici sul degrado di Firenze, a cominciare dalla stazione, è fondato. Firenze però, sostiene Ferragamo, si sta muovendo per salvarsi da sola grazie «alla nuova leadership della pubblica amministrazione». Renzi può tirare un sospiro di sollievo. M. La.

 

 

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