volodymyr zelensky vladimir putin ucraina kursk

ANCHE SE SEI PUTIN, C'È SEMPRE QUALCUNO PIÙ FALCO DI TE - LA "TEMPESTA DI FUOCO" SCATENATA DA "MAD-VLAD" SULL'UCRAINA, IN RISPOSTA ALL'OFFENSIVA DI ZELENSKY A KURSK, HA DELUSO LE ASPETTATIVE DI FUNZIONARI E POLITICI BELLIGERANTI, CHE CHIEDONO L'ANNIENTAMENTO DI KIEV. EPPURE, LO SFOGGIO DI RAZZI E MISSILI DI IERI È COSTATO UN MILIARDO DI DOLLARI - PUTIN NON HA FRETTA: HA CHIESTO CHE L'ESERCITO UCRAINO VENGA CACCIATO DAI TERRITORI RUSSI ENTRO IL 1° OTTOBRE...

 

1.L’ATTESA DI PUTIN, POI LA REAZIONE ALL'INVASIONE DI KURSK DA PARTE DI KIEV (CHE DELUDE I FALCHI): UNA «TEMPESTA DI FUOCO» SULLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE

Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”

 

CITTADINI DI KIEV NELLA METROPOLITANA

Una risposta pesante, una «tempesta di fuoco» sulle infrastrutture energetiche, come si sono affrettati a commentare compiaciuti i sostenitori del pugno di ferro nel confronto con l’Ucraina e con l’Occidente che la sostiene. Ma certamente non quello che loro si aspettavano e che Putin aveva più volte promesso.

 

I falchi sono delusi, anche se nessuno oggi si azzarda a criticare il Capo sui canali social. Gli oltre duecento droni e missili piovuti su 15 regioni non sono certo quella conseguenza che i nemici «non hanno mai visto nella loro intera storia», e che il signore del Cremlino aveva minacciato all’inizio del conflitto.

 

BOMBARDAMENTO RUSSO SU KIEV

Il fatto è che, anche dopo l’invasione ucraina, Vladimir Vladimirovich ha deciso di seguire la linea tante volte applicata in passato di fronte a grandi catastrofi e tragedie: minimizzare, convincere che si è trattato solo di un episodio minore che non intacca la strategia di fondo e che non compromette il raggiungimento degli obiettivi fissati.

 

attacco russo a kiev 3

[...] Putin ha dato una disposizione precisa ai militari: espellere gli ucraini penetrati in territorio russo entro il primo di ottobre. Ma in guerra i decreti lasciano spesso il tempo che trovano.

 

La replica a colpi di missili e droni è arrivata tre settimane dopo che le truppe regolari di Kiev avevano varcato il confine nella regione di Kursk.

 

Tempi di reazione lunghissimi che hanno fatto tornare in mente le ore e i giorni che seguirono all’affondamento del sommergibile nel mare di Barents nel Duemila, all’attacco terroristico al teatro Dubrovka, a quello alla scuola di Beslan: il Capo prendeva tempo.

 

In questo caso, assieme ai suoi consiglieri più fidati, Putin ha deciso di colpire le infrastrutture energetiche, come aveva già fatto prima del precedente inverno. È il canonico tentativo di fiaccare il morale della popolazione avversaria, cercando di costringerla al freddo nei mesi peggiori.

BOMBARDAMENTO RUSSO SU KIEV

 

[...]

 

2.LA RABBIOSA VENDETTA DELLO ZAR NON CAMBIA LE SORTI DEL KURSK

Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

soldati ucraini sventolano la bandiera dietro al cannone di un challenger 2 britannico

Kalibr, Kinzhal, Iskander, X-22, X-101 e X-59: per punire l'Ucraina Vladimir Putin ha fatto ricorso a tutto il suo arsenale, o quasi, missili balistici e da crociera, lanciati da bombardieri, navi e caccia, senza contare uno stormo di droni iraniani.

 

Uno sfoggio di arsenale, costato al contribuente russo, secondo le stime degli esperti militari occidentali almeno 1,3 miliardi di dollari, e uno sfogo di rabbia, che ha fatto ripiombare l'Ucraina nel buio dei blackout dopo le esplosioni nelle centrali elettriche.

 

La rappresaglia del Cremlino per lo sfondamento delle truppe di Kyiv in territorio russo era attesa, e invocata a gran voce dai politici e dai propagandisti russi, non soltanto per dare una soddisfazione all'opinione pubblica interna, ma anche per misurare l'entità, politica e militare, della reazione russa.

carro armato ucraino al confine con la russia

 

Il risultato non sembra però aver entusiasmato, a giudicare almeno dal prudente silenzio dei capi della comunicazione del Cremlino. E non solo perché dei 127 missili e 109 droni lanciati la maggioranza - 102 e 99 rispettivamente - sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina. [...]

 

All'interno del regime putiniano, invece, questa rappresaglia non appare, paradossalmente, come un gesto di determinazione. Sono due settimane che un pezzo di territorio russo si trova sotto occupazione delle truppe ucraine, con un centinaio di cittadine e villaggi passati sotto il controllo di Kyiv, 120 mila civili sfollati e centinaia di soldati russi caduti prigionieri. [...]

 

GUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSK

Il blitz ucraino ha stracciato tutte le "linee rosse" per il superamento delle quali il Cremlino aveva minacciato escalation senza precedenti. L'invasione da Ovest, la violazione del confine, la terra russa calpestata dal nemico sono fobie nazionali che Putin ha paranoicamente coltivato, giustificando qualunque cosa con la necessità di proteggere i suoi sudditi sul suolo patrio.

 

[...]

VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN

L'assenza della escalation come ritorsione per le "linee rosse", tante volte minacciata da Mosca, allevia anche le tensioni degli occidentali, e la cancellazione dei divieti anche formali per l'uso delle armi fornite a Kyiv in territorio viene considerata da diversi commentatori russi ormai una questione di tempo. [...]

 

 

putin zelensky macronGUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSKPUTIN ZELENSKYputin zelenskyMEME ZELENSKY PUTINGUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSK

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO