mario draghi vladimir putin

“PRESIDENTE PUTIN, LA CHIAMO PER PARLARE DI PACE” - CHE SI SONO DETTI DRAGHI E “MAD VLAD”? IL PREMIER E IL PRESIDENTE RUSSO HANNO PARLATO DELL’ANDAMENTO DEL NEGOZIATO TRA RUSSIA E UCRAINA. DRAGHI HA SOTTOLINEATO L’IMPORTANZA DI STABILIRE QUANTO PRIMA UN CESSATE IL FUOCO, E HA DETTO A PUTIN CHE L’ITALIA È PRONTA  AD ASSUMERE UN RUOLO NELLA PACE, “MA A FRONTE DI UNA REALE DE-ESCALATION” - IL CREMLINO: "I PAGAMENTI IN RUBLI NON SCATTERANNO DOMANI"

 

Da www.ilsole24ore.com

 

DMITRIJ PESKOV E PUTIN

Dalle speranze alla frenata. Il Cremlino ridimensiona le attese su un accordo di tregua fra Ucraina e Russia, dopo che i colloqui di Istanbul di martedì avevano aperto spiragli di pace nella guerra. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia non ha notato «nulla di promettente» o che «assomigliasse a una svolta» nei colloqui mediati da Ankara, sottolineando che servirà un lungo periodo di lavoro per strappare qualsiasi intesa.

 

Putin Lavrov

Invece è positivo, a sorpresa, il giudizio sul confronto diplomatico del ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov che, citato dalla Tass, definisce i colloqui russo-ucraini «un significativo progresso», aggiungendo che «Kiev capisce che Crimea e Donbass sono questioni chiuse». Su quest’ultimo punto, però, le autorità ucraine sono tutt’altro che d’accordo, a conferma che il giudizio sull’andamento non è affatto condivisa

 

 “Le questioni della Crimea occupata e del Donbass saranno definitamente chiuse dopo il ripristino della sovranità ucraina in questi territori”, ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, secondo quanto riporta Unian, rispondendo a Lavrov.

BATTAGLIA IN DONBASS

 

“Lavrov dimostra che c’è un malinteso nel processo negoziale - ha detto Nikolenko -. Crimea e Donbass saranno definitivamente chiuse dopo il ripristino della sovranità dell’Ucraina su di loro. Ai colloqui di Istanbul, la delegazione ucraina ha presentato proposte a Mosca su modi per raggiungere questo obiettivo”.

 

Nel pomeriggio si è svolta una telefonata di un’ora fra il premier italiano Mario Draghi e il presidente russo V ladimir Putin. Nel corso del colloquio, spiega la Tass, Putin ha riferito al premier italiano sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev e sulla richiesta di Mosca di saldare in rubli il pagamento per le forniture di gas.

MARIO DRAGHI E VLADIMIR PUTIN

 

«Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace». Queste invece, secondo l’account di Palazzo Chigi, le parole con cui ha esordito il premier Draghi parlando con Putin. Al centro del colloquio, secondo la stessa fonte, l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Il presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. Draghi ha anche detto a Putin che l’Italia è pronta ad assumere un ruolo nella pace, «ma a fronte di una reale de-escalation».

 

GIURAMENTO DEI MEMBRI DEL BATTAGLIONE DI AUTO-DIFESA DEL DONBASS

Cremlino: “Pagamenti gas in rubli non scatteranno domani”

Nell’immediato, pare scongiurato il rischio timori di uno stop a fine mese delle erogazioni di gas russe. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti chiarito che la disposizione del presidente di richiedere il pagamento in rubli del gas russo non avrà da domani, giovedì 31 marzo, data inizialmente fissata per l'entrata in vigore del cambio di valuta.

 

La frenata arriva dopo che i Paesi del G7 hanno ribadito la loro intenzione di continuare a pagare in dollari o euro, come previsto dai contratti in essere. Putin incontrerà rappresentanti di Gazprom e della Banca centrale che lo informeranno degli sviluppi relativi al cambiamento di valuta. «I pagamenti e le forniture sono processi con tempi lunghi. Questo significa che tutto quello che sarà fornito domani non dovrà essere pagato in rubli entro la sera», ha aggiunto Peskov, annunciando il rilascio a breve dei dettagli del nuovo schema di pagamento proposto dal governo russo.

putin zelensky biden

 

Germania e Austria attivano allerta preventiva sul gas

Nonostante gli ultimi sviluppi che sembrano allontanare il rischio di uno stop alle esportazioni di gas russo, il governo tedesco ha attivato l'allerta preventiva del piano di emergenza sul gas in Germania. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, a Berlino, in una conferenza stampa al ministero, spiegando che a causa della guerra in Ucraina la Germania si prepara a un peggioramento dell’approvvigionamento del gas. La scelta è stata imitata, poche ore dopo, dall’Austria.

