boris johnson dominic cummings

REGNO PER NIENTE UNITO - LA GRAN BRETAGNA È IN PEZZI, SECONDO I SONDAGGI PURE L'IRLANDA SOGNA LA RIUNIFICAZIONE: BELFAST PROGETTA DI LEGARSI A DUBLINO INVECE CHE A LONDRA E LA SCOZIA PREPARA UN REFERENDUM PER SEPARARSI - COLPA DEGLI STRASCICHI DELLA BREXIT, MA C'ENTRA ANCHE LA GESTIONE (RIVEDIBILE) DELLA PANDEMIA DA PARTE DI JOHNSON...

Davide Zamberlan per “il Giornale

 

GEORGE BEST AEROPORTO BELFAST

È un Regno Unito sempre più spaccato quello che sta prendendo forma sulla spinta della pandemia e della Brexit.

 

L'ennesima prova è stata fornita ieri dal Sunday Times che ha commissionato un'indagine statistica sui sentimenti politici delle quattro nazioni. E che accanto ai malumori di lunga data che serpeggiano oltre il vallo di Adriano, evidenzia un fatto relativamente nuovo: la maggioranza in Irlanda del Nord sostiene ora un referendum sull'unità dell'isola.

 

boris johnson

Prevista dagli accordi di pace del venerdì santo che misero fine ai troubles, la consultazione popolare per decidere del futuro delle 9 contee dell'angolo nord orientale dell'Irlanda (geografica) è sostenuto dal 51% degli intervistati, a fronte del 44% di contrari.

 

È ancora consistente la maggioranza di coloro che preferiscono lo status quo con Belfast legata a Londra anziché a Dublino: il 47% contro il 42% di repubblicani. Tuttavia il rapporto di forza si inverte se si guardano le preferenze degli under 45 che, anche se di poco, preferiscono un'Irlanda unita (47 contro il 46%).

 

coronavirus irlanda

L'elemento principale alla base della scelta dei più giovani è la Brexit. L'Irlanda del Nord nel 2016 ha votato a favore della permanenza in Europa, conscia più di ogni altra nazione del Regno delle difficoltà economiche e politiche che sarebbero scaturite dall'addio a Bruxelles.

 

La parte della popolazione più dinamica e intraprendente, ma anche economicamente più esposta, accarezza il sogno di ritornare nell'Ue. I contrari a un'Irlanda unita sono invece la maggioranza tra gli over 45, la fascia della popolazione più preoccupata dalle strutture sanitarie offerte dal Paese in cui vivono: se il servizio sanitario inglese assicura una copertura universale e relativamente efficiente, ben peggiori sono i servizi offerti dalla repubblica irlandese.

 

IL TWEET PRO EUROPA DI NICOLA STURGEON DOPO LA BREXIT

Ciononostante la maggioranza degli intervistati, 48% contro il 44%, ritiene che la spinta verso l'unificazione sia inarrestabile e che entro 10 anni Dublino governerà anche su Belfast e dintorni.

 

Ma se l'Irlanda del Nord potrà rappresentare un problema futuro, l'attenzione del governo inglese è oggi rivolta a Edimburgo, da dove da mesi si registrano nette maggioranze a favore dell'indipendenza scozzese.

 

L'ultima registrata ieri dal Times si attesta al 49% contro il 44% dei contrari. Oltre alla Brexit è qui importante un altro fattore: la gestione della pandemia. La sanità rientra tra le competenze dalle singole nazioni del Regno e il confronto tra l'operato del governo Johnson in Inghilterra e quello di Nicola Sturgeon in Scozia è a tutto vantaggio della leader degli indipendentisti che ha fatto un buon lavoro per il 61% degli intervistati, contro il 22% dell'inglese.

 

boris johnson con la premier scozzese nicola sturgeon

Johnson ha un'unica carta a disposizione per poter invertire il trend, la campagna vaccinale con cui portare il Paese al di fuori del tunnel. Le prime settimane sono state molto positive, con quasi 6,5 milioni di persone che hanno ricevuto la prima dose e 500 mila che hanno avuto anche il richiamo.

 

nicola sturgeon

La stampa applaude, Johnson ha imparato a mantenere un profilo comunicativo prudente, i sondaggi sono in leggera ripresa. Ma tutto ciò può non bastare per contenere la valanga indipendentista alle elezioni scozzesi di maggio che Sturgeon sta trasformando in un mandato per un secondo referendum.

 

E se Londra dovesse continuare a negarlo è pronta la carta Catalogna, a favore della quale ha votato sabato il partito nazionale scozzese: un referendum illegale organizzato scavalcando Downing Street, competente sulle questioni costituzionali.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO ZELENSKY ALLA RESA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SONO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI DI DOLLARI, E IL PIANO DI TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. INOLTRE ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ PER QUELLO CHE È: UN INGOMBRANTE ALLEATO CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON BRUXELLES O CON I SINGOLI PAESI?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…