SALVATE IL SOLDATO SILVIO! - SINISTRATI CON IL FIATO DI VIOLANTE SUL COLLE: SOTTO SOTTO, IL PD NON VEDE MALE UN RICORSO ALLA CONSULTA

Tommaso Labate per "Corriere della Sera"

La partita non è ancora chiusa. E nonostante il conto alla rovescia verso la riunione della giunta del Senato proceda inesorabilmente, nel dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi potrebbe inserirsi un nuovo elemento.

Al Colle, ovviamente, si muovono sempre sulle direttrici tracciate da Giorgio Napolitano nella nota del giorno prima di Ferragosto. Ma, sempre dal Quirinale, filtra adesso la voce secondo cui il presidente della Repubblica avrebbe «letto con attenzione» e «apprezzato» l'intervista rilasciata due giorni fa da Luciano Violante al Corriere. La stessa in cui l'ex presidente della Camera aveva delineato i margini («È legittimo») di un possibile ricorso alla Corte costituzionale rispetto alla partita sulla decadenza del Cavaliere.

In casa Pd, il primo punto è sempre quello: mantenere la linea della fermezza. Ma tenere allo stesso tempo sono le valutazioni che vengono fatte al Senato, un occhio sugli eventuali «fattori esterni» che possono influenzare il dibattito sulla giunta per le elezioni del Senato, che il 9 settembre avvierà la procedure di voto sul Cavaliere.

E, soprattutto, chiamarsi tatticamente fuori dal dibattito che si è aperto sul Letta bis. «Noi non stiamo valutando nessuna nuova maggioranza ma stiamo cercando di fare le cose che il Paese chiede», ha detto ieri Guglielmo Epifani alla televisione del partito, Youdem.

Dal Nazareno, insomma, guardano con attenzione ai possibili risvolti che possono esserci nel rapporto col Pdl. Senza mollare la posizione della fermezza, ovviamente. Ma incassando gli «effetti» che il «lodo Violante» ha prodotto sul Pdl.

Sull'ipotesi che la Consulta intervenga sulla legge Severino nel Pd c'è prudenza. «Non mi metterei a discutere con Violante di Costituzione», sorride il senatore Giorgio Tonini. «Però, non dimentichiamo che se il Parlamento considera una legge incostituzionale la strada maestra è sempre la stessa: cambiarla». Altra cosa, aggiunge il senatore, è se «Berlusconi riuscisse a dimostrare che quella legge non produce la sua decadenza. Ma questo deve dimostrarlo».

La questione è aperta. Non a caso l'ex parlamentare democratico Umberto Ranieri, da sempre considerato vicino a Napolitano, aveva paventato al Mattino che, sulla decadenza dell'ex premier, «il Senato potrebbe sollevare la questione davanti alla Consulta». Il Pd non farà il primo passo. Ma rimane cauto. «Quella di Violante sembra una riflessione, aperture non ne vedo», ha messo a verbale ieri il capogruppo al Senato Luigi Zanda.

«Tutte le opinioni sono autorevoli, ma in questo caso siamo una forza politica ed è evidente che le parole pronunciate dal nostro segretario sono quelle che dobbiamo riconoscere come nostre », ha aggiunto il responsabile Organizzazione Davide Zoggia.

Cautela e attenzione, insomma. Per un Pd che deve ancora sbrogliare il nodo del congresso. Ma che aprirà le porte della sua festa nazionale, che andrà in scena a Genova, anche ai ministri del governo Letta che vengono dal Pdl. A cominciare da Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin.

 

 

Luciano Violante Silvio berlu epifani-cadutaGIORGIO NAPOLITANO Gaetano Quagliariello lbrtrntn38 umberto ranieriMAURIZIO LUPI Beatrice Lorenzin

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO