1- PIU’ ZOCCOLE, PIU’ AFFARI: LA FORMULA MAGICA DEI COMPAGNI CHE SBAGLIANO (LETTO) 2- UN CAPITOLO DEL LIBRO “IL SOTTOBOSCO” SI OCCUPA DELLE PRODEZZE A BASE DI SESSO MERCENARIO DI QUELLA SINISTRA BARESE CHE FA DA CORONA AL MAGO DALEMIX 3- A CACCIA DI APPALTI TROVIAMO IL PORTA-FIGHE DEL BANANA, GIANPI TARANTINI, CHE SCARICA L’ESCOT TERRY DE NICOLO’ ALL’EX VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE FRISULLO

Gianmarco Chiocci e Simone Di Meo per Il Giornale

GIAMPAOLO TARANTINI E MOGLIE ANGELA DEVENUTO

Lorsignori moralisti se la sono sempre presa col Cavaliere e le sue femmine, ma quando s'è trattato di donne a pagamento è a sinistra che la politica e gli affari si sono conclusi a luci rosse. I (compagni) puttanieri che sbagliano letto stanno di là.

Sandro Frisullo

La riprova è nelle carte di tanti processi e di indagini sul filo degli affari e del sesso a pagamento affrontate in un capitolo del libro ‘'Il sottobosco'', berlusconiani, dalemiani, centristi uniti nel nome degli affari», scritto per Chiarelettere da due bravi giornalisti come Ferruccio Sansa e Claudio Gatti.

I protagonisti del capitolo hard targato Pd sono nomi noti e meno noti comparsi nei filoni baresi della sanità a base di escort, e prima ancora nel procedimento romano sullo sfruttamento della prostituzione: Roberto De Santis, Vincenzo Morichini e Franco Mariani.

PATRIZIA MOLINARI E MORICHINI Sandro Frisullo e Massimo D'Alema

Nel libro ‘'Il sottobosco'' ci si rifà a un gruppo di persone del «giro pugliese», in gran parte vicine al lìder Maximo, che alla notizia della famosa «scossa» preannunciata da Baffino su Rai3, entrano in fibrillazione. Chissà perché. «Cercano tutti affannosamente di avere delle informazioni, di capire - scrivono Sansa e Gatti-. A partire da Roberto De Santis, che ha ammesso di aver avuto una conversazione con il suo amico Alberto Maritati, ex magistrato divenuto senatore del Pd».

Maritati (che da pm chiese l'archiviazione di un'indagine su presunte mazzette allo stesso D'Alema, ndr) nega però di aver mai passato informazioni sull'inchiesta in cui spuntavano donnine ogni due per tre. L'inchiesta di Gianpaolo Tarantini, che da amico di Berlusconi «perora la causa degli imprenditori amici di D'Alema». Infatti, appena «agganciato» il Cav, «nella prima occasione utile - è scritto nell'apposito capitolo - Tarantini sponsorizza l'impresa di Intini, imprenditore amico e finanziatore della fondazione di D'Alema nonché socio di De Santis».

PENATI roberto desantis

La figura di Enrico Intini, dalemiano doc, spunta in più inchieste. In quella di Bari l'avvocato dalemiano Castellaneta (che ritroveremo più avanti) viene intercettato mentre chiede a Tarantini una «sorpresa» per l'imprenditore in vacanza a Cortina. E Gianpi si attiva perché - annota la Guardia di finanza nell'informativa - «Intini vorrebbe trascorrere la serata in compagnia di una ragazza». Ma non si sa se poi ci sia riuscito.

Nel circolo dei consulenti di Tarantini c'è appunto Salvatore Castellaneta, «legale del gruppo Intini (grandissimo amico di D'Alema) e vecchio sodale di De Santis sia nell'avventura romana del Bingo sia in quella successiva per realizzare un'operazione immobiliare nella Sesto San Giovanni di Filippo Penati». Anche per quest'ultimo - già indagato a Bari - «le indagini hanno permesso di accertare (...) che in accordo con Tarantini individuava, selezionava e procacciava giovani donne - "escort" o aspiranti ad affermarsi nel mondo dello spettacolo - che dietro pagamento di corrispettivo o nella prospettiva di affermazione professionale concedevano prestazioni sessuali».

TERRY DE NICOLO

Ma non è finita. Il libro ‘'Il sottobosco'', sul filone hard, è impietoso con la sinistra. «In Puglia la strada di Tarantini incrocia quella di un potente ex Ds. Originario della provincia di Lecce, come De Santis. Legatissimo a D'Alema, sin dagli anni Ottanta, come DeSantis (...). Parliamo di Sandro Frisullo, l'ex vicepresidente della Regione Puglia (dimessosi nel 2009) di cui la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio il 20 dicembre 2011. Per associazione a delinquere, abuso d'ufficio, turbativa d'asta e millantato credito (...)».

frisullo vendolaIL SOTTOBOSCO DI GATTI E SANSA

È la chiave d'accesso di Gianpi nel mondo della sanità «in cambio di denaro, beni e servizi. E delle immancabili prostitute». Tra loro Maria Teresa De Nicolò, in arte Terry, che così ha ricostruito la conoscenza: «Nel 2008 Gianpi mi parlò di un amico importante, un politico che avrebbe potuto aiutarmi anche per il lavoro. Incontrai Frisullo la prima volta nell'appartamento di via Capruzzi a Bari (non lontano dalla sede della Regione, nda). Siamo stati insieme. Ci siamo rivisti almeno in altre due occasioni, lui sembrava si fosse quasi invaghito: mi scriveva sms, mi rivolgeva pensieri dolci, avrebbe voluto avere un rapporto più intenso. Io decisi di allontanarmi, avevo saputo che vedeva altre ragazze».

Frisullo non ha smentito Terry, pur sostenendo di aver scoperto solo «successivamente» che era una escort. E ha ammesso di aver avuto a Milano un incontro con un'altra ragazza, Sonia Carpentone, pagato direttamente da lui. Quelle frequentazioni, ha dichiarato, sono state un «inciampo». Ed è stato prontamente perdonato da sua moglie, consigliere comunale del Pd a Lecce, che ha optato invece per il termine «scappatelle».

Intercettazioni telefonata Tarantini - Sonia Carpentone

Tutto il resto Frisullo lo ha negato pervicacemente, con convinzione. Anzi, con una buona dose di fastidio: «Gli odiosi mercimoni di cui mi accusano non esistono. Ho commesso ingenuità ed errori, chiedo scusa, ma non accetto lezioni di moralità...».

Una postilla a pie' di pagina: «Da un verbale della Guardia di finanza risulta che le escort ricevevano anche mille euro a testa per le serate organizzate da Tarantini, e «parte dei soldi serviti per pagarle venivano prestati, con ogni ragionevole certezza, da Roberto De Santis».

Del resto Gianpaolo Tarantini è sempre sul filo della «bancarotta». E De Santis è più volte costretto a corrergli in soccorso: «Il 4 marzo 2009 Tarantini chiedeva a De Santis di prestargli 2500 euro perché doveva «pagare una cosa in contanti». Alle ore 18.45, De Santis chiamava Tarantini per dirgli di essere riuscito a racimolare 1.500 euro e di mandare qualcuno da lui in ufficio a prenderli"». Chissà chi ha pagato gli altri mille.

 

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?