 

Biden a Zelensky: aiuti per altri 500 milioni

I mercati, dopo l’entusiasmo di ieri, sono finiti in rosso, scontando la delusione per quella che sembrava una giornata di svolta nelle trattative.

edificio della croce rossa bombardato dai russi a mariupol 2

 

Gli sforzi diplomatici proseguono, con nuovi colloqui incrociati fra i paesi occidentali, Ucraina e Russia. Tra questi, come detto, la telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente Usa Joe Biden ha parlato con il suo omologo ucraino Zelensky «per discutere del nostro sostegno continuo all’Ucraina, di fronte all’aggressione russa». Sul tavolo ulteriori aiuti in generale e anche militari degli Usa a Kiev per 500 milioni di dollari.

 

L’ipotesi di accordo e il flop sul cessate il fuoco

guerra ucraina

Ai colloqui con i rappresentanti del Cremlino la delegazione ucraina si è detta disposta alla neutralità, rinunciando all’ingresso in alleanze militari (Nato inclusa) in cambio di appropriate garanzie di sicurezza, mentre la Russia accetterebbe un’adesione all’Unione europea, seppure non immediata. Il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, riconosce che Kiev ha mostrato per la prima volta di «essere pronta a soddisfare le condizioni per costruire relazioni di buon vicinato con la Russia» e «discuterne le richieste di principio», ma i termini di un’intesa restano distanti.

 

I NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA BY ELLEKAPPA

I colloqui del 29 marzo hanno mancato il proprio bersaglio principale, la richiesta di cessate il fuoco avanzata da Kiev. Né si sono registrate particolari aperture sui territori rivendicati da Mosca, Donbass e Crimea, anche se mercoledì pomeriggio il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov ha che l’Ucraina «ha capito che Crimea e Donbass sono questioni chiuse».

 

L’escalation militare continua

Di sicuro, i margini di trattativa non hanno interrotto l’escalation militare in atto nell’Est Europa. Lo stesso ministero della Difesa di Kiev ritiene «ingannevole» l’annuncio del ritiro dei russi, intravedendo semmai una «rotazione» delle truppe già dirette sulla capitale. Una tesi sposata anche dal Pentagono, tra l’altro a fronte dell’arrivo di forze fresche per l’esercito russo: 2mila unità dalla Georgia. I bombardamenti proseguono nel nord-ovest di Kiev con esplosioni a circa 20 chilometri dalla capitale, mentre i russi bloccano cento navi nel Mar Nero e fermano l’export di grano.

 

wang yi

Un portavoce del ministero della Difesa ucraino ha confermato che non c’è nessun ritiro dei russi su vasta scala nelle aree di Kiev e Chernihiv ma solo movimenti limitati. «Il nemico ha ritirato le unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle», ha reso noto Oleksandr Motuzyanyk, aggiungendo che «l’assedio di Chernihiv continua, come missili e colpi di artiglieria lanciati dalle forze russe».

 

Asse Cina-Russia sulla politica estera

Il conflitto sta ridefinendo gli equilibri globali. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo cinese Wang Yi hanno concordato di «rafforzare il coordinamento politico estero» bilaterale e di «ampliare i contatti bilaterali e multilaterali»: lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo in un comunicato dopo l’incontro odierno tra i due ministri a Tunxi, in Cina. Lo riporta Interfax. «Sullo sfondo di una complicata situazione internazionale, Russia e Cina continuano a rafforzare i partner strategici e a parlare con una sola voce negli affari globali», si legge inoltre nella nota.

putin gas

 

Russia rimborsa cedola su eurobond al 2035

Alcuni gestori di fondi con base a Londra e Cipro hanno riferito di aver ricevuto ieri sui propri conti correnti il pagamento della cedola, scaduta lunedì, su un eurobond al 2035 emesso dalla Russia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. Il pagamento dimostra la volontà e la capacità di Mosca di servire il suo debito in valuta estera nonostante le sanzioni internazionali. Il pagamento, al pari di quello sulle cedole di altri bond, è stato però reso possibile da una deroga da parte delle autorità Usa alle restrizioni che hanno tagliato fuori Mosca dal sistema finanziario. Una eccezione che ha una scadenza, fissata per maggio.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)